“Ho 18 anni e sogno di vivere in un Paese normale”
3 min letturaCara Valigiablu,
mi chiamo Gianluca Daluiso e sono di Riccione. Qualche giorno fa ho compiuto diciotto anni. Potrei finalmente votare. Tuttavia non sono felice di avere acquisito questo diritto, perché in realtà non so cosa farmene.
Vivo in un paese che non ha nulla a che fare con la democrazia. Io non voglio parlare di Berlusconi, perché sarebbe tempo perso, oramai penso, ma soprattutto spero, che tutti gli italiani si siano resi conto di chi sia questa persona veramente. Io voglio affrontare un problema più grande, guardando in faccia la realtà. In Italia non esiste una vera classe politica. Io non ho fiducia in chi amministra la cosa pubblica attualmente in Italia. Hanno tolto a me e a tutti i giovani ogni futuro, siamo un paese allo sbando, destinato a fallire.
Io, nonostante tutto, non mi rassegno, non gliela dò vinta a questi DIPENDENTI infedeli. Continuerò a combattere, continuerò a credere nei miei ideali, anche quando non ci sarà più speranza. Ho avuto la fortuna di crescere grazie agli insegnamenti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, mi hanno insegnato il senso dello stato, il senso della legalità, il senso della giustizia o più semplicemente il senso di vivere, il significato di appartenere ad una comunità.
Ho imparato grazie a loro l’importanza di fare ogni giorno il mio dovere, senza avere paura degli eventuali ostacoli, difficoltà che potrei affrontare nel fare questo.
Io voglio, o meglio, io desidero che gli italiani comincino ad indignarsi, a reagire. E’ troppo tempo che noi cittadini veniamo trattati come dei sudditi, è tempo che ci riappropriamo del nostro Stato perché lo Stato è nostro, lo Stato siamo noi. Non so, come siamo potuti cadere in questa profonda crisi Istituzionale, non lo voglio neanche sapere. Quello che interessa a me al momento è che si combatta, che si faccia qualcosa per far avvenire questa tanto attesa rivoluzione culturale e morale che smuoverà il paese e la coscienza tutti gli Italiani.
I giovani, la mia generazione, ricoprono un ruolo importante in questo. I ragazzi d’oggi saranno i cittadini del domani, se loro vorranno, se noi ci oppone remo a questo sistema di illegalità diffusa, a questa struttura di commistioni, tutto questo svanirà come un brutto incubo e lo studieremo soltanto sui libri di storia e ne parleremo soltanto come un brutto ricordo, una situazione totalmente differente dalla realtà. Per fare questo però, bisogna muoversi, occorre che ogni persona nel suo piccolo conduca le sue battaglie, resista. Resistenza non vuole dire stare dietro a un computer e scrivere la parola “resistenza” su un network e sembra che più grande la scrivi e più resistenza compi.
La vera resistenza è scendere in piazza, è parlare ai giovani, è informare la gente, è rifiutare quei “piccoli compromessi” di ogni giorno, insegnando il rispetto per la legalità alle nuove generazioni. Io con queste mie poche parole voglio smuovere, voglio far indignare tutti quegli italiani onesti. Crediamoci in un cambiamento, crediamo in una nuova riforma della società italiana, crediamo di potere restaurare la democrazia in Italia.
Io combatterò sempre per ciò in cui credo, e so che non sono solo e non sarò da solo. Ci sono già tanti italiani che si battono per rivendicare i propri diritti da cittadini e questa cosa da oggi la dovranno fare tutti gli italiani. Basta a delegare il proprio lavoro a gli altri. Come diceva Gandhi “Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo”.
Non lamentiamoci di com’è la situazione italiana se noi in prima persona non facciamo niente per poterla cambiare. Lottiamo, affrontiamo le problematiche del nostro paese, senza avere paura, senza rassegnarsi. Poi noi, ottimisti, potremo pure perdere tutte le nostre battaglie, ma come diceva Indro Montanelli, una battaglia la riusciremo sempre a vincere, la più importante, quella che si ingaggia ogni mattina davanti allo specchio.
Cerchiamo di camminare sempre a schiena dritta e testa alta, ascoltando soltanto la voce della nostra coscienza, e non avremo mai rimpianti, perché sapremo di aver fatto comunque sempre la cosa giusta, il nostro dovere.
Io nonostante tutto, continuo a credere in noi italiani, penso che saremo capaci di cacciare, spero con metodi democratici, chi oggi occupa abusivamente le nostre istituzioni e ci rendono gli zimbelli del mondo.
Crediamoci, insieme ce la possiamo fare, anzi sono sicuro che ce la faremo.