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I soliti idioti. L’AgCom blocca PoliticApp dopo averla approvata

8 Febbraio 2013 4 min lettura

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I soliti idioti. L’AgCom blocca PoliticApp dopo averla approvata

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Aggiornamento 9/2/2013: Nuova puntata dei soliti idioti: leggo sul Corriere della Sera che l'AGCOM impone il blackout anche su twitter impedendo alla redazione di via Solferino di diffondere i dati sull'umore della rete nei confronti dei partiti politici pubblicata nello speciale #elezioni2013 'Sentimeter'. E anche in questo caso l'AGCOM prima aveva dato l'ok e ora ha deciso di bloccare l'iniziativa. 92 minuti di applausi.

La possibilità di monitorare e di rendere pubbliche in tempo reale le reazioni della rete in questa campagna elettorale non sarà quindi possibile. In un’era in cui i social-media rappresentano un canale sempre più rilevante per permettere la partecipazione, la discussione e la possibilità di esprimere le proprie idee, questa decisione fa quantomeno riflettere.

Intanto stamattina il PDL ha cominciato a diffondere subdolamente sondaggi su twitter nonostante il blackout. E adesso l'AGCOM cosa farà contro i furbetti del sondaggio?

 

 

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La vicenda è nota ormai. Ma vale la pena ripercorrere le tappe di questa ennesima idiozia, che racconta ancora una volta l'arretratezza culturale del nostro Paese rispetto a questioni di fondamentale importanza come informazione, accesso all'informazione e cultura digitale.

- La società SWG l'11 gennaio 2013 sottopone ad autorizzazione l'applicazione PoliticApp, e richiede il parere dell'AGCOM sulla possibilità di continuare, anche durante il 'black out period' (la legge sulla par condicio, altra incommensurabile idiozia, vieta la diffusione di sondaggi nei 15 giorni precedenti le elezioni), la vendita ai propri clienti di contenuti politico-elettorali, incluse le intenzioni di voto.

- L'AGCOM il 14 gennaio risponde, approvando l'applicazione e la richiesta. E argomenta così:

La disciplina dei sondaggi relativi ad indicazioni di voto si riferisce unicamente a quelli diffusi su mezzi di comunicazioni di massa e si ritiene che non possa definirsi tale un'applicazione per smartphone: essa altro non è che un software per cellulari accessibile esclusivamente da quanti, in base ad una scelta volontaria, abbiano deciso di scaricarla sul proprio telefonino. Inoltre, trattandosi di un'applicazione a pagamento, essa potrà essere fruita soltanto da un target definito di clienti paganti, da coloro, cioè, che abbiano deciso di acquistarla. Detta applicazione risulta pertanto priva delle caratteristiche distintive del mezzo di comunicazione di massa, vale a dire 'la destinazione al grande pubblico' e la diffusione 'ad una pluralità indeterminata di destinatari.

Avete riso anche voi vero mentre leggevate? Comunque andiamo avanti

- SWG incassato l'ok dell'AGCOM investe sul prodotto e il 1° febbraio lancia l'applicazione, rendendo disponibile i primi giorni i contenuti anche via web, pubblicizzandola su alcuni social network come Facebook e Twitter. L'applicazione costa 9,99 euro e si può acquistare su AppStore o su GooglePlay.

- Il 6 febbraio AGCOM ci ripensa. Qualcuno avrà fatto pressioni (eravamo nel paradosso che i giornali non potevano pubblicare dati a cui i cittadini/lettori/utenti potevano accedere direttamente), qualcun altro avrà spiegato a quelli dell'AGCOM come funziona il web. Fatto sta che in seguito ad un approfondimento (LOL) l'Autorità Garante per le Comunicazioni decide che PoliticApp va assimilata ad un mezzo di comunicazione di massa.

- SWG, si legge in una nota, ha chiesto all'AGCOM di riconsiderare la propria posizione e si riserva di studiare azioni a tutela dei suoi interessi economici e di immagine, lesi da un comportamento così contraddittorio. Intanto SWG ha deciso di rimborsare i clienti che hanno scaricato l'app, di trasformare l'app a pagamento in app gratuita a partire dal 9 febbraio e di continuare a produrre contenuti, rispettando l'ultima interpretazione dell'AGCOM quindi senza diffondere sondaggi elettorali.

- In un comunicato diffuso anche sull'app SWG precisa

Lo spirito che ha animato SWG nel progettare e realizzare un'applicazione per tablet e smartphone è stato quello di tentare di trovare nuove forme di linguaggio e di distribuzione dei proprio servizi che le nuove tecnologie permettono...

Oggi un politico che vuole acquistare un sondaggio per conoscere le tendenze dell'opinione pubblica può farlo, mentre qualche migliaio di cittadini che vogliono spendere 10 euro ciascuno per avere le stesse informazioni no. Mentre il primo può conoscere e diffondere tra colleghi e militanti i dati, qualche migliaia di cittadini non li possono conoscere,né conseguentemente parlarne in famiglia e con gli amici

Conclusione? I soliti idioti. Ma il problema non è la decisione dell'AGCOM rispetto a PoliticApp, il problema come si diceva all'inizio è una profonda arretratezza culturale rispetto a queste dinamiche, il problema è a monte, e si chiama par condicio (non ci sono parole ha ragione Francesco Costa). Il problema è che a 'legiferare' su questioni così delicate ci sono persone totalmente inadeguate: solo pochi giorni prima di questa ultima strepitosa performance, il presidente dell'AGCOM parlava di estendere la par condicio anche al web. Insomma #GENIITUTTI.

E ha ragione Mario Tedeschini Lalli il punto è che non si tratta solo di idiozia, queste persone messe lì a ricoprire determinati ruoli sono pericolose.

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