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L’Italia dei diritti negati – Conversazione con Elena Tebano [podcast]

23 Marzo 2023 5 min lettura

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L’Italia dei diritti negati – Conversazione con Elena Tebano [podcast]

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«Abbiamo ricevuto una notifica dalla polizia locale in cui ci veniva comunicato che secondo la Procura non sono più la madre di mia figlia. Siamo rimaste scioccate: in questi giorni abbiamo seguito le notizie con molta apprensione ma non ci aspettavamo un annullamento retroattivo dei riconoscimenti già fatti». Elena Tebano sul Corriere della Sera racconta la storia di Carolina, 41 anni, e sua moglie Elena, 34: sono le madri di una bambina nata a gennaio a Milano, registrate come tali sulla carta d’identità della piccola. Ma la Procura di Milano ha chiesto l’annullamento dell’atto di nascita e con esso dei documenti della bimba. Il loro è uno dei quattro riconoscimenti impugnati dopo la circolare del ministero dell’Interno che imponeva di sospendere le registrazioni alla nascita per i figli delle coppie gay, considerandole contrarie all’«ordine pubblico».

Lo stesso giorno in cui il prefetto di Milano ha chiesto al Comune di interrompere il riconoscimento alla nascita dei figli delle coppie gay e lesbiche, avvertendo che in caso continuino dovrà essere richiesto l’intervento della Procura per annullarle, la Commissione politiche europee del Senato ha bocciato la proposta di regolamento UE per il riconoscimento dei diritti dei figli anche di coppie gay e l’adozione di un certificato europeo di filiazione.

In tutta l’Europa, salvo alcuni Paesi come l’Italia, la Polonia, l’Ungheria, i figli di coppie omogenitoriali sono riconosciuti fin dalla nascita.

Quello che a mio avviso è un vero e proprio attacco ai diritti dei bambini e della bambine e alle famiglie arcobaleno, non nasce dal nulla e si inserisce in una visione della famiglia e della società da parte della destra e dell’estrema destra, oggi al governo, che nega diritti fondamentali a chi non rientra nella loro idea di “normalità”, in nome di quella che a loro avviso è la famiglia tradizionale composta da un papà e una mamma, un’idea - come scrive Massimo Prearo, esperto di politiche di genere e teorie della sessualità.- di ordine sessuale fondato sull’eterosessualità obbligatoria, sul binarismo di genere e su una concezione normativa, escludente e integralista della differenza sessuale.

D’altra parte la lingua del "Potere" è rivelatrice, pensiamo all’espressione usata da Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera ed esponente di Fratelli d’Italia: "Se due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento, e cioè l'iscrizione all'anagrafe, di un bambino che SPACCIANO per proprio figlio…”. "Spacciano": una espressione violentissima che smaschera una costruzione di pensiero secondo cui le coppie delle stesso sesso sono diverse dalle coppie eterosessuali al punto che non hanno figli come quest'ultime, ma li spacciano come propri. Quante volte abbiamo sentito che le coppie dello stesso sesso vogliono figli per egoismo? A differenza delle coppie eterosessuali che invece sono spinte dall'amore? "Spacciano" ma anche "maternità surrogata peggio della pedofilia", "mercato di bambini": espressioni che confermano le parole di Dario Accolla su Gaypost: “Dietro l’attacco del governo e della maggioranza alle famiglie arcobaleno sembra non esserci altra ragione se non quella di considerare l’eterosessualità come unica condizione per accedere al progetto genitoriale. Confondendo la capacità di essere genitori con l’eterosessualità obbligatoria. Un’evidenza biologica non dovrebbe coincidere con la capacità di essere buoni genitori. Men che mai con la facoltà di poter impedire di accedere alle tecniche alternative in materia di procreazione".

L’Italia dei diritti negati. Ne abbiamo parlato con Elena Tebano, giornalista del Corriere della Sera, autrice del documentario Diversamente etero sull’omofobia in TV, che da anni si occupa di questi temi e per prima ha dato la notizia che il prefetto di Milano aveva chiesto al Comune di interrompere il riconoscimento alla nascita dei figli delle coppie gay e lesbiche.

Con Tebano abbiamo cercato di chiarire la questione del riconoscimento dei figli di famiglie dello stesso sesso e il perché oggi ci ritroviamo in questa situazione dovuta sostanzialmente a un vuoto normativo, la cui responsabilità ricade esclusivamente sulla politica. Scrive Michele Ainis su Repubblica: "Due sentenze costituzionali (32 e 33 del 2021) imporrebbero una legge sulla genitorialità omosessuale. C’è scritto che la sua assenza offende gravemente l’interesse del minore; che dunque «non sarebbe più tollerabile il protrarsi dell’inerzia legislativa»; che l’esigenza di colmare la lacuna è «ormai indifferibile». Nel frattempo è sopraggiunto un cambio di legislatura, ma il Parlamento resta con le mani in mano. In questo caso e in ogni altra vicenda dove fanno capolino i temi etici, dal fine vita alla legge sull’omofobia, dalla legalizzazione delle droghe leggere al matrimonio gay".  Abbiamo affrontato anche il tema della Gestazione per Altri, una pratica già vietata nel nostro paese, su cui, molto astutamente, la maggioranza ha spostato l'attenzione, ben sapendo che su questo può attirare maggior consenso anche trasversale rispetto alla negazione del riconoscimento dei diritti dei bambini e delle bambine.

La Gestazione Per Altri/e va normata non vietata

Su GPA, ma anche sul riconoscimento dei diritti delle persone transgender si è aperto un conflitto molto duro anche all'interno dello stesso mondo del femminismo italiano. Un conflitto esploso durante il dibattito pubblico sul disegno di legge Zan (poi affossato) che prevedeva “misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”. Con Tebano abbiamo parlato anche di queste posizioni differenti all’interno del femminismo italiano. E della convergenza di fatto di una parte di alcune esponenti del mondo femminista con le posizioni di destra, estrema destra. Tebano ne aveva parlato a suo tempo sul Corriere della Sera in un articolo che ricostruisce in modo chiaro e approfondito i termini della discussione, che ha visto una parte minoritaria del mondo femminista e un'unica associazione lesbica, Arcilesbica, contraria alla legge Zan così come alla GPA, avere una visibilità sovradimensionata rispetto alla loro diffusione reale nel movimento delle donne e in quello LGBTQ+, soprattutto nei media tradizionali, grazie a due motivi principali: i forti contatti all'interno del mondo dei media italiani da parte di alcune esponenti femministe che si autodefiniscono "critiche del genere" e l’alleanza con il mondo del cattolicesimo di destra. In chiusura abbiamo affrontato la questione della legge sull'aborto: non è un diritto negato, ma certamente sotto attacco.

In Italia l’estrema destra è già all’attacco del diritto all’aborto: cosa succede se al feto è riconosciuta capacità giuridica

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Musica: Massive Attack - Special Cases - Regia: Vudio 

Immagine anteprima: via Ansa

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