Lezioni di Storia / Superman bisessuale, ma quale politically correct! Da sempre i miti si adeguano al proprio tempo
8 min letturaLezioni di Storia, una rubrica di divulgazione storica partendo dal presente
Superman The Next Generation e miti che si rinnovano nel tempo
Il figlio di Superman, che si chiama Jon e ha per mamma Lois Lane, è un Supereroe come papà e come papà si innamora facilmente di chi lavora come giornalista. Solo che il chi in questione, nei nuovi album che raccontano le storia di questo supereroe di seconda generazione, non è una giornalista, ma un giornalista. Perché Jon è bisessuale, e quindi ha un fidanzato.
Quando la notizia è stata riportata in Italia, sono fioccati i commenti scandalizzati. Non tanto dagli appassionati, perché ormai da anni il mondo dei fumetti è abituato a supereroi con qualsiasi tipo di orientamento sessuale, ma da parte di chi i fumetti magari non li ha mai letti, però considera Superman comunque un eroe-icona-mito del XX secolo, intoccabile manco fosse un santino. Quindi l’idea che la sua famiglia comprendesse un figlio non eterosessuale è stata considerata inaccettabile.
I’ve always said everyone needs heroes and everyone deserves to see themselves in their heroes. Today, #Superman, the strongest superhero on the planet, comes out as bisexual. I chatted to @georgegustines at the @nytimes about what's coming for Jon Kent.https://t.co/rcIYLXl7FB
— Tom Taylor (@TomTaylorMade) October 11, 2021
Di qui le accuse di manipolare personaggi mitici per seguire la moda del politicamente corretto, e tutta una serie di obiezioni che ormai costellano ogni rimaneggiamento di personaggi entrati nell’immaginario collettivo. Che però, oltre a dimostrare solo che alcuni hanno ancora grosse difficoltà ad accettare che i fumetti e tutta la narrativa pop debbano e vogliano oggi rappresentare tutti i tipi di individui, e quindi anche ogni tipo di orientamento sessuale, dimostrano anche che per molti non è ancora chiaro come funzionano i miti e il fatto che il continuo rimaneggiamento dei personaggi è proprio una caratteristica fondante del mito stesso.
Come funziona un mito: eroi in continuo cambiamento
Un mito non è una storia “fissa”, anzi è quanto di meno “fisso” si possa immaginare. Questo è dovuto al fatto che i miti in origine erano racconti orali, quindi soggetti ad essere narrati in maniera diversa ogni volta. La loro funzione è inoltre quella di trasmettere alle generazioni più giovani esempi e valori fondanti della tribù o della società da cui sono inventati o adottati. E siccome i valori e gli esempi cambiano con il tempo, i personaggi mitici cambiano con loro. Gli antichi si sono sempre sentiti liberi di rimaneggiare le storie del mito, introdurre varianti, cambiare finali e/o caratteri dei personaggi. I tragici greci ma anche i poeti romani hanno partecipato a questo gigantesco laboratorio di continui rimaneggiamenti e cambi di rotta: l’Ulisse che oggi noi conosciamo è il prodotto di stratificazioni che vanno da Omero a Dante a Pound, e che hanno stravolto alcune caratteristiche del personaggio per adattarlo ai tempi nuovi.
Gli eroi nel corso dei secoli cambiano comportamenti e punti di riferimento (per esempio alcuni personaggi in origine pagàni delle saghe celtiche o germaniche si sono nei secoli cristianizzati, si pensi a Re Artù), o si reincarnano e si ripropongono sotto altre spoglie.
Il mito è un racconto darwinista per impostazione: sopravvive perché si adatta all’ambiente che lo circonda. Per giunta gli eroi del mito hanno sempre avuto connotazioni sessuali forti e spesso esplicite: proprio perché sono esempi di vita, e il sesso e la sessualità sono in loro presenti e hanno un ruolo fondamentale nello stabilire all’interno delle società legami e rapporti anche di potere. L’eroe mitico è e deve essere affascinate e attrattivo per natura, l’eroe scialbo o neutro non esiste.
Per cui non c’è alcuno scandalo se i miti di oggi si trasformano o sottolineano orientamenti sessuali per rendere conto dei nuovi valori che la nostra società sta adottando. Se le principesse Disney diventano sempre più toste, o il giovane Superman bisessuale, non stanno affatto tradendo la loro essenza, anzi. Fanno quello che un personaggio mitico deve fare: essere un esempio aggiornato e un riassunto dei valori della società che lo ha creato. Per altro, come nei vecchi miti, le versioni “aggiornate” divengono “mainstream” in genere dopo un lungo periodo di elaborazione nel sottobosco della fan base. Una volta poi dalle innumerevoli versioni circolanti pescavano i poeti colti, come Licofrone e Stazio. Oggi più prosaicamente gli sceneggiatori degli albi di fumetti o dei film hollywoodiani. Ma sempre di artisti spesso geniali si tratta.
Eroi antichi non così cisgender: Achille
Gli eroi del mito non sono dunque “sessualizzati” a posteriori, per una moda effimera contemporanea: lo sono sempre stati. Più che altro è l’idea che l’eroe nel corso dei secoli sia stato sempre e solo un maschio etero ad essere parecchio riduttiva. Molti degli eroi provenienti da quel serbatoio di storie archetipe per la nostra civiltà che è la mitologia greca hanno una evoluzione più complessa e stratificata. Ed è forse questo che li rende spendibili anche nel mondo contemporaneo.
Prendiamo uno degli eroi per eccellenza della Grecia classica, il bellissimo Achille, che con Superman ha più di un punto in comune: non è un alieno, ma un semidio, ma anche lui benché invulnerabile ha un punto debole: non la criptonite, ma il tallone.
Come il giovane Jon Kent, anche il biondo Achille per i criteri tradizionali è dal punto di vista dell'orientamento sessuale non classificabile e sicuramente molto “fluido”. Ma questo bisogno di definizione sembra più un’ansia del nostro tempo, che del suo, perché per i greci innamorarsi di uomini e donne nel corso della vita costituiva la normalità. Se l’Iliade è centrata sulla sua ira perché gli hanno sottratto la schiava Briseide, la sua relazione con Patroclo è sempre stata considerata ben più di una amicizia, un po’ come quella di Batman e Robin.
Per altro, prima di Troia, il prode Achille è protagonista di una storia curiosa che lo vede in vesti femminili: la madre Teti, infatti, per evitare che potesse andare in guerra, lo aveva nascosto presso le figlie del re di Sciro, facendolo vestire da fanciulla. Pirra la Rossa (questo il nome della presunta ragazza) sedusse però Deidamia, figlia del re di Sciro, e fu scoperta alla fine perché il furbo Odisseo si presentò sotto le spoglie di un mercante offrendo doni alle principesse, comprese delle armi bellissime: non appena la presunta Pirra scelse quelle, Odisseo smascherò la donna come Achille, e lo portò a combattere i Troiani.
Insomma, rispetto ad Achille, Jon Kent che al massimo mette la tuta di papà supereroe appare un ragazzino con ancora molte cose da sperimentare.
Tiresia, il vate transgender delle informazioni
Nella mitologia è il vate per eccellenza, perché conosce le cose che furono, che sono e che saranno, ed è quindi in grado di reperire qualsiasi informazione utile, anche quando si tratta di guerra e di intelligence.
La sapienza di Tiresia è così trasversale, però, che conosce anche perfettamente cosa significhi essere uomo e donna, perché è stato entrambi. Secondo la leggenda, infatti, un giorno camminando in campagna Tiresia aveva ucciso un serpente femmina durante l’accoppiamento e si era trasformato in donna per sette anni. Trascorso questo periodo, era ritornato sul luogo e aveva ucciso stavolta un serpente maschio, ritornando quindi maschio.
L’idea che la conoscenza superiore che il personaggio mitologico possiede sia legata proprio a questa sua esperienza transgender è rimarcata nelle fonti: Tiresia per questo motivo è chiamato come arbitro persino nelle contese fra gli dei. Tiresia è un personaggio che ha attraversato tutta la storia della letteratura occidentale, da Omero a Camilleri, che lo portò in scena in un suo spettacolo teatrale. Ognuna delle sue incarnazioni ha aggiunto qualcosa alla lettura del personaggio, che come tutti i personaggi del mito non può più essere ridotto alla sua forma “originale” perché tutto ciò che è stato “aggiunto” poi è comunque “diventato” Tiresia. Il quale come archetipo è in grado poi di ispirare a sua volta altri personaggi della cultura pop distantissimi apparentemente dall’originale.
Un’eco lontanissima del mito di Tiresia “signore delle informazioni” transgender oggi si ritrova nel personaggio di Raymond Reddington del serial TV The Blacklist. Perché i miti si declinano ancora oggi nelle maniere e nelle forme più inaspettate.
Le Amazzoni guerriere: Wonder Woman e Xena
Le donne forti e indipendenti che non accettano più il ruolo ancillare cui le destina lo stereotipo della società patriarcale e combattono invece con determinazione per esercitare nella società professioni e ruolo i considerati “maschili” sembrano figure esclusivamente contemporanee.
Il mito di una società di donne guerriere invincibili, indipendenti e decise a vivere separate dai maschi, invece, è greco e antichissimo. Ha subito nel corso dei millenni rimaneggiamenti e riletture a non finire. Perché certo nella società patriarcale e maschilista della Grecia arcaica le storie di queste donne quasi sempre finivano male e venivano raccontate come eccezioni infelici che violavano l’ordine naturale delle cose. Spesso venivano riportate all’interno del ruolo ancillare grazie al loro innamoramento per l’eroe di turno, che le trasformava in mogli e madri, come Teseo con Ippolita, oppure finivano malissimo, come Pentesilea, che nella leggenda viene violentata persino da morta da Achille, o Camilla, vergine uccisa in combattimento, o la sua epigona letteraria più tarda Clorinda, nei versi del Tasso.
Nel Novecento le Amazzoni vengono riscritte e reinterpretate perché le donne finalmente possono essere rappresentate come forti e indipendenti senza che questo più violi un ordine delle cose sentito come “naturale”.
Nei fumetti infatti è stato ripreso per dare il via a due personaggi femminili considerati un punto di riferimento per l’universo queer : Wonder Woman e Xena.
Entrambe le eroine (una protagonista della DC comics, l’altra di un fortunato serial TV costola dell’Hercules di Sam Raimi) sono considerate icone lesbiche e nel corso degli anni anche le loro scelte sessuali sono divenute via via più esplicite. Anche in questo caso la “vita privata” delle eroine si evolve e cambia per seguire i cambiamenti della società. Se in Xena che è un serial della fine degli anni ‘90 l'orientamento sessuale non è mai esplicitamente dichiarato, il fumettista Greg Rucka della DC comics ha dichiarato che Wonder Woman è dichiaratamente queer. Per altro Rucka ha usato il mito delle Amazzoni anche in un altro dei suoi fumetti, The Old Gard, dove la protagonista è la guerriera immortale Andromaca di Scizia, legata alla compagna Quynh.
Loki, il dio-fumetto
È l’incarnazione perfetta del binomio eroe mitologico/eroe del fumetto: Loki infatti è un vero e proprio Dio della mitologia norrena ed è anche un eroe della Marvel, come il fratellastro Thor. Loki è ambivalente per definizione: cattivo e ingannatore, è però considerato necessario allo sviluppo dell’Universo e al ciclo vitale dello stesso. Dal punto di vista sessuale, Loki è tutto perché per sua natura non può essere ingabbiato in nessuna categoria o definizione. Un eroe divino che nei nostri tempi si dimostra incredibilmente attuale. E difatti sta riscuotendo negli ultimi anni un successo persino maggiore del più inquadrato fratello Thor. C’è da dire che Thor però è causa di uno “sbandamento” per uno dei più noti eroi del fumetto: Capitan America, che in un albo si innamora perdutamente della segretaria di Thor che ha preso però momentaneamente le sue sembianze.
I miti e gli eroi cambiano in continuazione nel tempo
Tutto questo per dire che i miti antichi e moderni hanno spesso radici comuni ma soprattutto un destino molto simile, quello di cambiare per adattarsi ai tempi nuovi. In un certo senso si potrebbe dire che la varianza di genere e il non corrispondere ai canoni eterosessuali siano fattori necessari. Nelle epoche più conformiste essa rimane velatamente accennata, in quelle dove invece è possibile esplicitarla emerge prepotente. Gli eroi sono anche e principalmente questo: icone proprio perché stratificati e con possibili livelli sovrapposti di letture.
Quindi i “nuovi” rimaneggiamenti e riletture di eroi dei fumetti odierni sono assolutamente simili a quelli che gli antichi facevano dei loro eroi della mitologia: non stravolgimenti illeciti, ma semplice l’uso di queste figure per quello che sono in realtà: dei personaggi che seguono il flusso dei tempi, i cambiamenti della società e risultano sempre attuali perché non si fossilizzano e mutano. Gli eroi che non sanno mutare, in fondo, non sono veri miti, ma solo figurine datate che vanno presto nel dimenticatoio, perché non aggiornabili e poco interessanti.
Un po’ come un James Bond che resta a sorseggiare il suo eterno Martini a bordo piscina guardando bond Girl succinte, ma appare ormai invecchiato male come un boomer e imbolsito dal tempo che passa.