La mafia in Sicilia si è astenuta: la guerra di bufale
3 min letturaLirio Abbate, giornalista noto per le sue inchieste sulla mafia, ha scritto per l'ultimo numero de L'Espresso un articolo dal titolo Sicilia, la mafia si è astenuta.
Partiamo dai dati su cui si basa il ragionamento di Abbate:
su 7.050 detenuti hanno votato solo in 46: si tratta di carcerati comuni e non di mafia. All'istituto di pena di Pagliarelli a Palermo dove si trovano rinchiusi i mafiosi, su 1.300 detenuti solo uno si è presentato al seggio elettorale, ed è in custodia cautelare per reati che non sono quelli per mafia. Stesso identico atteggiamento a Catania, Agrigento e Caltanissetta. Uno scenario che ribalta, anzi trasforma ciò che in passato è stato fatto proprio dai detenuti che facevano la fila in carcere per votare il proprio candidato che in gran parte dei casi risultava essere quasi sempre lo stesso o dello stesso partito.
Su twitter avviene questo scambio tra Sergio Scandura, giornalista di Radio Radicale e il giornalista de L'Espresso
@lirioabbate pardon: hai rapporti proporzioni detenuti-popolazione carceraria-tipologie reato? a palermo esistono sezioni 41bis?
— Sergio Scandura (@scandura) Novembre 1, 2012
@lirioabbate un avvocato penalista (e non di 1mo pelo) mi ha detto stasera che non ci sono sezioni 41bis nè al Pagliarelli nè all'Ucciardone — Sergio Scandura (@scandura) Novembre 1, 2012
@lirioabbate se la metti così - ed è questo il tuo approccio - non sto a perder tempo con te. bye — Sergio Scandura (@scandura) Novembre 1, 2012
Subito dopo su Linkiesta viene pubblicato un articolo di Sergio Scandura dal titolo L'astensionismo della Mafia in carcere è una bufala: l'abbaglio di Lirio Abbate e (Ingroia).
Articolo spammato sui social network come non ci fosse un domani e dall'autore e da Linkiesta, e retwittato acriticamente anche da molti autorevoli giornalisti (sì, certo, RT non è endorsement, ma...).
A questo punto mi è parsa cosa buona e giusta evidenziare la bufala de Linkiesta sulla presunta bufala di Lirio Abbate a partire dall'argomentazione su cui si basa la stroncatura da parte di Sergio Scandura (come si può vedere anche dallo scambio su twitter): il 41bis. Ma riprendo testualmente dall'articolo:
Cominciamo subito con il ricordare a Lirio Abbate (e ad Ingroia) che a Palermo non esistono sezioni “41bis”, non solo al carcere Pagliarelli ma nemmeno allo storico Hotel Ucciardone. Piuttosto: non solo non ci sono sezioni “41bis” in tutti gli istituti di pena della Sicilia ma - come opportunamente ricorda il sovrintendente regionale alle carceri siciliane Maurizio Veneziano - non esitono sezioni 41bis da Lazio in giù.
Ma che c'entra la questione 41bis?
I detenuti accusati di associazione mafiosa e reati affini sono rinchiusi in Sicilia in sezioni che vengono chiamate di Alta Sicurezza. Queste si trovano nel carcere di Pagliarelli a Palermo e poi ad Agrigento, Caltanissetta e Bicocca a Catania. Al Pagliarelli vengono destinati nell'Alta Sicurezza tutti i detenuti per mafia che hanno processi in corso e assistono ai dibattimenti e sono tantissimi. Dunque, pur non esistendo nelle carceri siciliane le sezioni di 41 bis, sono presenti negli istituti di pena siciliani detenuti che fanno parte della criminalità organizzata. E infatti nell'articolo de L'Espresso non sono citati i casi 41bis, i cui detenuti sono una minima parte rispetto al popolo di mafiosi che si trova in Alta Sicurezza.
Quindi, secondo i dati pubblicati:
1) a Pagliarelli dove vi sono 1300 detenuti, di cui l'80% è accusato di reati collegati alla mafia, ha votato una sola persona;
2) all'Ucciardone, dove non c'è l'alta sicurezza e non ci sono detenuti mafiosi, hanno votato solo in 5 su 700 detenuti;
3) ad Agrigento uno;
4) a Caltanissetta due;
5) alla Bicocca a Catania due;
6) a piazza Lanza sempre a Catania uno.
Sommati con le altre piccole carceri siciliane, in cui vi sono detenuti comuni, in totale su una popolazione di 7050 detenuti hanno votato solo in 46.
Riporto ancora dal blog di Scandura
L'astensionismo record nelle carceri è una tendenza che va avanti da svariati anni. Lo spiega bene il deputato radicale Rita Bernardini che sul diritto al voto per i detenuti sta conducendo una battaglia parlamentare e legislativa partendo da un inconfutabile dato: tra i 30mila detenuti con diritto di voto in Italia, ad aver esercitato il diritto-dovere nelle tornate elettorali nazionali del 2006 e del 2008 è stato soltanto il 10 per cento.
Se cosí fosse, volendo utilizzare questo criterio anche per le elezioni siciliane il 10% di 7050 è 705 e non 46, quanti sono risultati i votanti. Al di là delle opinioni, i numeri contano e ci danno questa cifra che non è stata smentita (almeno fino ad ora) dal Ministero della Giustizia.
Conclusione: se proprio non vogliamo entrare nel merito, la vera bufala è il titolo de Linkiesta: l'astensionismo della mafia (intendendo qui i detenuti accusati di reati collegati alla mafia e non in regime di 41bis) in carcere c'è stato.
Sarebbe interessante (e decisivo) confrontare questi dati con i dati delle scorse elezioni, ma purtroppo non sono riuscita a trovarli e né L'Espresso né Linkiesta li riportano.
Pronta a chiedere scusissima se poi risulteranno dati diversi.
Aggiornamento: segnalo il post di Yes, Political! Astensionismo e Mafia: qualche dato sul voto delle carceri
Astensionismo e Mafia: qualche dato sul voto nelle carceri « Yes, political!
[...] di una sezione 41bis a Palermo. Fatto che gli è stato contestato da Arianna Ciccone in un perfetto fact checking su Valigia Blu. Arianna ha concluso il suo articolo con un auspicio: Sarebbe interessante (e decisivo) confrontare [...]
Anonimo
[...] [...]