Chi sono i russi che invadono la Russia dall’Ucraina
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L’incursione di lunedì 22 maggio di gruppi operativi nel distretto di Grajvoron nella regione russa di Belgorod rappresenta un momento di particolare importanza nella guerra in Ucraina, e non per il significato militare dell’operazione, terminata con il respingimento oltreconfine degli incursori. A livello d’immagine, dopo la presa di Bakhmut da parte della Wagner e i duri combattimenti nei dintorni della città ucraina ormai distrutta, la possibilità di penetrare la frontiera russa e occupare momentaneamente alcuni villaggi, per poi avanzare verso una cittadina di poco più di 6mila abitanti e colpire la notte seguente con dei droni le sedi locali del ministero degli Interni e dell’FSB a Belgorod, ha un effetto molto importante e non solo per il morale delle forze ucraine. L’azione è stata infatti rivendicata da due formazioni russe che combattono dal lato di Kyiv, la legione Svoboda Rossii (Libertà alla Russia) e l’Rdk, Russkij Dobrovolčeskij Korpus (Corpo Volontario Russo). Si tratta di organizzazioni diverse, differenti sia per struttura che per orientamento politico, e con riferimenti particolari.
La legione Svoboda Rossii nasce con l’appello (pubblicato sull’omonimo canale Telegram) dell’11 marzo 2022 ai militari, agenti dell’FSB e di Rosgvardija e delle forze dell’ordine di Mosca a ribellarsi al regime putiniano e a unirsi alla formazione nel fronteggiare l’invasione russa. La struttura è legata a Ilya Ponomaryov, ex deputato del partito Russia Giusta, attivo nelle proteste contro i brogli elettorali alle elezioni parlamentari del 2011 e unico ad aver votato contro l’annessione della Crimea alla Duma nel 2014. Il percorso di Ponomaryov, emigrato nell’estate del 2014, non è però stato esente da critiche e scandali: nel 2012, dopo la repressione della manifestazione contro Putin a piazza Bolotnaya, l’allora deputato si presentò al Comitato Investigativo come persona informata sui fatti (era tra gli organizzatori dell’evento), utilizzando l’immunità parlamentare, ma le sue dichiarazioni vennero usate contro Marija Baranova, all’epoca sua assistente e sotto processo con l’accusa di aver incitato alla violazione dell’ordine pubblico.
Cittadino ucraino dal 2019, Ponomaryov dall’inizio della guerra è attivo in varie direzioni, ha fondato il media Utro fevral’ja (Una mattina di febbraio), anche qui con polemiche legate al mancato pagamento dei salari di alcuni giornalisti, a cui l’esponente politico ha risposto affermando che il suo progetto è per lottare contro Putin, non per far “arricchire” qualcuno. Ponomaryov ha anche rivendicato l’attentato a Daria Dugina dello scorso agosto e quello a Vladlen Tatarskij il 2 aprile di quest’anno, attribuendoli alla Nacional’naja respublikanskaja armija (Esercito Nazionale Repubblicano), organizzazione avvolta, però, nel mistero e di cui non sono note altre attività. Ponomaryov è attivo anche nella costituzione di un organismo presentato come parlamento russo in esilio, il Congresso dei deputati del popolo, che unisce alcuni ex deputati delle istituzioni locali e esponenti politici, organizzazione dichiarata illegale in Russia. L’esponente politico è apparso in un reportage sugli uomini della Legione dislocati attorno a Bakhmut, pubblicato da Utro fevral’ja il 9 dicembre 2022, dove discuteva del futuro della Russia, perché “il potere nasce dalla canna del fucile”. Anche nelle azioni di Svoboda Rossii sono presenti momenti opachi, come la mancanza di fotografie e video dell’incursione avvenuta il 22 e il 23 maggio, a differenza dell’abbondanza di testimonianze pubblicate dall’Rdk.
Il Corpo Volontario Russo si è costituito nell’estate del 2022 per iniziativa di Denis Nikitin, noto anche come Kapustin, famoso per aver lanciato il progetto White Rex, inizialmente marchio di vestiario per militanti dell’estrema destra russa poi sviluppatosi come promotore di eventi MMA, concerti di gruppi neofascisti, e tanto altro. Nel 2015 White Rex ha partecipato alla Tana delle tigri, kermesse di musica e arti marziali organizzata da CasaPound, e Nikitin spiegava così le ragioni della promozione di discipline di combattimento estremo a livello europeo:
Per quanto riguarda l’aspetto del combattimento, credo fermamente che ogni organismo, gruppo, nazione muoia senza lottare: ogni tipo di combattimento ci rende più forti, sia fisicamente che mentalmente. Il mio obiettivo è quello di ricordare agli europei di oggi i loro gloriosi antenati – Vichinghi, Pretoriani, Crociati – che erano forti ed impavidi guerrieri, veri uomini che combattevano per la gloria, l’onore e le loro idee. Considero questo passato culturale molto adatto ed utile per i giovani di oggi ed il combattimento MMA è il miglior modo per risvegliare lo spirito degli antichi guerrieri in noi.
Emigrato in Germania nel 2001 a 17 anni, Nikitin ha descritto la sua giovinezza come quella di un tipico skinhead neonazista, formatosi nelle strade tedesche e nella curva del FC Colonia, per poi tornare in Russia nel 2007, quando si avvicina agli ultras del CSKA Mosca. Forte della precedente esperienza, in seguito in un’intervista del 2017 ha descritto la sua frequentazione degli stadi con queste parole:
Non mi piace il calcio, mi piace la rissa. Non saprei nemmeno dire il nome di un giocatore, non conosco la storia del club, ho avuto difficoltà a trovare lo stadio. Mi piace l'adrenalina, correre per la città, le risse in campo aperto, l'azione.
White Rex viene fondata il 14 agosto 2008, data che unisce le cifre quattordici e otto, care al neonazismo, e Nikitin diventa un punto di riferimento prima per l’estrema destra russa e poi europea: ai suoi eventi di MMA, ad esempio, nel 2013 partecipa Maksim Markintsevich, noto come Tesak, figura di spicco della subcultura neonazista russa, autore di pestaggi e omicidi ai danni di omosessuali e immigrati, trovato morto in circostanze misteriose nel 2020 in cella, dove scontava una condanna a 10 anni di detenzione.
Nella divisione avvenuta nella complessa galassia d’estrema destra in Russia in seguito all’annessione della Crimea e l’inizio del conflitto nel Donbass nel 2014, White Rex si è schierato con quella parte che, in nome della fratellanza bianca e della costruzione di uno Stato puro etnicamente, adotta posizioni a favore dell’Ucraina. I rapporti tra gli ambienti neofascisti dei due paesi sono sempre stati molto stretti, e fino alla fine del 2013 latitanti russi trovavano rifugio in Ucraina, sostenuti dai militanti locali. Nikitin non è stato l’unico a lasciare Mosca in seguito all’inizio del conflitto, assieme a lui altri attivisti neonazisti sono arrivati nello stesso periodo in Ucraina, come Aleksej Levkin, cantante del gruppo black metal suprematista bianco M8L8TH (ovvero Martello di Hitler), che nel 2014 si è arruolato nel Battaglione Azov. Levkin, presumibilmente con il contributo di Nikitin, ha fondato nel 2016 Wotanjugend, altro progetto politico e culturale devoto alla diffusione di idee razziste, antisemite e omofobe. Tra i simboli di Wotanjugend lo Schwarze Sonne, il sole nero già usato dalle SS, e la runa Tyr, simbolo di destrezza e comando in battaglia. L’organizzazione ha contatti internazionali, e ha tradotto in russo il manifesto del killer suprematista di Christchurch nel 2019, e dal 2017 Nikitin è attivo nel rappresentare sia White Rex che Wotanjugend negli incontri delle varie organizzazioni d’estrema destra, fino a quando non gli è stato vietato l’ingresso nella zona Schengen su richiesta delle autorità tedesche.
I neonazisti russi hanno preso le armi contro Vladimir Putin perché lo considerano come un “antinazionalista”, anche se considerano, come detto da Nikitin in occasione dell’evento Europe of future in Polonia nel 2017, le leggi contro la propaganda LGBT e le ONG “di Soros” come positive. L’obiettivo di Rdk è la costruzione di uno Stato nazionale russo, senza spazio alcuno per le autonomie dei popoli non-russi, su basi tradizionaliste, rivoluzionarie e xenofobe, come spiegato da uno dei principali esponenti del Corpo, “Kardinal”, in un’intervista a Sota dell’8 aprile:
Uno Stato-nazione è lo Stato della nazione che lo abita, e, tra le altre cose, dovremmo creare una dominante culturale russa, che non esiste nella Russia attuale. Questa dominante implica che il paese avrà cultura e tradizioni russe, e non multietniche, rossijskie: quest’ultimo è un fatto imbarazzante per tutti, perché quando Putin dice “Il nostro popolo ce l'ha nel sangue (essere multietnici)”, bisogna capire che ogni nazione ha un sangue diverso, e sono sicuro che molte persone di altre nazionalità possano essere irritate da questa mia affermazione. Pertanto, noi diamo per certo che le repubbliche nazionali approfitteranno del diritto all'autodeterminazione e costruiranno il proprio Stato a casa, e noi a casa nostra. È chiaro che il coordinamento, i legami economici e logistici devono essere mantenuti, non introdurremo regimi severi di visti e non costruiremo muri di cemento, la nostra non è fantascienza, non scriviamo nuove costituzioni come fanno alcune persone. Stiamo parlando di un'opzione che è già maturata, l'impero nell'Eurasia settentrionale non ha funzionato, quindi proponiamo di creare Stati-nazione.
Tali principi sono attuati anche nel reclutamento di nuovi volontari, che devono essere di etnia russa, come ribadito da Nikitin alla domanda del giornalista Oleg Kashin se fosse possibile per gli ebrei entrare nelle fila dell’Rdk e nella stessa intervista il leader della formazione ribadisce il proprio “odio biologico” per i ceceni e i caucasici. "Quei nazionalisti i quali pensano che questa guerra non sia la propria guerra – spiegava Nikitin in un suo video nei primi giorni dell’aggressione militare – perché Zelensky è un ebreo, promuove valori liberali, l’Ucraina diventerà una colonia occidentale (…) il punto è che come nazionalisti abbiamo una chance di fare qualcosa che non possiamo fare negli Stati Uniti, in Germania, in Gran Bretagna, in Australia, in Nuova Zelanda (…) la Russia di oggi da molti anni è uno Stato di polizia, un gulag digitale (…) se siete dei nazionalisti bianchi, la guerra in Ucraina è la vostra opportunità". Un’interpretazione, in realtà, condivisa anche dai militanti neofascisti e d’estrema destra che combattono dal lato russo, elemento sottolineato da Adrien Nonjon, studioso francese intervistato dalla Radiotelevisione svizzera nel primo reportage apparso in italiano sull’Rdk, in un’inchiesta in cui si mostrano anche i legami con la galassia locale dell’estremismo neonazista.
Il simbolo dell’Rdk è una spada in uno scudo, ispirato all’emblema di una piccola organizzazione dell’emigrazione antisovietica degli anni Venti-Trenta, Belaja ideja (L’idea bianca). Viktor Larionov, giovane veterano della Guerra civile nelle fila dell’esercito dei Bianchi, come si erano autodefiniti i militari che volevano la restaurazione della monarchia in Russia, aveva fondato il circolo Belaja ideja nel 1929, dopo aver due anni prima partecipato a un’azione terroristica a Leningrado, dove aveva gettato delle bombe a mano in un circolo comunista. Alla figura di Larionov fa riferimento l’Rdk, rivendicando anche la scelta di partecipare attivamente all’Operazione Barbarossa nel 1941 nei ranghi tedeschi: il veterano già dal 1938 si era stabilito a Berlino, dove aveva iniziato a collaborare con il giornale Novoe Slovo, pubblicazione in lingua russa dei monarchici filonazisti, e un anno dopo diventerà uno dei leader dell’Organizzazione Nazionale della Gioventù russa (Nacional’naja organizacija russkoj molodeži), messa su con lo scopo di attirare la seconda generazione dell’emigrazione nelle fila del fascismo europeo. Dopo aver aderito all’Esercito russo di liberazione, la ROA, formato da ufficiali bianchi e sovietici passati dal lato di Berlino, Larionov riesce a scampare alle epurazioni del dopoguerra e morirà a Monaco nel 1988. Nella pagina del sito dell’Rdk dedicata al leader di Belaja ideja, la collaborazione con il regime nazista viene rivendicata come necessaria per la lotta al bolscevismo e per il raggiungimento degli obiettivi nazional-rivoluzionari. "Come accaduto alla Germania e all’Italia, così la Russia sarà salvata – scriveva Larionov, la frase è tratta dalla pagina già citata - non dall’intellettuale chiacchierone e liberale, ma dal soldato di prima linea che, nel sacrificio sanguinoso, ha appreso la santa verità del suo popolo".
Nikitin è apparso più volte nei raid condotti in questi mesi oltre il confine russo, come nel caso dell’incursione nella regione di Brjansk d’inizio marzo, ed è stato ordinato il suo arresto da un tribunale di Mosca. Levkin è invece apparso nel corso delle azioni nel distretto di Grajvoron, in un video con un altro volontario. La crociata, come è stata definita dal suo leader, dell’Rdk non è solo contro Putin, e gli attacchi di questi mesi sono solo l’inizio, anche perché, ha detto Nikitin nella conferenza stampa congiunta con la Legione Svoboda Rossii tenuta in un campo della regione di Sumy, la debolezza delle difese russe è evidente. Già all’inizio della guerra, in un articolo per Valigia Blu, Leonardo Bianchi aveva sottolineato il rischio di un ulteriore rafforzamento delle organizzazioni neonaziste in Europa; per il futuro della Russia invece si pone il dilemma, definito dal media indipendente Sota, tra la Scilla della dittatura e la Cariddi dell’estremismo di destra, opzioni entrambi pericolose per la pace nel mondo.
Immagine in anteprima: il Corpo Volontario Russo a Belgorod – frame video Kanal 13 via YouTube