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In diretta dall’Egitto: piazza Tahrir – 23 dicembre 2011

27 Dicembre 2011 3 min lettura

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In diretta dall’Egitto: piazza Tahrir – 23 dicembre 2011

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Jasmine Isam
@valigiablu
- riproduzione consigliata 
Jasmine Isam è nata a Roma da padre egiziano e madre italiana. Dal 1997 vive al Cairo con il marito archeologo col quale gestisce un'AGENZIA DI VIAGGI. Mamma di due bambini sostiene la Rivoluzione alla quale partecipa in piazza e attraverso un suo BLOG che stiamo ospitando in questi giorni. 
Post precedenti: 
Piazza Tahrir - 23 dicembre 2011 
Il “Venerdi della dignità femminile” non è stato come ce lo aspettavamo. 
L’afflusso in piazza non ha toccato le 10.000 persone e la presenza delle donne non era maggiore di quella di altre manifestazioni. 
L’unica cosa tangibile a piazza Tahrir era la rabbia. 
Se in passato la piazza ha ospitato cortei che condannavano il Fetna, la Controrivoluzione o Moubarak e Tantawi, mai come lo scorso Venerdì ho sentito tra il Popolo una vera e propria collera mista a delusione nei confronti dell’esercito. 
Balli e musica che da sempre caratterizzavano le manifestazioni erano totalmente assenti. E, come abbiamo fatto subito notare ai ragazzi del Movimento del 25 gennaio, molte strade che portavano in piazza non erano coperte dai controlli, cosa che avrebbe facilitato l’ingresso a Tahrir di delinquenti o gentaglia. 
In compenso slogan, foto, striscioni e bandiere gridavano al disappunto ed al disgusto per i fatti di violenza avvenuti la settimana precedente nei confronti delle donne. 
Dappertutto l’immagine della ragazza dal reggiseno blu picchiata brutalmente dai militari. Per rispetto, molti striscioni riportavano fiori o colori per coprire l’immagine del corpo nudo della donna. 
I cori urlavano incessantemente contro la giunta militare e contro le violenze sulle donne. 
“Le donne egiziane non si toccano” gridavano gruppi di uomini e ragazzi.
Immancabile la mostra grafica di disegni e caricature dedicati a Tantawi ed al suo esercito, la più simpatica era una riproduzione di un messaggio delle Forze Armate. 
A oggi siamo al messaggio numero 92, mentre nella caricatura il messaggio era il numero 9876543, datato anno 2030, nel quale la Giunta Militare rassicurava che al più presto avrebbe lasciato il comando del Paese. 
L’ironia degli egiziani è incredibile. 
Molta tristezza e rabbia di fronte all’Istituto che ospitava la grande biblioteca storica bruciata in un incendio doloso nei giorni scorsi. 
Il muro che impedisce ai manifestanti di avvicinarsi alla strada del parlamento è piccolo e di mattoni enormi e dall’altro lato sono state costruite barricate di filo spinato. 
In questi giorni è cominciata la ricostruzione dell’Istituto storico finanziata dallo Sheikh Sultano Qassemi, il principe di Sharka negli Emirati Arabi.
Si stima che solo una delle sei copie originali di “Description d’Egypte” scritta da Napoleone Bonaparte sia bruciata, mentre le altre si sono salvate. 
È del 25 dicembre la bellissima notizia del rilascio di Alaa Abdel Fattah, blogger attivista egiziano che era stato arrestato a fine ottobre perché ingiustamente accusato di avere qualche relazione con gli scontri avvenuti davanti al palazzo della Televisione ad inizio ottobre (ne parlammo QUI e QUI). Alaa è diventato padre durante i due mesi di detenzione e suo figlio è stato chiamato Khaled in memoria del coraggioso ragazzo alessandrino massacrato dalla polizia a giugno 2010 (ne parlammo QUI).
Intanto il 26 dicembre il Mufti egiziano, Dr. Ali Gomaa, ha dichiarato di aver sognato lo Sheik Emad Effat, ucciso a Tahrir negli scontri della scorsa settimana (ne parlammo QUI). 
In sogno Emad gli avrebbe chiesto di recarsi in piazza Tahrir a sostenere i manifestanti ed il Popolo.
Infine Effat avrebbe detto: "L'aria di piazza Tahrir è per me meglio dell'aria della Mecca".

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