Grilloeconomics e i conti della serva che non tornano mai
7 min letturaDunque, Signor Grillo, mi faccia capire. Abbia pazienza, ma io non sono un'economista, e con i conti non me la cavo nemmeno troppo bene (sono laureata in lettere, che vuole). Del resto il suo Movimento pure i deputati li ha scelti così, senza troppe competenze specifiche, sulla base dell'uno vale uno: per cui abbia pazienza e sopporti, in margine alle Sue dichiarazioni da non professionista che anche io, da non professionista, chieda lumi.
Ieri sul suo bel blog mi è apparso un post in cui c'era questo illuminante passaggio:
Ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici. Questo peso è insostenibile, è un dato di fatto, lo status quo è insostenibile, è possibile alimentarlo solo con nuove tasse e con nuovo debito pubblico, i cui interessi sono pagati anch'essi dalle tasse. È una macchina infernale che sta prosciugando le risorse del Paese. Va sostituita con un reddito di cittadinanza.
Ora, io, signor Grillo, vorrei una spiegazione, perché non mi è molto chiaro. Se ho capito bene Lei ed i suoi proporrete una legge per cui le pensioni e gli stipendi degli statali saranno aboliti e sostituiti tutti con un reddito di cittadinanza, che, essendo dato a tutti solo per il fatto di essere cittadini, non potrà essere una gran somma, ma, proprio perché erogato a molta più gente di quella che è oggi dipendente pubblico, mi sfugge come potrebbe essere un gran risparmio.
In altri paesi dove c'è, a quanto ne so, il reddito di cittadinanza (cosa sacrosanta e tra l'altro ce lo chiede l'Europa) è una cifra attorno ai 600 euro. Mettiamo anche siate generosissimi e me ne diate mille al mese, io, che sono dipendente pubblica – insegnante, per la precisione – ne prendo ora 1400, con 10 anni di anzianità. Quindi, a conti fatti, mi sta dicendo che Lei e i suoi proporrete una legge per cui io mi vedo tagliare dallo stipendio 400 euro o forse anche di più al mese? Ammazza, signor Grillo, manco il peggior Brunetta s'era mai azzardato a proporre qualcosa di simile, nemmeno Monti nel peggior delirio.
E non solo, a quanto pare, mi vedrei tagliare lo stipendio per trovarmelo sostituito con questo fantomatico “reddito di cittadinanza”, ma avrei anche la gioiosa prospettiva di continuare a lavorare, per meno soldi, senza nemmeno scatti di anzianità o straordinari: perché il reddito di cittadinanza è tale, non è che uno è più cittadino di un altro per una questione di età, o lo è per più ore. Quindi, ricapitolando, a me toccherebbe lavorare tutta la vita per gli stessi soldi, meno probabilmente di ora, e senza più percepire aumenti di nessun tipo? Che culo, mi scusi il francesismo.
Ma andiamo avanti, signor Grillo, perché la sua fenomenale proposta economica va analizzata per bene.
Non infogniamoci nemmeno nella questione che una proposta simile andrebbe a toccare quella cosa che si chiamano “diritti acquisiti”, e che la Costituzione garantisce. Tanto con la valanga di onorevoli che vi siete beccati può anche essere che per voi cambiare la Costituzione diventi una bazzeccola. No, analizziamola solo così, per quello che è, e per ciò che causerebbe.
Innanzi tutto, una fuga dei dipendenti pubblici verso la pensione. O meglio, no, perché le pensioni non esisterebbero più. Ma se tanto ho il reddito di cittadinanza garantito, almeno per un po' di mesi o qualche anno, e non ho possibilità di guadagnare di più, non vedrei che attrattiva potrebbe avere, a questo punto, il posto pubblico. Me ne sto a casa a fare un cazzo, almeno un po' di mesi all'anno, invece che andare a lavorare.
Sì, lo so cosa diranno in tantissimi: eh, tanto sei dipendente pubblico, non fai un cazzo lo stesso. Ok, certo. Poi vi voglio sentire la mattina quanto smadonnerete quando portando i figli a scuola ve li rimanderanno a casa perché la maestra non c'è, e non si trova nessuno che sia disposto a farla, la maestra in una scuola pubblica. Il dipendente pubblico, a questo punto, sarà una carriera attraente solo per chi non ha il reddito di cittadinanza perché non cittadino italiano, magari. Quindi, chi ci mandiamo a fare la maestra? La ex badante ucraina? L'immigrato del Togo? Be', almeno sarà la volta che i nostri figli avranno delle esperienze internazionali fin dalla prima infanzia. Perché le maestre italiane, a questo punto, le troverete solo nelle scuole private, dove verranno pagate di più, potranno contrattare con il datore di lavoro gli scatti di anzianità, eccetera. Sarano scuola che attireranno magari maestre migliori e più preparate, per carità. Ma le pagherete anche voi carette quelle scuole, mi sa.
Ma andiamo avanti, signor Grillo. La sua geniale proposta, infatti, si basa su una lettura della società che nel suo post veniva fornita poche righe prima, e che, mi permetta di dirlo, a me che non sono economista e nemmeno sociologa, pare però un pochino abborracciata:
In Italia ci sono due blocchi sociali. Il primo, che chiameremo blocco A, è fatto da milioni di giovani senza un futuro, con un lavoro precario o disoccupati, spesso laureati, che sentono di vivere sotto una cappa, sotto un cielo plumbeo come quello di Venere. Questi ragazzi cercano una via di uscita, vogliono diventare loro stessi istituzioni, rovesciare il tavolo, costruire una Nuova Italia sulle macerie. A questo blocco appartengono anche gli esclusi, gli esodati, coloro che percepiscono una pensione da fame e i piccoli e medi imprenditori che vivono sotto un regime di polizia fiscale e chiudono e, se presi dalla disperazione, si suicidano.
Il secondo blocco sociale, il blocco B, è costituito da chi vuole mantenere lo status quo, da tutti coloro che hanno attraversato la crisi iniziata dal 2008 più o meno indenni, mantenendo lo stesso potere d'acquisto, da una gran parte di dipendenti statali, da chi ha una pensione superiore ai 5000 euro lordi mensili, dagli evasori, dalla immane cerchia di chi vive di politica attraverso municipalizzate, concessionarie e partecipate dallo Stato. L'esistenza di questi due blocchi ha creato un'asimmetria sociale, ci sono due società che convivono senza comunicare tra loro. Il gruppo A vuole un rinnovamento, il gruppo B la continuità. Il gruppo A non ha nulla da perdere, i giovani non pagano l'IMU perché non hanno una casa, e non avranno mai una pensione. Il gruppo B non vuole mollare nulla, ha spesso due case, un discreto conto corrente, e una buona pensione o la sicurezza di un posto di lavoro pubblico. Si profila a grandi linee uno scontro generazionale, nel quale al posto delle classi c'è l'età. Chi fa parte del gruppo A ha votato in generale per il M5S, chi fa parte del gruppo B per il Pld o il pdmenoelle.
Ecco, ora mi scusi, signor Grillo, ma non ho capito come la Sua proposta verrebbe in aiuto al gruppo A: esodati e pensionati con la minima non è che riceverebbero un reddito di cittadinanza tanto superiore a quanto ricevono oggi: per una elementare norma economica il “reddito di cittadinanza”, proprio perché viene dato a tutti, deve essere per tutti uguale ma non può essere una gran cifra. Per i piccoli e medi imprenditori non farebbe differenza, perché loro non lo potrebbero comunque percepire, in quanto titolari di attività indipendenti ed in proprio; per i giovani non sarebbe questo gran volano, perché anche ammettendo che così si svuoterebbero posti nel settore pubblico e qua i giovani potrebbero essere assunti a tempo indeterminato, abbiamo visto che però sarebbero posti poco appetibili, senza prospettive di avanzamento e con stipendi al limite della fame.
Mi lasciano un po' perplessa infine le ricadute sul gruppo B, che comprende i dipendenti statali. I quali, mi scusi Signor Grillo, non è che proprio abbiano mantenuto intatto, come dice Lei, dal 2008 il loro potere d'acquisto, pur con uno stipendio fisso ed assicurato: se lo sono visti erodere come tutti gli altri, perché le cose, molto banalmente, costano di più anche per loro. Questi dipendenti pubblici, dunque, se guadagnano putacaso ora più di 1000 euro, abbiamo visto, si troverebbero con lo stipendio decurtato consistentemente; se ne guadagnano meno avrebbero appena appena una misera mancetta, ma senza la prospettiva di vederlo aumentare più sulla base dell'anzianità o delle progressioni di carriera. Mi è invece del tutto incomprensibile come l'introduzione del reddito di cittadinanza potrebbe influire sulle altre categorie: per gli evasori sarebbe una pacchia (prenderebbero il reddito di cittadinanza/stipendio pubblico e si terrebbero le loro attività in nero); per le municipalizzate, essendo spesso società miste pubblico/privato, non so nemmeno se una regola “stipendio bloccato” potrebbe essere valida e applicata, ma anche se lo fosse non garantirebbe di certo la sparizione di corruzione e malaffare (semmai penso che li incrementerebbe, vedi quanto detto poche righe sopra sugli evasori).
Infine quelli che hanno una pensione superiore ai 5000 euro, anche tralasciando la solita storia dei diritti acquisiti, ce l'hanno perché han pagato contributi, ed avevano anzianità per ottenerla: cioè, gliela togliamo così, a come cavolo ci pare? E poi, sia ben chiaro, nemmeno le pensioni al di sotto dei 5000 potrebbero essere erogate: se reddito di cittadinanza è, lo è per tutti. Tutti a 1000 euro al mese, dunque.
Però, vede, Signor Grillo, anche questa idea che quelli del gruppo B abbian tutti due case e vivano nel lusso, io la rivedrei un pelino: perché molti di quelli che hanno una casa (una, sola) e una pensione (magari anche vicina ai 5000 euri, eh), grazie a quella ci mantengono i figli precari e laureati che non trovano posto, e i nipotini. Lei mi dirà: «Bene, adesso non servirà più perché i figli avranno il reddito di cittadinanza!» Eh, di 1000 euro, e con il babbo che non ne prende più 3000 al mese, ma 1000 anche lui. Si faccia due conti, i soldi che gireranno in casa aumenteranno o no?
Per questo, caro Signor Grillo, ecco, io non so come dirglielo, e non ho nemmeno i titoli per dirglielo perché non sono un'esperta di economia, ma una che fa proprio i conti della serva. Però a me questi conti qua non tornano, non tornano proprio, mi paiono un ben modo per colpire ancora e come sempre i più poveri senza garantire che i ricchi e gli evasori vengano stroncati.
Ma magari mi sbaglio, è solo la mia opinione. Che però del resto lo ha detto Lei: uno vale uno. E io una pur sempre sono, eh.
RT @c_delloste: Dare 1000 € al mese a 2,8 milioni di disoccupati costa 33,6 miliardi l'anno. Reddito di cittadinanza solo stampando moneta
— albe annicchiarico (@albe_) 27 febbraio 2013
Qui un rapido calcolo su quanto costerebbe il reddito di cittadinanza (che ripetiamo è giusto e ce lo chiede l'Europa, ma bisogna capire bene di cosa stiamo parlando, quando costa e come si trova la copertura):
Grillo parla di un reddito di 1000 euro per 3 anni. I disoccupati sono 2 milioni e 875mila, quindi servirebbero 34,5 miliardi all'anno. Da dove si prendono? Secondo il leader del MoV5Stelle da:
Abolizione Province > 510 milioni annui
Accorpamento Comuni > 11,6 milioni
Taglio missioni all'estero > 2012 sono stati stanziati 1,4 miliardi
Lotta evasione > 2012 sono rientrati 12 miliardi
Rimborsi elettorali > Grillo dice 3 miliardi, ma la Corte dei Conti parla di complessivi 100 milioni annui
Totale: 14 miliardi. Mancano altri 20,5 miliardi.