Ma la tua #startup dov’è ministro Passera?
1 min letturaCaro Ministro Passera,
così non ci siamo proprio. Ci hai spiegato che lo sviluppo passa dalle startup - un parolone per dire «nuove imprese probabilmente innovative» - ma siamo sicuri che sia proprio così?
Va bene la semplificazione per l'apertura delle Srl, va bene il «fondo centrale di garanzia» di 200 milioni di euro cui poter accedere oltre alla semplificazione per il crowfunding, altra parolona per dire «finanziatori privati». Va bene il contratto di lavoro pagato anche con le stock options - le quote sociali -, vanno bene le misure di sostegno per gli incubatori e vanno bene anche le norme semplificate per chiudere la società in caso di fallimento.
Va tutto benissimo, ma oltre a questo cosa c’è? Perché non possiamo pensare che queste cosucce saranno la soluzione per la crescita del Paese. La ricaduta stimata in fase di preparazione del decreto sarebbe quella di raddoppiare le aziende innovative, che ora sono stimate essere 2.500 in Italia. In sostanza alla fine ci sarà qualche migliaio di persone in più con un lavoro di fronte a un tasso di disoccupazione giovanile che ad agosto era del 34,5%: poco meno di 600mila persone tra 15 e 24 anni sono in cerca di lavoro. A ben guardare la maggior parte di questi non arriverà all'università e non ha nemmeno i soldi per far partire l’impresa.
L’obiezione è nota: tra quelle aziende innovative ce ne sarà una che farà faville e arriverà a impiegare decine di migliaia di persone. Siamo d’accordo e lo speriamo, ma nel frattempo che si fa?
Caro ministro Passera, sappiamo che le startup sono utili, utilissime, anzi indispensabili allo sviluppo del Paese, che deve andare verso prodotti e servizi innovativi ad alto valore aggiunto. Forse sarebbe il caso di dire che questa non è la parola magica in grado di risolvere il problema dell’occupazione giovanile nel breve-medio periodo.
Nel frattempo non sarebbe il caso di proporre una politica industriale? Come dice? Non ci sono i soldi? E vabbè... allora startup.