Io, me e il web
2 min letturaMentre ero ancora in Semeiotica, mia figlia, raggiante, mi comunica che all’interno del Policlinico è possibile l’accesso wi-fi gratuito. Quindi, nonostante il rimbambimento che obnubilava (mi piace un sacco questo termine) il mio cervello, ho richiesto il mio portatile, subito, immediatamente, dovevo tornare connessa col mondo e soprattutto con gli amici di feisbuc. E visto che un piccolo effetto collaterale mi aveva reso un po’ - parecchio - afona e parlare mi affaticava quanto scalare l’Annapurna senza ossigeno (più o meno), niente di meglio della creatura di Zuckerberg per una bella chiacchierata virtuale.
Così, quando ho avuto finalmente tra le braccia il mio piccì e ho potuto accedere alla rete, è stato come tornare al mondo.
Così, quando ho avuto finalmente tra le braccia il mio piccì e ho potuto accedere alla rete, è stato come tornare al mondo.
Apro una parentesi: uno dei problemi più grossi dei ricoveri ospedalieri è la noia. Fai fatica a fare tutto, a leggere, a parlare, la tv, quando c’è, trasmette solo robaccia. Le visite di parenti ed amici sono stancanti e non vedi l’ora che se ne vadano - non tutti ovviamente. Allora, non rimane che affidarsi al web 2.0, fa compagnia, è silenzioso quando serve, parla quando pare a te, ti consente di dialogare col mondo senza avere un affollamento di persone al tuo capezzale.
Un compagno perfetto.
Ammetto che ho provato un pochino di emozione nel vedere i flag rossi con un numero spropositato tra notifiche e messaggi. Da quei messaggi affettuosi, dai post in bacheca ho avuto la conferma che feisbuc non è - solo - un futile e inutile passatempo per i cosiddetti bimbiminkia, ma un luogo in cui è possibile trovare amici, ma di quelli veri (si trovano anche tipi strani e pure i troll, ma con un click quelli spariscono - fosse così facile anche con le compagne di stanza rompiscatole…). Sapere di avere tanta gente che faceva il tifo per me è stata una vera botta di salute, una sferzata di energia.
In sovrappiù, il pc sulle ginocchia e le cuffiette sono un’ottima scusa per evitare di essere coinvolta nelle chiacchiere oziose della dirimpettaia di letto che si lamenta della qualunque “come scusi? Mi dispiace ma non riesco a sentirla”.
Gli aspetti positivi della rete, quindi, sono molteplici: oltre a permettere i contatti altrimenti impossibili tra individui, ad informare, a soddisfare praticamente ogni curiosità, ti difende pure dai vicini importuni.
E per il web, hip hip hurrà! (da usare con moderazione eh?).
Gli aspetti positivi della rete, quindi, sono molteplici: oltre a permettere i contatti altrimenti impossibili tra individui, ad informare, a soddisfare praticamente ogni curiosità, ti difende pure dai vicini importuni.
E per il web, hip hip hurrà! (da usare con moderazione eh?).
Lia Bencivenni
@valigiablu - riproduzione consigliata
Alberta Poltronieri
lo penso sempre anch'io, nei momenti di difficoltà, di solitudine, di amarezza. Ho sperimentato anche io il potere del web, ed elevo un peana a Lia che è riuscita a farlo in condizioni fisiche, logistiche e psicologiche difficili. E' una donna rara, una persona speciale, lo sapete, sì?
chiara
grazie!