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#Grecia2015: tra i quartieri di Atene in tanti a votare tra rabbia e speranza

25 Gennaio 2015 5 min lettura

#Grecia2015: tra i quartieri di Atene in tanti a votare tra rabbia e speranza

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In partnership con giornali locali gruppo Espresso

Perama, uno dei quartieri più poveri di Atene

Perama è un sobborgo nell'estrema periferia ovest di Atene, a pochi chilometri dal Pireo. Di tradizione popolare e operaia per la presenza dei cantieri navali, il quartiere è stato uno dei più colpiti dalla crisi - basti pensare che il 60% degli abitanti è disoccupato, e Medicins du Monde ha aperto una clinica per assistere i cittadini greci rimasti senza assicurazione sanitaria.

Da sempre considerato una roccaforte rossa del KKE (il partito comunista), negli ultimi anni Perama ha visto la forte ascesa di Alba Dorata, che ha saputo sfruttare il malcontento e la delusione nei confronti dei partiti tradizionali. Alle ultime europee, tuttavia, Syriza è diventata il primo partito nel quartiere con quasi il 30% dei voti.

In questa mattinata elettorale, il seggio di una scuola vicino al porto è pieno di persone che vanno a votare. Fuori dalle aule, i rappresentanti di lista dei vari partiti controllano che tutto si svolga regolarmente.

Parlando con i cittadini, molti di loro dicono che voteranno il partito di Tsipras. Tra questi c'è anche un poliziotto in servizio alla scuola, che aggiunge di tifare Milan "ma no Berlusconi, no".

Anche un ragazzo che studia biologia esprime la propria preferenza per Syriza. "Mi sono avvicinato al partito nel 2012, dopo le proteste contro il memorandum - spiega mentre entra nel seggio - Ho visto la speranza in quel partito".

Afrodite, invece, ha 21 anni e lavora come cameriera. Parlando del quartiere in cui è nata e cresciuta, sottolinea subito che la disoccupazione ha portato moltissimi giovani ad avvicinarsi ad Alba Dorata.

Lei comunque ha votato il partito di estrema sinistra Antarsya. "Se Syriza vince è ugualmente un'ottima cosa", puntualizza. "Le persone sono molto più attive, nel 2012 c'erano più rabbia e più paura. Adesso c'è più ottimismo nell'aria, nonostante tutte le difficoltà".

Kolonaki, il quartiere più ricco di Atene

In questa domenica di elezioni Kolonaki, il quartiere più posh e ricco di Atene, è decisamente tranquillo. Siamo a pochi minuti da piazza Syntagma e il Parlamento, e la differenza con Perama è abissale - sembra quasi di essere in due città diverse.

Molti negozi vendono articoli di lusso, i locali sono tirati a lucido e non è raro imbattersi nelle Porsche parcheggiate per strada.

Negli ultimi anni Kolanaki è stata una roccaforte dei conservatori di Nea Dimokratia; pochi giorni fa, tuttavia, sui muri di una delle vie principali del quartiere è apparsa una scritta piuttosto inequivocabile: "Tutti per Syriza".

Uno dei seggi nel quartiere é nella scuola di via Skoufa, una palazzina di tre piani animata dal flusso costante di elettori. Tra le aule si aggirano diversi rappresentanti di lista. Uno di questi è Kostas del KKE, che è nato e cresciuto a Kolonaki in una famiglia di tradizioni comuniste - un'ideologia che lui ha ereditato.

Anche se sembra che qui la crisi non sia mai arrivata, Kostas dice che "molti negozi hanno chiuso e la vita notturna è nettamente diminuita". Kolonaki, tuttavia, "è sempre stato il quartiere dei ricchi, e così rimarrà".

Vicino a lui c'è un altro ragazzo del quartiere, anche lui di nome Kostas, che ha appena votato. È tornato apposta da Bruxelles, dove è emigrato due anni fa, per votare Syriza. "Attualmente è il meglio che c'è, anche perché finora abbiamo provato tutto il resto. Basta che non diventi un nuovo Pasok: vedremo se Tsipras sarà in grado di mantenere quello che ha promesso".

Kostas spiega anche la sua idea del quartiere e dei suoi abitanti. "Ora che non sono più ricche come prima, le persone si sono stufate e votano per il meno peggio, non importa se di destra o sinistra. Kolanaki - conclude il giovane - è un quartiere molto opportunista. Quando il potere cambia di mano, Kolonaki segue il potere".

Exarchia, il quartiere alternativo di Atene

A qualche chilometro da Kolonaki c'è Exarchia, il quartiere più radicale e alternativo della capitale. In questo tardo pomeriggio di elezioni le persone affollano principalmente i tantissimi locali del quartiere, e sono intente a sorseggiare caffè e parlare di elezioni.

Agli ingressi delle vie principali stazionano perennemente dei poliziotti del MAT (gli agenti antisommossa) - a Exarchia, infatti, gli scontri tra gli anarchici e le forze dell'ordine sono una costante, quasi un rituale.

Gli ultimi si sono verificati il 6 dicembre del 2014, per il settimo anniversario della morte del 15enne Alexis Grigoroupolos, ucciso senza motivo da un poliziotto in via Tzavella. Ed è proprio da qui che, nel 2008, è partita la rivolta che ha segnato la generazione che potrebbe portare al potere Syriza.

A ogni modo, uno dei tratti caratteristici del quartiere sono i suoi muri. Cinque anni di crisi li hanno trasformati in uno dei principali veicoli di critica politica dell'intera capitale. E i graffiti sono letteralmente ovunque.

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Vicino alla via dove è stato ucciso Alexis, ad esempio, un writer ne sta facendo uno in tempo reale. Si tratta di una moneta da un euro accompagnata dalla scritta in inglese: "From ancient to modern times / Who controls the money?"

Il seggio elettorale è nella scuola di via Benaki, dove gli elettori entrano ed escono. Diversi si fermano fuori dall'ingresso per consultare il nome dei candidati e i partiti. Mentre entriamo un poliziotto ci ferma e dice che in quel seggio non si possono né intervistare le persone né prendere foto.

Una volta usciti, in una parete della scuola - completamente ricoperta di graffiti - si nota distintamente una scritta blu a caratteri cubitali. Recita: "Athens burns" - Atene brucia.

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