Il risveglio di un Paese, la felicità della democrazia
4 min letturaIn Islanda il Capo di Stato decide di non firmare l'accordo, votato in larga maggioranza dal Parlamento, per la restituzione del debito a Regno Unito e Olanda in seguito al fallimento della banca islandese on line Icesave. E decide di non firmare perché 42mila cittadini hanno firmato una petizione per bloccare l'accordo.
Qui abbiamo raccolto 154mila firme in 5 giorni per una richiesta di rettifica al Tg1 (Mills fu dato per assolto, ma in realtà era stato condannato e prescritto e "prescrizione non è assoluzione") e non ci ha filato nessuno. Cioè non solo non abbiamo ottenuto la rettifica da parte del principale Tg del servizio pubblico radiotelevisivo, ma nessuno ci ha nemmeno risposto. Telefonate, mail, lettere, raccomandate con ricevuta di ritorno. Proteste davanti alla Rai (la prima volta alcuni dirigenti ci hanno ricevuto per la consegna delle firme). Poi, niente.
Tu cittadino che protesti e ti mobiliti per me non esisti. Hai raccolto oltre 100mila firme, embè? Non rispondendoti io non ti riconosco nella tua dimensione di cittadino che ha dei diritti e li rivendica. E così indebolisco la tua voglia e la tua capacità di partecipazione.
Non ho ricevuto nemmeno una lettera di risposta di quelle ciclostilate, una roba da minimo sindacale del tipo: "Signorina Ciccone abbiamo ricevuto la sua lettera. Non faremo la rettifica. Ciao". Silenzio assoluto. Indifferenza totale. Non fu solo il direttore del Tg1 a non rispondere. Non ci degnarono di una risposta né il Presidente della Commissione di Vigilanza Rai Zavoli, né il Presidente della Rai Garimberti.
Ho la fortissima paura che questa distanza, questa frattura tra le istituzioni e i cittadini oggi sia più forte che mai. Ed è quello che sta distruggendo la fiducia nelle istituzioni democratiche e la credibilità della politica.
La politica, questi politici o non ci ascoltano o ci trollano (sì, perché il PD che propone la soluzione con Alfano, Maroni e Udc sta chiaramente trollando. Devo per forza pensare così).
Parlamento pulito
Il 14 dicembre 2007 Beppe Grillo presentò al Senato 350.000 firme di cittadini che sottoscrissero la proposta di legge di iniziativa popolare denominata “Parlamento pulito”. La legge propone:
1. Via dal Parlamento i condannati in via definitiva;
2. Limite di due mandati;
3. Reintroduzione della preferenza diretta.
Sono tre anni che aspettiamo: le firme chiuse in un cassetto, l'impegno di 350mila cittadini offeso ed umiliato.
Il 10 settembre Grillo sarà davanti a Montecitorio, per chiedere conto ancora una volta di quelle firme. Per discutere pubblicamente di quella legge. A me Grillo non piace (di certo non definisco grillini i ragazzi e le ragazze che si impegnano nel Movimento 5 Stelle; uno dei più grandi meriti del comico genovese è stato proprio quello di aver spinto moltissimi giovani, capaci, onesti e preparati in politica: "A che serve avere le mani pulite se poi le tieni in tasca?" diceva Don Milani), non piace il suo stile, il suo linguaggio, il suo dileggio continuo, la sua demagogia, il suo "sono tutti uguali". Ma questa iniziativa è pacifica, bella, partecipativa, io la sosterrò e ci sarò. Pretende dalla politica il rispetto della democrazia. E che nessuno si azzardi a parlare di antipolitica. Non c'è niente di più politico di un cittadino che rispetta la Costituzione e che pretende dai suoi rappresentanti lo stesso rispetto.
Referendum No Porcellum
Da qualche giorno è partita la raccolta firme per il referendum che punta all'abolizione del porcellum (quella legge che ha scippato ai cittadini il diritto di eleggere i propri rappresentanti in Parlamento). Entro fine settembre servono 500mila firme. Io non solo firmo, ma mi organizzo con il banchetto per raccogliere le firme. Certo c'è chi dice che ha la sua proposta di legge elettorale, che la presenta in Parlamento etc. etc. A parte che di proposte in Parlamento ce ne sono diverse, in ogni caso abbiamo capito bene che questo Parlamento non ha nessuna intenzione di cambiare questa legge elettorale. Quindi non c'è alternativa semmai alle primarie anche per i parlamentari. Solo così un partito può risultare credibile. Pippo Civati l'ha ricordato al suo stesso partito: "Chiediamo una cosa tanto rivoluzionaria che si trova già nello Statuto del PD: le primarie per scegliere i candidati al Parlamento".
In Piazza il 1 ottobre
Riportare la politica tra i cittadini, per ascoltarne ragioni e difficoltà. Nichi Vendola e SEL hanno indetto una manifestazione per il 1 ottobre proprio per promuovere il referendum abrogativo della legge elettorale definita dal Ministro Calderoli una porcata.
“Il primo ottobre noi di Sinistra Ecologia e Libertà - ha detto Vendola - prepariamoci a riempire una grande piazza di Roma. Fare piazza, intrecciare parole di verità e di ribellione, rendere visibile la voglia di cambiare, aiutare l’Italia migliore a uscire dal guscio della paura e del rancore. Il tempo dell’alternativa è ora”. Per trasformare l’indignazione in energia politica e culturale.
Il risveglio di un Paese e la felicità della democrazia
Cominciamo da qui a risvegliare il Paese... Un Paese che dobbiamo pretendere sia anche per i giovani. Ricerca, innovazione, crescita mancano nella visione di questa che è tutto tranne che buona politica.
"Basterebbe guardarsi intorno, per constatare il decadimento culturale e morale, al limite, certe volte, della connivenza col mondo criminale, dei gruppi dirigenti, anche in democrazie di lunga tradizione. Un tempo sarebbe stata impensabile la misura odierna del degrado... Credere in una buona democrazia ci impone di denunciare i comportamenti impropri, gli abusi, le forzature. Cercando però di non aprire un varco all'antipolitica, perché solo la politica - e nessun altro potere forte o seducente che sia - può stare a capotavola, può tenere in mano il mazzo, può dare le carte; perché la politica soltanto sa disciplinare il libero scontro tra interessi legittimamente concorrenti in nome dell'interesse generale... La democrazia ha bisogno di buona politica, e non bisogna stancarsi di pretenderla". (Ezio Mauro - La felicità della democrazia)
Arianna Ciccone
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