“Irresponsabile e dannosa”. Una dipendente del gruppo Murdoch accusa l’azienda di fare disinformazione sugli incendi in Australia
4 min lettura«Trovo inconcepibile continuare a lavorare per questa azienda sapendo che in questo modo sto contribuendo alla diffusione della negazione e delle menzogne sui cambiamenti climatici. Le notizie che ho letto su The Australian, Daily Telegraph ed Herald Sun non sono solo irresponsabili, ma pericolose e dannose per le nostre comunità e il nostro meraviglioso pianeta che ha più che mai bisogno di noi per comprendere la distruzione che abbiamo causato e iniziare a fare qualcosa».
Emily Townsend, una dipendente di News Corp, il gruppo editoriale statunitense di Rupert Murdoch, ha accusato i giornali della compagnia di fare disinformazione e spostare l’attenzione dai cambiamenti climatici durante la violenta stagione degli incendi che sta devastando l’Australia ormai da 4 mesi.
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In un’email indirizzata al presidente esecutivo Michael Miller, Townsend ha scritto che The Australian, Herald Sun di Melbourne e il Daily Telegraph di Sydney stanno travisando i fatti e diffondendo notizie distorte, esagerando la causa dolosa degli incendi per sminuire o negare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla loro intensità e durata.
L’email di Townsend, responsabile dell’area commerciale del gruppo, è stata inviata in via del tutto personale in risposta a un’email di Miller che comunicava il piano ferie e annunciava che i giornali del gruppo avrebbero dato spazio agli incendi boschivi in Australia, riporta il Guardian.
Questa nuova copertura «non compensa l'impatto delle notizie di News Corp nelle ultime settimane», ha scritto Townsend. «Sono stata seriamente colpita dalla copertura degli articoli di News Corp sugli incendi, in particolare dalla campagna di disinformazione che ha cercato di distogliere l'attenzione dal vero problema che è il cambiamento climatico per concentrarsi piuttosto sugli incendi dolosi (comprese le informazioni distorte)».
L'email è arrivata a tutto lo staff di News Corp ed è stata girata al Guardian da più fonti, ma non da Townsend. Le fonti hanno riferito che l'email era stata cancellata dalle caselle di posta di News Corp.
Come scrivevamo in questo articolo, i quotidiani del gruppo Murdoch si sono distinti per una linea editoriale che tende a minimizzare gli effetti del cambiamento climatico e screditare le posizioni di alcune istituzioni e parti politiche che chiedono interventi decisi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.
Secondo le analisi svolte da Climate Feedback, un sito che verifica la fondatezza e l'accuratezza degli articoli sui cambiamenti climatici, i pezzi di The Australian si segnalano per una credibilità scientifica molta bassa, con valori tra il -1,3 e il -2.
Nei giorni in cui gran parte delle testate giornalistiche di tutto il mondo pubblicavano in prima pagina le immagini degli incendi, The Australian aveva preferito dare risalto ad altre notizie: un giorno ha dato spazio ai picnic di Capodanno ad Hanging Rock; un altro, all'intervista in esclusiva allo"scienziato marino ribelle Peter Ridd" che ha messo in discussione quanto sostenuto dagli studiosi delle barriere corallina secondo i quali il cambiamento climatico sta portando a una distruzione dei coralli; quando la polizia ha diffuso un importante rapporto sugli incendi boschivi, secondo il quale erano morte 8 persone ed erano in corso evacuazioni di massa, il quotidiano ha preferito dare risalto alla proposta della polizia di vietare l'alcol alle comunità indigene nell'Australia occidentale. Senza dedicare una foto agli incendi se non nelle pagine interne quando gli effetti devastanti erano ormai sotto gli occhi di tutto il mondo.
La scorsa settimana Miller ha rilasciato una dichiarazione spiegando che Townsend si è dimessa a dicembre e avrebbe lasciato a breve l'azienda, e ha negato che i giornali del gruppo stiano facendo disinformazione sul cambiamento climatico e gli incendi in Australia: «Rispettiamo le opinioni di Townsend ma non siamo d’accordo con lei. News Corp si sta distinguendo per la sua copertura degli incendi. Nei nostri articoli abbiamo riconosciuto che l'Australia sta discutendo seriamente sui cambiamenti climatici e su come reagire. Tuttavia, abbiamo riportato anche le diverse opinioni sull'attuale crisi degli incendi boschivi. Il ruolo di chi appicca deliberatamente i roghi e delle politiche che potrebbero aver contribuito alla diffusione delle fiamme sono storie legittime da raccontare nell'interesse pubblico». Per questo motivo «la dedizione e la professionalità dei nostri giornalisti e fotografi che hanno tenuto informata la comunità, in particolare gli Australiani colpiti direttamente dagli incendi» non può essere messa in discussione.
Miller fa riferimento a un articolo di The Australian di Jack The Insider in cui si afferma che “è vero che gli incendi dolosi e atti di stupidità criminale sono ragioni comuni per l'accensione dei roghi. Dobbiamo riconoscerlo e prendere provvedimenti per prevenirli. Ma dobbiamo anche tenere a mente che se è vero che i cambiamenti climatici non provocano gli incendi, sono il motivo fondamentale per cui 6 milioni di ettari e parte dell’Australia sono stati devastati dal fuoco".
Ma altri pezzi hanno esagerato il ruolo degli incendi dolosi dando un contributo fondamentale a una campagna di disinformazione “per confondere le acque ed evitare di discutere la vera ragione per cui la stagione degli incendi è più lunga e più pericolosa”, come ha commentato l’editorialista del Guardian Jason Wilson su Twitter.
Come nel caso della notizia rivelatasi falsa delle “183 persone arrestate per aver appiccato deliberatamente gli incendi in Australia”. Una versione distorta dei dati reali, nata nella galassia dei gruppi negazionisti e che poi, rilanciata da media mainstream (come quelli del gruppo Murdoch), è stata ripresa in modo errato in tutto il mondo finendo con l'inquinare l'informazione e disorientare e polarizzare i cittadini.
Immagine in anteprima via Guardian