Il dissidente russo Ilya Yashin dal carcere: “Sopravviveremo e prevarremo”
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di Meduza
Ilya Yashin è stato uno dei pochi politici dell'opposizione che ha scelto di rimanere in Russia dopo che Mosca ha lanciato l'invasione su larga scala dell'Ucraina, a dispetto delle chiare minacce delle autorità. Si è apertamente opposto alla guerra e ha parlato pubblicamente dei crimini di guerra commessi dai soldati russi - una decisione che gli è valsa una condanna a 8 anni e mezzo di carcere per aver diffuso "disinformazione". Anche da dietro le sbarre, però, ha continuato a parlare contro l'invasione e a difendere i diritti dei russi. Giovedì 29 giugno Yashin ha compiuto 40 anni. Su richiesta di Meduza, ha scritto un suo ricordo dei 30 anni compiuti nella Russia del 2013 e un messaggio ai propri concittadini. Di seguito pubblichiamo la traduzione integrale del breve saggio di Yashin.
Ho un bel ricordo del mio trentesimo compleanno. Era il 2013. Non un'epoca semplicissima, ma certamente un anno pieno di speranza.
Non molto tempo prima, Putin era tornato al Cremlino sullo sfondo di proteste diffuse che lo facevano sentire insicuro. Il suo indice di gradimento era in calo, mentre la richiesta di riforme da parte dell'opinione pubblica continuava a crescere. Le autorità stavano aprendo procedimenti penali contro i membri dell'opposizione, la macchina della propaganda del paese proponeva sempre nuove accuse e provocazioni, eppure tutto questo non sembrava altro che un tentativo di fermare il corso naturale della storia. Nell'aria si respirava libertà, il cambiamento sembrava inevitabile.
Alcune decine di persone si erano riunite nel mio caffè preferito (che da allora è stato chiuso) in viale Nikitsky. Avevo una regola: niente cravatte e niente brindisi. Tutti erano rilassati e di buon umore, nonostante il furgone della polizia appostato dall'altra parte della strada e i fotografi dei media del Cremlino nascosti nei cespugli. [Boris] Nemcov scherzava: "Cosa hanno in comune Yashin e i boss della mafia? Un sacco di poliziotti e paparazzi alle loro feste di compleanno!".
Chi era Boris Nemcov?
Boris Efimovič Nemcov è stato un politico liberale russo, oppositore dichiarato di Vladimir Putin e fondatore del partito Sojuz Pravych Sil ("Unione delle Forze di Destra"). È stato vice primo ministro e giovane riformatore sotto Eltsin. Dopo la fine di quell'esperienza è diventato un protagonista della politica russa e dell'opposizione al governo di Putin. È stato assassinato nei pressi del Cremlino il 27 febbraio 2015, mentre si preparava a partecipare a una manifestazione per protestare contro la guerra in Ucraina e le condizioni economiche in cui versava la Russia. Nello stesso anno, aveva pubblicato il rapporto Putin.War ("Putin.Guerra"), dove sono documentate le intenzioni del Cremlino di arrivare a un'invasione su larga scala dell'Ucraina.
Poche settimane dopo, Nemcov mi avrebbe chiesto di dirigere il quartier generale della sua campagna elettorale a Yaroslavl, e in autunno sarebbe stato eletto al Parlamento regionale. Nel frattempo, Navalny avrebbe condotto una campagna elettorale senza precedenti a Mosca, ricevendo il sostegno di un terzo [27,24%] degli abitanti della città. Decine di migliaia di nostri sostenitori sarebbero scesi regolarmente in strada. Con costanza, passo dopo passo, ci saremmo ripresi lo spazio di libertà dalle autorità. Poi però è arrivato il 2014, con l'annessione della Crimea.
L'aggressione militare contro uno Stato vicino ha messo sottosopra il nostro paese e ha restituito l'iniziativa strategica a Putin. Vale la pena ammetterlo: non eravamo preparati al fatto che questo regime corrotto ricorresse alla lotta con le armi in pugno, che i criminali si trasformassero in veri e propri assassini.
Negli anni successivi, il Cremlino ha lanciato un massacro nel Donbas. Nemtsov è stato ucciso nel centro di Mosca. Navalny è stato avvelenato e poi messo dietro le sbarre. Tutti i partiti e i movimenti di opposizione sono stati dichiarati estremisti e messi al bando. I comuni e i media indipendenti sono stati schiacciati. Abbiamo dovuto incassare i colpi, e il più forte ci ha colpito nel 2022, quando Putin ha lanciato una guerra su larga scala sia contro l'Ucraina che contro i dissidenti in Russia.
Il risultato è che il mio quarantesimo compleanno è completamente diverso da quello del 2013, che è irrimediabilmente lontano in tutti i sensi. Oggi non vedrò i miei cari e i miei amici. La maggior parte delle persone che hanno festeggiato con me 10 anni fa sono state costrette a emigrare. Non tutti hanno conservato la libertà. E non tutti sono vivi. La mia compagnia a tavola questa sera sarà costituita dai miei compagni di cella nel centro di detenzione speciale: un signore della cocaina, un grosso truffatore e un trafficante d'armi...
Nel frattempo, le cose non sembrano promettere bene per il prossimo decennio. Come sarà il mio 50° compleanno? Dove lo festeggerò? Che ne sarà della Russia? Riuscirà a sopravvivere?
Non ho risposte a queste domande. Ma per quanto possa sembrare strano, dentro di me sta crescendo la fiducia che sopravviveremo e prevarremo. Non c'è più spazio per l'autocompiacimento. Siamo diventati tutti più esperti, più forti e più resistenti. Ci siamo liberati dalle illusioni e siamo cresciuti in forza.
Sembra che Putin ci abbia fatto toccare il fondo negli ultimi anni. E ora abbiamo due opzioni. Possiamo sistemarci comodamente su questo fondo, commiserarci e rassegnarci al triste destino che ci attende. Oppure, possiamo raccogliere le nostre forze, darci una spinta adeguata e riemergere.
Io cercherò di riemergere. E tu?
Articolo originale pubblicato sul sito indipendente russo Meduza con licenza CC BY 4.0 . Per sostenere Meduza si può donare tramite questa pagina.
Immagine in anteprima: frame video Euronews via YouTube