La Fuffa nell’era dell’Agenda Fuffa
3 min letturaLa fuffa è la tipica lanetta che si forma nei tessuti e che in genere si rimuove poiché anti-estetica. Proprio questa connotazione ha fatto sì che venisse usato in senso lato per indicare un eccesso inutile. Può indicare anche l'accumulo di peli che si verifica negli animali o l'accumulo di polvere in batuffoli.
(da Wikipedia)
Quando su un capo di lana vedi della Fuffa, viene spontaneo rimuoverla: d’istinto cogli l’estraneità rispetto all’insieme. La vedi, capisci che stona, la prendi con le dita e la getti un po’ più in là, o persino nel secchio. Ma se il capo di lana fosse appoggiato su una sedia e sommerso dalla Fuffa, vedresti solo questa, non la lana. Solo affondando le mani nella Fuffa potresti al limite toccare qualcosa che abbia una consistenza diversa.
Se un uomo fosse costantemente circordato da Fuffa, conoscerebbe perciò un fenomeno che non va sottovalutato: la percezione, di per sé falsa e irreale, che la Fuffa sia importante. Un uomo circondato per un tempo sufficiente dalla Fuffa e che vedesse affiorare un filamento di lana, d'istinto sarebbe addirittura portato a voler rimuovere quel filo di lana, come se fosse un'anomalia.
Sul piano educativo sarebbe facile correggere questo errore, spiegando l’importanza della lana, l’inutilità estetica e pragmatica della Fuffa, e il perché sia il caso di rimuoverla, quando la si vede, o di darle l’importanza che merita: nessuna.
Ma cosa succederebbe se la Fuffa non si limitasse a circondare l'uomo? Cosa succederebbe se #Fuffa e affini fossero nei TT un giorno sì e uno no come un Justin Bieber qualunque, se le Università promuovessero corsi in Scienza della Fuffa o costosi master in Management della Fuffa, se una metropoli ospitasse la FuffaFest con tanto di ospiti internazionali e sponsor prestigiosi, se sui quotidiani "Fuffa" iniziasse a comparire nei titoli sempre più spesso, se una fondazione promuovesse il Premio Fuffa per la Miglior Startup, se gli intellettuali conducessero seminari sull'estetica della Fuffa o sul passaggio dall'Era della Lana all'Era della Fuffa, se le conversazioni con gli amici fossero inflazionate senza soluzione di continuità dalla Fuffa, se un partito inserisse tra le priorità del proprio programma l'Agenda della Fuffa e se, infine, gli editorialisti più famosi dedicassero un articolo a settimana alla questione Fuffa, alla crisi della Fuffa, al rilancio della Fuffa? Succederebbe questo: che a non voler parlare di Fuffa si passerebbe per asociali. E allora ignorare la Fuffa significherebbe essere tagliati fuori, specie negli ambiti lavorativi e sociali in cui la Fuffa la fa da padrone.
Così il commercio della Fuffa e di tutti gli uffici che vi ruotano attorno, facili da alimentare poiché per sostenere qualcosa di inutile basta essere mediocri, plasmano una Società Fuffizzata, rigorosamente di massa. A chi giova questa società? La prima e più immediata risposta è: a chi guadagna dalla Fuffa. Ma avendo ben presente come funzionano davvero i rapporti di produzione, la risposta è per forza un'altra: giova a chi commercia lana, perché all'ombra della Società Fuffizzata si arricchisce indisturbato con scorciatoie, magagne e ruberie di ogni sorta. Tanto più la lana è scadente, inoltre, tanta più Fuffa produce. Per cui in una Società Fuffizzata lucrare sulla bassa qualità della lana è ancora più redditizio. Inoltre è più difficile legiferare sulla lana, se nemmeno compare sui programmi politici, troppo impegnati sul fronte della Fuffa che garantisce il consenso elettorale.
Per i boss della lana è dunque necessario destinare parte del budget aziendale a iniziative sulla Fuffa, per estendere e mantenere la Società Fuffizzata. Ed è necessario anche stare il più possibile lontani e in disparte dalla Fuffa, per evitare l'istupidimento. Perché nella Società Fuffizzata, che è una società superficiale neanche lontanamente visitata dal sospetto di esserlo, le categorie di pensiero si spalmano attorno a due poli: Fuffa e Non-Fuffa. Attorno al polo Fuffa ruota ciò che è divertente, interessante e positivo, come per una società che, guardandosi allo specchio, in assenza di valori trascendenti può solo piacersi un sacco. Attorno al polo Non-Fuffa ruota ciò che è noioso, trascurabile e negativo: ciò che, guardandosi allo specchio, la società sente estraneo. In attesa, ovviamente, di quando esisterà una sola categoria e un solo polo: la Fuffa. Ne consegue che la Società Fuffizzata è votata all'autodistruzione, e che lungo quel cammino si diverte un sacco, soprattutto di venerdì: il giorno dei #FF - i Fuffa Friday.
alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 21.01.13 « alcuni aneddoti dal mio futuro
[...] Matteo Pascoletti, “La Fuffa nell’era dell’Agenda Fuffa”: Ma cosa succederebbe se la Fuffa non si limitasse a circondare l’uomo? Cosa succederebbe se #Fuffa e affini fossero nei TT un giorno sì e uno no come un Justin Bieber qualunque, se le Università promuovessero corsi in Scienza della Fuffa o costosi master in Management della Fuffa, se una metropoli ospitasse la FuffaFest con tanto di ospiti internazionali e sponsor prestigiosi, se sui quotidiani “Fuffa” iniziasse a comparire nei titoli sempre più spesso, se una fondazione promuovesse il Premio Fuffa per la Miglior Startup, se gli intellettuali conducessero seminari sull’estetica della Fuffa o sul passaggio dall’Era della Lana all’Era della Fuffa, se le conversazioni con gli amici fossero inflazionate senza soluzione di continuità dalla Fuffa, se un partito inserisse tra le priorità del proprio programma l’Agenda della Fuffa e se, infine, gli editorialisti più famosi dedicassero un articolo a settimana alla questione Fuffa, alla crisi della Fuffa, al rilancio della Fuffa? [...]