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Gli studenti ERASMUS si uniscono alla protesta, in fuga ma non per sempre

29 Novembre 2010 2 min lettura

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Gli studenti ERASMUS si uniscono alla protesta, in fuga ma non per sempre

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Gli Erasmus si mobilitano: "Fermate il DDL e la fuga dei cervelli": sono
queste le parole alla base del flash-mob organizzato dagli Studenti
Erasmus e coordinato dall’Unione degli Studenti Universitari in ben 46
città europee con circa 80 atenei stranieri coinvolti. Il tam tam si è
sparso tramite Facebook e in poco più di cinque giorni ha toccato gli
studenti italiani nei posti più diparati d’Europa: da Jyvaskyla in
Finlandia a Malaga, da Lisbona a Ankara. Dai – 20° di Tartu in Estonia
ai + 15° di Malaga.

La nostra idea è nata per “adottare a distanza” la medesima causa dei
nostri connazionali italiani non potendo sostenerli di persona. Il
progetto Erasmus prevede un periodo di studio all’estero per un tempo
limitato, dai tre ai 12 mesi, durante i quali continuiamo ad essere
studenti universitari italiani. Per questo motivo appoggiamo la
mobilitazione perché nel caso entrasse in vigore la riforma subiremmo
anche noi le conseguenze.

Le direttive generali erano le seguenti: scegliere un monumento
simbolo della città adottiva, preparare uno striscione, radunare un
gruppo di studenti italiani e scattare una foto.

Parc Güell. Domenica 28 Novembre,ore 16.30. “No al DDL Gelmini e alla
fuga dei Cervelli” tradotto anche in lingua catalana “No al projecte de
llei Gelmini i a la fuga de Talent”. Un ottantina di ragazzi e il gioco
è fatto.

Tutti uniti. Chi per lottare per avere garanzie maggiori per il
futuro della ricerca in Italia, chi per non essere costretto a fare un
dottorato all’estero a causa di una riforma universitaria che uccide la
ricerca mettendo a rischio in tal modo il futuro dell’Italia stessa, chi
per lamentarsi perché ritiene paradossali tutti questi tagli
all’università pubblica nel Paese della Cultura per eccellenza. Uno
stato come l’Italia, considerato uno dei più sviluppati del mondo, non
può permettersi di spendere per l’università e la ricerca meno dell’1%
del PIL e di tagliare indiscriminatamente su quest’ultima. L’università
va riformata anche per noi, sappiamo che tante cose devono essere
cambiate ma pensiamo che questo sia il metodo più sbagliato in assoluto.

Dopo aver scattato la foto c’è stato un confronto sul DDL Gelmini con
la presenza di volantini illustrativi in catalano, castellano, inglese e
italiano per i turisti incuriositi dalla quantità di gente.

Per ora questo è quanto, ma nell’eventualità che il DDL Gelmini
passasse alla Camera, Barcelona e i suoi studenti Erasmus italiani non
demorderanno!

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Alessandra Perletti e Gabriele Berardi
©valigia blu - riproduzione consigliata

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