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Il video della comunione di Melissa Bassi (con spot): l’ipocrisia dell’Ordine dei giornalisti lombardo

4 Giugno 2012 3 min lettura

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Il video della comunione di Melissa Bassi (con spot): l’ipocrisia dell’Ordine dei giornalisti lombardo

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Se l'uso di immagini, che non hanno niente a che vedere con il diritto di cronaca, viene giustificato con motivazioni che nulla hanno a che vedere con il giornalismo. 
In seguito alla nostra segnalazione sul video della comunione di Melissa Bassi, uccisa nell'attentato di Brindisi, trasmesso da TgCom24, abbiamo ricevuto la seguente risposta dall'Ordine dei Giornalisti della Lombardia. 
Rispetto la decisione, ma non posso non dire che non la condivido nel modo più assoluto. Il video della prima comunione, preceduto tra l'altro dalla pubblicità, non ha niente a che vedere con il diritto di cronaca (a differenza semmai della solo foto - e non del saccheggio di foto dalla bacheca di Facebook* - della ragazza). E questo è un fatto, non un'opinione. 
Sostenere che le immagini siano un modo per ricordarla e celebrare la memoria è di una ipocrisia imbarazzante. Il giornalismo non ha di certo questo ruolo e per ricordare e celebrare la memoria basta una foto. E per celebrare e onorare la memoria di certo non è accettabile che venga 'sfruttato' il video anche per fini pubblicitari. 
Se questa è la risposta dell'Ordine, direi proprio che abbiamo un problema culturale in questo disgraziato Paese. 
*In pratica con questa risposta l'Ordine ha anche legittimato il saccheggio di foto da una bacheca privata. 
Arianna Ciccone 
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Egregio Signor

Bruno
Saetta
 

Gentile Signora

Arianna
Ciccone

 

e p.c.:

 

Giornalista
professionista

Mario Giordano

direttore “Tgcom24”

Viale Europa 44/46/48 – 20093 Cologno Monzese (Mi)

 

Procura generale della Repubblica

Via
Freguglia 1 – 20122 Milano

 

Consiglio
Nazionale Ordine dei giornalisti

Via Parigi 11 – 00185 Roma

 

 

Oggetto:
filmato Melissa Bassi bambina
(Rif. Int. N. 33/12)

Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, riunito nella
seduta del 24 maggio 2012, dopo attenta valutazione di ogni elemento raccolto,
delibera l’archiviazione del procedimento in oggetto.

L’odierno procedimento nasce da un esposto nel quale si segnala la
pubblicazione in rete, sul sito TGCom24, di un video nel quale viene mostrata
Melissa Bassi, la ragazza che ha perso la vita nell’attentato di Brindisi,
mentre riceve la prima comunione e in altri momenti della sua infanzia. Gli
esponenti lamentano la violazione delle norme a tutela dei minori sottolineando
che le immagini di Melissa Bassi bambina non hanno alcuna attinenza con il
diritto di cronaca.

Questo Consiglio, visionato il video, ha verificato preliminarmente che
chi lo ha messo in onda ha avuto cura, quanto meno, di schermare il viso degli
altri bambini ripresi. Quanto alla violazione delle norme a tutela dei minori,
questo Consiglio rileva, innanzitutto, che molte immagini di Melissa Bassi
adolescente sono state pubblicate su tutti i mezzi di informazione dopo la sua
tragica morte. Il Consiglio ritiene che le immagini di Melissa Bassi bambina,
pur non essendo strettamente attinenti al drammatico fatto di cronaca nel quale
ella è rimasta coinvolta, siano uno strumento per ricordarla e per celebrarne
in qualche modo la memoria subito a ridosso dell’attentato in cui ha persona la
vita.
Ritiene, per tanto, di non dover irrogare sanzioni a chi tali immagini ha
reso pubbliche pur stigmatizzando come inopportuno e di cattivo gusto il fatto
che il video di Melissa Bassi bambina sia preceduto da un video pubblicitario.

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Ciò nonostante, per i motivi sopra esposti, questo Consiglio reputa che
non si debbano formulare rilievi disciplinari a carico del giornalista Mario
Giordano.

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5 Comments
  1. Adriano

    Nulla di strano. Giornali e telegiornali lavorano vendendo un prodotto al loro pubblico: il prodotto è la notizia. Di conseguenza, una semplice applicazione delle leggi di mercato li porta a vendere al pubblico il prodotto che il pubblico dimostra di apprezzare di più. Dato che anni di Grande Fratello hanno trasformato gli italiani in un popolo di guardoni, l'onanismo davanti ai video privati di un cadavere sono una merce che si vende a buon prezzo. L'ordine dei giornalisti non fa altro che adeguarsi all'attuale "cultura" italiana...

  2. Belinda Malfetti

    Ela carta di treviso? Ed il codice deontologico? Ed il solo, semplice rispetto dovuto alla famiglia? La spettacolarizzazionedella notizia non è notiziabilità, e non dovrebbe essere deontologicamente concessa... ma forse ho studiato su testi sbagliati...

  3. Gabriele Testi

    Forse, il servizio è conforme alla Carta di Treviso, no? E comunque la Procura Generale di Milano ha 30 giorni di tempo per impugnare il provvedimento: si tratta di un giudizio di primo grado...

  4. Francesca Valente

    Il problema culturale si evidenzia anche in questo passaggio: "[...] a ridosso dell'attentato in cui ha persona la vita. Ritiene, per tanto, [...]". Che amarezza.

  5. Nicola

    Sinceramente mi sono stancato di vedere un "giornalismo" che invece di concentrarsi sui fatti, è diventato sempre più un gossip. Musiche strappalacrime in sottofondo, foto degli indagati con sguardi truci per sottolineare un fatto grave. Persone invitate in trasmissione come "opinionisti" che sputano sentenze, fanno ipotesi e scavano, davanti a milioni di telespettatori, nella vita delle persone senza alcun rispetto per la privacy altrui. Purtroppo Quarto Grado è diventato l'emblema di questo "giornalismo da spettacolo". Inizialmente lo seguivo perchè molto tecnici e molto attenti al caso, ultimamente invece si parla e si scava sempre più nella vita delle persone, e si sbatte in tv TUTTO. Non lo trovo giusto...ognuno dovrebbe aver diritto alla propria privacy, e sopratutto dovrebbe aver diritto di veto sulla pubblicazione di materiale personale. Cerchiamo di innalzare un pò il livello della cronaca, perchè si sta scadendo sempre più nel pettegolezzo!

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