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Il vero piano del governo Netanyahu non è salvare gli ostaggi, ma espellere i palestinesi da Gaza

22 Aprile 2025 5 min lettura

Il vero piano del governo Netanyahu non è salvare gli ostaggi, ma espellere i palestinesi da Gaza

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Il governo israeliano revoca la rimozione del direttore dello Shin Bet, i servizi di sicurezza israeliani, Ronen Bar

Aggiornamento 1 maggio 2025: Il governo israeliano ha revocato il licenziamento del direttore dello Shin Bet, i servizi di sicurezza israeliani, Ronen Bar, nel tentativo di prevenire una sentenza della Corte Suprema che potrebbe costituire un precedente in merito. La decisione è arrivata il giorno dopo le dimissioni presentate da Bar per il 15 giugno. Ora che il governo ha revocato il licenziamento di Bar, non è chiaro quale sarà la decisione della corte in merito al suo caso.

Lo scorso 20 marzo, il premier israeliano Netanyahu aveva annunciato la rimozione di Bar sostenendo di aver perso fiducia nel direttore dello Shin Bet. La scorsa settimana, in una dichiarazione giurata di 31 pagine presentata alla Corte Suprema, Bar, 59 anni, ha affermato che Netanyahu aveva cercato di licenziarlo per aver rifiutato di giurare fedeltà al primo ministro nei confronti dei tribunali e aveva cercato di utilizzare l'agenzia per spiare i manifestanti antigovernativi. Il caso di Bar è stato sostenuto dal procuratore generale Gali Baharav-Miara e dai leader dell'opposizione.

Domenica, Netanyahu ha presentato una propria dichiarazione giurata al tribunale definendo Bar un “bugiardo”.

Nel corso dell'ultimo anno, sui media locali e internazionali il governo israeliano ha più e più volte affermato che la ragione principale del perpetuarsi del conflitto a Gaza fosse la liberazione degli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023. Ma, come riporta un articolo su Hareetz, in due recenti interviste il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, e il ministro della Cultura e dello Sport Miki Zohar, membro del partito Likud, hanno espresso nella massima trasparenza affermazioni che di solito circolano privatamente: e cioè che la liberazione degli ostaggi non è l’obiettivo più importante della guerra.

In un’intervista alla radio, Smotrich ha detto che, sebbene sia importante restituire gli ostaggi alle loro famiglie, questo “non è l'obiettivo più importante”. Israele dovrebbe concentrarsi sul controllo totale della Striscia di Gaza e sul trasferimento della popolazione palestinese locale fuori dall'enclave costiera (anche se non ha specificato dove o come ciò avverrebbe) piuttosto che dare priorità al salvataggio degli ostaggi rapiti.

Non si tratta di un pensiero isolato. Un'ora prima, alla domanda se Israele dovesse dare priorità al ritorno di tutti gli ostaggi con un accordo che ponesse fine alla guerra o continuare ad attaccare Hamas, anche se ciò metteva a rischio la sopravvivenza degli ostaggi, il ministro Zohar ha risposto candidamente che era preferibile continuare la guerra, prima di passare a parole vuote e prive di significato sull'impegno del governo nei confronti degli ostaggi che non è riuscito a salvare per così tanto tempo.

Le parole dei due ministri sono passate quasi inosservate ma rivelano che il governo Netanyahu non ha alcun piano reale o intenzione di riportare a casa tutti i prigionieri rimasti, prosegue l’articolo di Hareetz: “Il modo migliore per raggiungere questo obiettivo era procedere alla fase due del cessate il fuoco e raggiungere un accordo per porre fine alla guerra in cambio del rilascio di tutti i 59 ostaggi ancora detenuti da Hamas. Netanyahu ha deliberatamente scelto di non farlo e ha invece tentato di imporre un accordo parziale e limitato nel tempo”, rifiutato da Hamas.

I negoziati per lo scambio degli ostaggi sembrano ancora in alto mare. Hamas e Israele consideravano le festività come una potenziale scadenza per raggiungere un accordo, ma il divario tra le condizioni poste dalle due parti non è stato colmato: Israele rifiuta l'idea che Hamas continui a governare a Gaza e Hamas rifiuta di rilasciare gli ostaggi senza garanzie per la fine della guerra.

Circa mille riservisti e ufficiali in pensione dell'aeronautica israeliana hanno firmato una lettera, scritta dal colonnello Rami Matan, ex vice comandante dell'IDF, che critica la rottura della tregua e i nuovi attacchi su Gaza, chiede un nuovo immediato cessate il fuoco e di dare priorità al ritorno degli ostaggi rispetto alla lotta contro Hamas. La lettera è stata sottoscritta anche da oltre 250 ex agenti del Mossad, l’agenzia d’intelligence israeliana.

Da quando, il 18 marzo, Israele ha riavviato la sua offensiva nella Striscia di Gaza, rompendo il cessate il fuoco iniziato lo scorso gennaio, sono state uccise più di 1.500 persone. Nelle scorse settimane un attacco aereo ha distrutto l’ospedale al-Ahli a Gaza, l'ultimo pienamente funzionante a Gaza, mentre sta emergendo la verità sull’uccisione di 15 paramedici in seguito all’attacco da parte delle forze israeliane su un convoglio della Mezzaluna Rossa.

Le menzogne di Israele sulla strage dei paramedici della Mezzaluna Rossa

Negli stessi giorni delle interviste dei due ministri, il capo dello Shin Bet, i servizi segreti israeliani, Ronen Bar, recentemente sollevato dall’incarico da Netanyahu, ha affermato in una dichiarazione presentata alla Corte Suprema, che la decisione del primo ministro israeliano di licenziarlo ha ragioni politiche, e non professionali. 

Netanyahu aveva spiegato di aver perso la fiducia in Bar perché lo Shin Bet non era stato in grado di impedire l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Nella sua testimonianza, Bar ha invece evidenziato come il governo abbia ignorato alcuni avvertimenti precedenti all'attacco. La decisione di Netanyahu di licenziare Bar è stata sospesa dalla Corte Suprema, dopo che gli osservatori politici e i rappresentanti dell'opposizione hanno sostenuto che il licenziamento era illegale.

Citando elementi circostanziati, Bar ha detto di essere stato licenziato perché non avrebbe soddisfatto la richiesta da parte del primo ministro isralieano di ottenere lealtà personale. In particolare, Netanyahu avrebbe chiesto a Bar di spiare i manifestanti israeliani che protestavano contro il governo e di interferire nel processo per corruzione che lo vede coinvolto (e nel quale ha cominciato a essere interrogato). 

L’ufficio di Netanyahu ha respinto la dichiarazione giurata, definendola “piena di bugie”, mentre il Likud, il partito del primo ministro, ha accusato Bar di agire contro il primo ministro e di aver trasformato parte dei servizi segreti Shin Bet in “una milizia privata dello Stato profondo”.

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Immagine in anteprima: frame video FirstPost via YouTube

2 Commenti
  1. Carlo

    È la prima cosa che ho pensato all'indomani degli attentati del 7 ottobre 2023. E non sono un indovino.

    • EmmE

      Anch'io. E dopo tutto questo tempo, questo pensiero sembra riflettere la realtà dei fatti

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