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L’inchiesta che ha svelato la rete di influenza del Cremlino nell’Unione Europea

4 Giugno 2024 5 min lettura

L’inchiesta che ha svelato la rete di influenza del Cremlino nell’Unione Europea

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A pochi giorni dalle elezioni europee, un’inchiesta dall'emittente pubblica danese DR condivisa con alcune fra le principali testate continentali, tra cui Guardian e Le Monde, ha messo in luce una vasta operazione di propaganda russa nei paesi dell’Unione Europea. L’operazione ha scoperchiato anche il finanziamento occulto di almeno due siti di propaganda filorussa operanti in territorio comunitario.

I giornalisti danesi, e poi i colleghi europei, hanno potuto consultare tramite una fonte dell’intelligence europea oltre 40 documenti di Pravfond, il cui nome completo Fondo per il sostegno e la tutela dei diritti dei connazionali che vivono all'estero è utile a presentarsi come un sistema di protezione legale per i cittadini russi residenti in Europa.

Sul proprio sito web Pravfond spiega che la propria missione consiste nel “fornire ai connazionali russi un supporto completo, legale e di altro tipo, in caso di violazione dei loro diritti, della loro libertà e dei loro legittimi interessi”.

Nella stessa sezione del sito viene pure spiegato esplicitamente come il fondo sia stata istituito con un decreto del Presidente della Federazione Russa del 1° gennaio 2012. Fra gli azionisti pubblici del fondo di consulenza legale figurano pure il ministero degli Affari Esteri russo e l'Agenzia federale Rossotrudnichestvo, quest’ultima considerata un’espressione del soft power russo all’estero.

Considerazioni, quelle sul soft power in politica estera, provenienti dallo stesso direttore di Pravfond Aleksander Udaltsyov, sanzionato dall’Unione Europea nel giugno 2023 per il suo sostegno e impegno attivo in politiche atte a minare la sovranità e indipendenza dell’Ucraina.

Un mese dopo Udaltsyov, Bruxelles aveva pure inserito nella lista delle sanzioni Sergey Panteleyev, fondatore della principale interfaccia di Pravfond nella società civile, cioè l’Istituto di Diaspora Russa. Panteleyev è nato a Luhans’k, nel Donbas ucraino occupato, e come riportato nei documenti ufficiali della Commissione, è in realtà un’ufficiale di intelligence del GRU (Direzione generale per le informazioni militari) russo.

Pravfond si è in effetti dedicata alla difesa legale di alcuni cittadini russi sotto processo in paesi esteri. Tra questi, il trafficante di armi Viktor But noto come “mercante della morte”, arrestato nel 2008 in Thailandia ed estradato negli Stati Uniti.

Il fondo avrebbe speso solamente nel 2014 una cifra intorno ai 240 mila dollari per la sua difesa legale. But è stato poi rilasciato 2022 in uno scambio di prigionieri fra Stati Uniti e Federazione Russa che ha coinvolto la cestista afroamericana Brittney Griner, arrestata all’aeroporto di Mosca una settimana prima dell’invasione dell’Ucraina per possesso di olio di hashish.

Secondo uno dei documenti analizzati nell’inchiesta danese, circa 65 mila dollari (per dieci giorni di lavoro) sarebbero stati spesi per la difesa di Vadim Krasikov, condannato all’ergastolo in Germania per l’omicidio del comandante separatista ceceno Zelimkhan Khangoshvili, avvenuto nel 2019 al Tiergarten, celebre parco nel centro di Berlino.

Anche Krasikov sarebbe da mesi sul banco di un possibile scambio di prigionieri: secondo alcuni sarebbe stato la prima opzione in caso di rilascio di Aleksey Navalny, poi morto in una prigione russa lo scorso febbraio, secondo altri sarebbe stato scambiabile con il giornalista statunitense di origine russe Evan Gershkovich, arrestato in Russia nel marzo 2023 con l’accusa infondata di spionaggio e tutt’oggi detenuto nella prigione di massima sicurezza di Lefortovo.

Già nel 2020, un rapporto di sicurezza nazionale in Estonia aveva definito Pravfond come una “pseudo-società di protezione legale” che fungeva da copertura per “un’ operazione di influenza russa all’estero”. Definito nei documenti pubblici come il curatore di Pravfond nei paesi baltici, Vladimir Pozdorovkin è stato identificato da fonti di intelligence europee come un agente dell'SVR, il servizio di informazioni estero della Federazione Russa.

Pozdorovkin ha curato anche le iniziative nei paesi scandinavi, fra cui una conferenza organizzata da Pravfond a Malmö nel 2014 con la presenza dell’ex ministro della Difesa svedese Allan Widman, che ha poi in effetti raccontato di come l’ambiente fosse divenuto molto ostile quando egli aveva espresso la posizione ufficiale della Svezia in merito all’annessione illegale della Crimea.

L'indagine offre uno scorcio, dunque, sulle più ampie operazioni di influenza russa nell'Unione Europea, citando pure le recenti inchieste di Der Spiegel e del quotidiano ceco Dennik N. Quest’ultime avevano rivelato come il deputato del Bundestag tedesco e membro del partito di estrema destra AfD Petr Bystron avesse ricevuto fondi tramite una rete di influenza russa in Europa.

Una delle tecniche preferite di influenza e guerra ibrida di Mosca rimane, come sempre, il mondo dell’informazione. Dopo la sospensione in Europa di Russia Today e di Sputnik, in seguito all’invasione su larga scala dell’Ucraina, fino al recente blocco del Consiglio europeo di quattro testate propagandistiche russe (fra cui RIA Novosti), il Cremlino è alla ricerca di nuovi mezzi d’informazione per aggirare le sanzioni europee, e così destabilizzare le politiche interne dei paesi membri tramite campagne mirate di disinformazione.

Pravfond è infatti sospettata di finanziare almeno due progetti di propaganda russa mirati al pubblico europeo.

Secondo Le Monde, lo scorso anno la fondazione ha finanziato con almeno 20 mila euro il sito web EuroMore. Fra le sezioni di questo magazine online figurano “l'operazione speciale in Ucraina”, la “protezione della lingua russa” e la “russofobia in Unione Europea”. All’interno, vengono spesso condivisi articoli provenienti dai già banditi media statali Russia Today e Sputnik, come riportato dal sito indipendente russo The Insider che cita l’inchiesta originale danese.

EuroMore è tradotto in tutte le lingue ufficiali dell’UE, proprio come il gemello Golos.eu, la cui descrizione è un laconico “Uno sguardo obiettivo dall’Europa in merito agli eventi in Ucraina”.

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Sulla propria homepage, Golos dichiara di aver ricevuto quasi venti milioni di utenti unici nel solo mese di maggio. Il tenore delle notizie, ovviamente, riflette quello della casa madre Pravfond. Nella sezione “Press Center” del fondo, la notizia più recente riguarda l’esposizione fotografica tenutasi a Mosca dal nome “Episodi di russofobia finlandese".

La mostra moscovita, citando Pravfond, “racconta l'emergere dell'avversione per la Russia in Finlandia” e insiste, oltre al passato storico della Seconda guerra mondiale, sulla recente adesione di Helsinki alla NATO come presunta testimonianza di un mai sopito atteggiamento belligerante dei paesi europei nei confronti di Mosca. L’obiettivo di Pravfond e delle altre reti di influenza del Cremlino presenti in Occidente appare evidente: far permeare queste narrazioni nel dibattito pubblico europeo affinché acquisiscano legittimità, spostando ancora una volta l’attenzione dalle reali radici del conflitto in Ucraina.

Immagine in anteprima: Kremlin.ru, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons

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