Il discorso davanti ai giudici di Ilya Yashin, in galera da 4 mesi per aver detto in una diretta su YouTube la verità sui crimini russi a Bucha
6 min letturaAggiornamento 9 dicembre 2022: Il tribunale di Mosca ha oggi condannato Ylia Yashin a otto anni e mezzo in una colonia penale. Il guidice Oksana Goryunova ha deliberato che Yashin ha diffuso “consapevolmente false informazioni sulle forze armate russe”.
Yashin è stato condannato in base alle nuove leggi approvate nel febbraio scorso, che colpiscono chi, secondo le autorità russe, diffonde informazioni false o dannose sull’esercito. Quella di Yashin è finora la condanna di più alto profilo decisa da un tribunale russo in base alle nuove leggi. Politicamente vicino ad Alexei Navalny, a sua volta in carcere, Yashin era vicino anche a Boris Nemetsov, leader dell’opposizione assassinato nel 2015 vicino al Cremlino.
Commentando la sentenza, Kevin Rothrock, managing editor del sito indipendente russo Meduza per la versione in inglese, ha dichiarato su Twitter: Il vero motivo per cui Ilya Yashin è stato condannato oggi a 8 anni e mezzo è che si è rifiutato di lasciare il paese. Il regime di Putin applica ora una rigida politica di tolleranza zero nei confronti dei leader dell'opposizione”.
Proprio attraverso il sito Meduza, lo stesso Ylia Yashin ha commentato così la condanna:
Quindi, il tribunale mi ha condannato a otto anni e sei mesi in una colonia. Questo dimostra che chi ha emesso questa sentenza è troppo ottimista sulle prospettive di Putin. Troppo ottimisti, a mio avviso. Ma non abbiamo motivo di rattristarci, perché, amici, abbiamo vinto questo processo. Era stato concepito come un processo-farsa contro un "nemico del popolo" (incarnato da me), e invece si è trasformato in un megafono contro la guerra. Abbiamo detto la verità sui crimini di guerra e chiesto la fine dello spargimento di sangue. In risposta, tutto ciò che abbiamo sentito è stato un mashup di slogan dell'epoca della Guerra Fredda recitati dal balbettante pubblico ministero.[...] Il cambiamento non è lontano e presto dovremo lavorare molto per ripristinare la giustizia e l'umanesimo nel nostro paese.
Aggiornamento 6 dicembre 2022: «Tra le rovine della giustizia russa questo processo si mostra come qualcosa di vivo: Vostro onore, vedo che Lei è una persona viva, che ascolta con interesse le varie posizioni, e concedetemi queste parole. Mi sembra che anche Lei veda con orrore questa guerra e preghi affinché termini al più presto. So come tutto il sistema giudiziario la stia mettendo sotto pressione e non le auguro nulla di male, però questa condanna sarà non solo per me ma per tutti quelli che vogliono vivere una vita normale in Russia.
Ho fatto quel che dovevo fare e non me ne pento minimamente, perché è meglio passare 10 anni dietro le sbarre che restare in libertà, bruciando dalla vergogna per le azioni del proprio paese. Vladimir Putin questa guerra la sta facendo non solo contro gli ucraini, ma contro i propri compatrioti, per il presidente migliaia di nostri cittadini che non sono tornati a casa sono solo colonne di una statistica, ma per i loro cari è il dolore immenso della loro perdita. La mia sarà una voce nel deserto, ma mi rivolgo a Vladimir Putin e pretendo che fermi questo insensato spargimento di sangue».
Terminando il suo discorso, Yashin si rivolge alle persone presenti in aula chiedendo loro di non disperare, perché la disperazione è quel che lo Stato vuol da loro. L'aula applaude. [Traduzione via Russia e altre sciocchezze]
Il 7 novembre, il politico d'opposizione russo Il'já Jašin, deputato del distretto Krasnoselsky di Mosca è intervenuto di fronte ai giudici nel corso del processo a suo carico a Mosca. Jašin è stato arrestato lo scorso 27 giugno. A luglio le autorità russe hanno aperto un procedimento penale contro di lui dopo una diretta su YouTube in cui il deputato d'opposizione aveva detto che le truppe russe avevano ucciso civili a Bucha. Jašin è stato incriminato per aver diffuso "notizie false sull'esercito sulla base dell'odio politico". Abbiamo raccontato la sua storia in questo articolo. Questa è la traduzione in italiano del suo intervento davanti al giudice.
Giudice, procuratore, inquirente!
Mi tenete in galera da ormai quattro mesi. Sono stato arrestato non molto tempo fa, ma guardate quante cose sono cambiate in questo lasso di tempo.
In estate qualsiasi critica alla dirigenza militare era equiparata all’attività criminale. Ma che dico una critica, addirittura il semplice dubbio della purezza dei generali poteva condurti dietro le sbarre. Ogni affermazione di Shoigu e Konashenkov era presentata come verità assoluta, e chi non era d’accordo veniva equiparato ai criminali di stato. Ma cosa vediamo ora?
I membri di Russia Unita nella Duma accusano ad alta voce il Ministero della difesa di corruzione e menzogne. Prigozhin che si è circondato di detenuti armati offende l’esercito russo e si prende gioco del suo comando. Kadyrov definisce i generali incapaci e gli insegna con sfacciataggine come fare la guerra. I propagandisti nei programmi televisti gli fanno eco e alludono al fatto che al comando generale si sono insediati dei traditori.
Ovviamente capisco che l’obiettivo principale di tutte queste urla è giustificare Putin. Spiegare alla società che il Comandante supremo in capo non ha colpe nelle disfatte sul fronte, è stato solo incastrato da sottomessi incompetenti. Come sempre i boiari sono cattivi e lo zar, che ha fatto scoppiare questa guerra, è bravo.
Ma nonostante ciò ho una domanda per i rappresentati degli organi d’inchiesta e la procura che si sono sistemati così comodamente in quest’aula di tribunale e fanno finta che le mie parole non li riguardino. Ditemi, bravi signori, che fine hanno fatto le vostre leggi sulla censura militare? Non c’è forse qui un’applicazione selettiva del diritto?
Mi avete messo in galera perché ho dubitato sulla veridicità delle affermazioni del Ministero della difesa sulla guerra in Ucraina. Ma per qualche motivo non avanzate pretese nei confronti di Prigozhin e Kadyrov che manca poco affinché obblighino i generali a pulire i gabinetti con gli spazzolini. Vi tremano le gambe, forse? Capisco.
La mia arma è la parola. In un paese in cui l’opinione pubblica e la politica pubblica sono distrutti, non avete paura della parola. Mentre avete paura dei tagliagole di Kadyrov e dei banditi di Prigozhin. Per questo quando Ramzan dice pubblicamente che punirà Lapin, generale dell’esercito russo, e che ha mandato i suoi ragazzi a cercarlo, nessuno in questo caso richiama all’ordine Kadyrov e lo mette al suo posto. State tutti zitti e distogliete lo sguardo. E il vostro Putin gli conferisce l’ennesima stella per l’eroismo.
Ovviamente vi è più facile imprigionare studenti, deputati municipali, giornalisti e altre persone che protestano pacificamente contro la guerra. È molto più sicuro piuttosto che opporsi a proprietari di eserciti privati che in realtà minacciano il futuro del nostro paese. Ma non vi sembra che questa vigliaccheria e questa pusillanimità per la loro essenza non differiscano dall’alto tradimento? Davvero non capite che state lasciando la Patria a un incallito criminale che davanti ai nostri occhi si sta appropriando del potere statale?
Voglio fare un paio di domande anche al giudice che appena finirò di parlare, ovviamente, mi rimanderà nella prigione Butyrskaja dove ogni giorno ci sono sempre più prigionieri politici.
Indossando la sua lunga tunica nera, esige di essere chiamato “rispettabile giudice” o “vostro onore”. Ma dov’è l’onore? Mi dica, rispetta almeno sé stesso? Davvero non capisce che quasi tutti i mali del nostro paese avvengono perché i giudici non provano neanche a essere indipendenti? Perché vi siete rassegnati al ruolo di servitù politica del Cremlino? Davvero sognava ciò, quando si è iscritto alla facoltà di giurisprudenza della sua università? Sognava almeno qualcosa? O solo la poltrona, lo stipendio e le vacanze a Sochi sono sempre stati il massimo delle sue aspirazioni?
Mettendo in galera persone innocenti, non solo fate il gioco dei politici e dei siloviki corrotti. Ma gli conferite, in primo luogo al presidente Putin, la sensazione di impunità e totale permissivismo. Proprio questa sensazione ha portato il nostro paese verso una guerra sanguinosa e decine di migliaia di morti.
So che nessun argomento degli avvocati non avrà alcun effetto su di lei e che oggi tornerò in cella. Ma so anche che lì sono più libero di voi, persone che violentate la giustizia. Perché a differenza vostra la mia coscienza è pulita, e la mia anima non è avvelenata dalla paura e dal cinismo. La prigione prima o poi terminerà, ma la mia sensazione di dignità personale resterà.
Mentre voi, bravi signori, dovrete convivere con ciò.
Immagine in anteprima: Il'já Jašin durante il processo – via Alessandro Mongili