In diretta dall’Egitto: Papa Shenuda III di Alessandria
2 min lettura117esimo Papa Copto, Shenuda III di Alessandria.
parlato molto all'estero, ma sono convinta che questo Papa, più
degli altri, abbia lasciato un grande segno nella comunità
cristiano copta e nell'Egitto intero.
Era un Papa molto amato,
sia dai suoi fedeli che dagli egiziani musulmani, in quanto prima di
Papa si definiva un Egiziano.
Nei primi anni '80 fu mandato in
esilio nel monastero di Wadi Natrun, a 90 chilometri circa dal Cairo, dal
vecchio presidente Sadat.
Il Papa, infatti, era totalmente
contrario all'accordo di Camp David preso da Sadat con Israele, e per
questo si rifiutò, fino alla morte, di entrare a Gerusalemme e
spingere i copti egiziani ad andarvi.
Diceva che finché i musulmani non potranno fare il loro pellegrinaggio a Gerusalemme,
neanche i cristiani copti potranno farlo.
Per questo motivo passò
tre anni della sua vita in esilio, finché Moubarak lo liberò,
e proprio nel monastero dove fu mandato chiese poi di essere
seppellito.
L'Egitto ha dichiarato tre giorni di lutto
nazionale alla sua morte e fasce nere sono apparse per tre giorni in
tutti i canali televisivi egiziani.
A tutti gli egiziani copti
sono stati concessi tre giorni di riposo lavorativo per potersi recare a dare l'ultimo saluto a Papa Shenuda, che per tre
giorni è stato esposto nella Cattedrale di San Marco, nel
quartiere dell'Abbaseya.
Proprio lì, lunghissime file
di fedeli hanno salutato per l'ultima volta il loro Papa, e
moltissimi musulmani hanno supportato la lunga attesa portando acqua
ai loro fratelli copti.
Si stima che 5 milioni di persone, tra cristiani e musulmani, abbiano reso omaggio a Papa Shenuda III.
Il funerale è stato ripreso dai
canali egiziani e moltissimi, non solo copti, hanno seguito la
diretta. A dire la verità non c'è nessun egiziano che
io conosca che non mi abbia chiesto in quei giorni, con voce triste,
se anche io avessi guardato la diretta televisiva.
Dopo la
caduta di Moubarak, durante gli scontri del Fetna (ne parlammo QUI e QUI), creati ad hoc tra cristiani copti e musulmani per creare
scompiglio e destabilizzare il Paese, indimenticabile fu il suo
intervento: "Noi non viviamo in Egitto, ma è l'Egitto a
vivere dentro di noi".