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Hong Kong, arrestato e rilasciato su cauzione il proprietario del giornale Apple Daily: “È solo l’inizio, la battaglia per le nostre libertà sarà lunga”

13 Agosto 2020 6 min lettura

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Hong Kong, arrestato e rilasciato su cauzione il proprietario del giornale Apple Daily: “È solo l’inizio, la battaglia per le nostre libertà sarà lunga”

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Aggiornamento 17 giugno: Circa 500 agenti della polizia hanno fatto irruzione nella sede del quotidiano pro-democrazia Apple Daily a Hong Kong e arrestato cinque persone tra cui il direttore Ryan Law con l'accusa di "collusione con forze straniere" per mettere in pericolo la sicurezza nazionale.

Si tratta della seconda volta in 10 mesi che il giornale, fondato da Jimmy Lai, subisce un'irruzione da parte delle forze dell'ordine: durante il primo raid, lo scorso agosto, Lai è stato arrestato e sta scontando 20 mesi di carcere per reati legati alle proteste.

La polizia ha detto che il mandato utilizzato giovedì mattina è stato emesso sulla base della "legge sulla sicurezza nazionale", che dà agli agenti la possibilità di fare perquisizioni e sequestri di materiale giornalistico. L'irruzione è avvenuta intorno alle 7:30 locali ed è stata tramessa in diretta dall'Apple Daily.

Il capo della sicurezza di Hong Kong, John Lee, ha accusato gli arrestati di usare «il lavoro giornalistico come strumento per mettere in pericolo la sicurezza nazionale» e ha affermato che «i giornalisti normali sono una cosa diversa rispetto a queste persone. Per favore tenetevi a distanza da loro».

Oltre al direttore Ryan Law, sono stati posti agli arresti domiciliari l'amministratore delegato Cheung Kim-hung, il direttore operativo Chow Tat-kuen, il vicedirettore Chan Puiman e il caporedattore Cheung Chi-wai. Law è stato visto uscire dalla sede del giornale scortato dalla polizia intorno alle 9 e 30 del mattino.

Il sovrintenente alla Sicurezza nazionale Steve Li ha detto in conferenza stampa che il presunto reato riguarda circa 30 articoli in cinese e in inglese pubblicati dal giornale nel 2019 in poi. Gli articoli, ha affermato, costituivano «forti prove» di una sospetta cospirazione per chiedere a potenze straniere di imporre sanzioni alla Cina o a Hong Kong. «Non stiamo prendendo di mira i media, ma un'organizzazione che violerebbe l'articolo 29 della legge sulla sicurezza nazionale», ha aggiunto Li, avvertendo lo staff dell'Apple Daily di non reiterare questi comportamenti e agli altri giornalisti di non attirare sospetti su di loro.

La polizia ha inoltre sequestrato circa 2,3 milioni di dollari di beni di tre società: Apple Daily Limited, Apple Daily Printing Limited e AD Internet Limited.

Lunedì mattina circa 200 poliziotti a Hong Kong hanno perquisito la sede del quotidiano Apple Daily. Poco prima è stato arrestato il suo proprietario Jimmy Lai, magnate dei media pro democrazia e da tempo critico del governo di Pechino. Nell'operazione di polizia sono finiti in manette anche due figli di Lai e quattro dirigenti della sua azienda.

Lai, 71 anni, in base alla nuova legge per la sicurezza, entrata in vigore il 1 luglio scorso e approvata dopo le proteste del 2019 pro democrazia a Hong Kong, è accusato di collusione con potenze straniere. La Cina ha dichiarato di sostenere l'arresto del magnate da parte della polizia di Hong Kong, sottolineando la necessità di "punire severamente" coloro che sono in collusione con le forze straniere per mettere in pericolo la sicurezza nazionale. Il 10 agosto è stata arrestata, sempre ai sensi della nuova legge sulla sicurezza nazionale, anche Agnes Chow, attivista pro democrazia.

La legge per la sicurezza – che prevede pene che arrivano fino all'ergastolo per i reati di secessione, sovversione, organizzazione e perpetrazione di attività terroristiche e collusione con un paese straniero per mettere in pericolo la sicurezza nazionale –, dopo la sua approvazione, aveva suscitato critiche e timori da parte di sostenitori dei diritti umani e giuristi sul suo possibile utilizzo per reprimere il dissenso nei confronti del governo. Joshua Rosenzweig, direttore del programma Cina di Amnesty International, aveva affermato che la legge rappresentava «la più grande minaccia ai diritti umani nella storia recente della città».

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Ora questi arresti confermano l'uso della legge come mezzo di repressione, ha detto Keith Richburg, direttore della scuola di giornalismo dell'Università di Hong Kong. Per Steven Butler, coordinatore del programma asiatico del Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ), l'arresto di Lai "conferma i peggiori timori che la legge per la sicurezza nazionale di Hong Kong sarà usata per sopprimere opinioni critiche pro-democrazia e per limitare la libertà di stampa”. In una nota, il club dei corrispondenti stranieri dell'ex colonia britannica e regione amministrativa speciale della Cina, ha condannato la perquisizione degli uffici del giornale e gli arresti perché "segnano una nuova fase oscura nell'erosione della reputazione globale della città".

Il governo degli Stati Uniti, l'Unione europea, organismi per i diritti umani e giornalisti in tutto il mondo hanno espresso preoccupazione per il rispetto dei diritti umani e della libertà di stampa. Da quando è entrata in vigore la nuova legge, le autorità di Hong Kong hanno affermato il diritto di perseguire i critici all'estero, fatto irruzione in un istituto di sondaggi, arrestato ex membri di un gruppo a favore dell'indipendenza, escluso 12 candidati pro-democrazia dalle elezioni legislative, che poi sono state rinviate di un anno in relazione alla pandemia di nuovo coronavirus, racconta CPJ.

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Dopo l'arresto di Lai, i residenti di Hong Kong si sono messi in fila per acquistare l'Apple Daily come forma di sostegno al suo proprietario. Molte persone hanno comprato anche azioni in borsa di Next Digital Ltd – la società dietro il giornale – con il risultato di un guadagno di oltre il 1.100%. L'edizione di martedì del quotidiano aveva in prima pagina la foto di Lai tra agenti di polizia e il titolo "Apple continuerà a combattere".

L'11 agosto Lai e Chow (insieme ad altre persone arrestate) sono stati rilasciati dopo il pagamento di una cauzione.

Una volta tornato negli uffici del suo giornale Apple Daily, Lai ha ricevuto un benvenuto da eroe, racconta il Guardian. Il magnate ha affermato di essere molto commosso: «Continueremo a combattere. Abbiamo il sostegno del popolo di Hong Kong. Non possiamo deluderli». Alla BBC Lai ha detto di ritenere il suo arresto "solo l'inizio", aggiungendo che la battaglia per le libertà di Hong Kong sarà lunga e che per questo i manifestanti dovranno essere più cauti e più creativi nella resistenza «per preservare il nostro stato di diritto e la nostra libertà».

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L'attivista Chow ha detto ai giornalisti che in passato era stata arrestata quattro volte, ma che questa volta era stata l'esperienza più spaventosa: «L'accusa politica in questo caso è stata ridicola. È ovvio che il regime e il governo stanno usando la legge sulla sicurezza nazionale per sopprimere i dissidenti politici».

Intanto, l'Apple Daily, temendo nuove azioni legali contro il lavoro dei propri giornalisti – ad esempio le fonti potrebbero finire nei guai per aver parlato con loro – ha organizzato briefing legali su come rispondere se la polizia dovesse fare irruzione nella redazione e fornito linee guida su quali informazioni i giornalisti non sono tenuti a dare agli agenti. Alex Lam, portavoce del sindacato del giornale e giornalista della squadra investigativa, ha dichiarato: «Ora la mentalità è quella di affrontare le sfide insieme».

Immagine in anteprima via @QuickTake

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