Gli imbecilli rispondono a Umberto Eco
2 min letturaL’AII (Associazione Italiana Imbecilli) ha letto con attenzione l’articolo de La Stampa che riportava alcuni stralci incontrando i giornalisti a margine della lectio magistralis di Umberto Eco all’Università di Torino.
In particolare, ha operato alla sostituzione del costrutto 'social media' con 'giornali' nel primo virgolettato e 'Internet' con 'libri' nel secondo.
Nel terzo paragrafo ha invertito i concetti associati alla parola 'Internet' a quelli associati alla parola 'giornali'.
Il risultato è il seguente testo:
I giornali danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli.
La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma dei libri è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità.
Aziende degli Usa che hanno vissuto e trionfato su internet hanno comprato start-up. Questo mi dice che c’è un avvenire, Internet non scomparirà almeno per gli anni che mi è consentito di vivere. A maggior ragione nell’era dei quotidiani in cui imperversa la sindrome del complotto e proliferano bufale.
Tornando seri per un attimo: il testo prodotto dall'Associazione Italiana Imbecilli sarebbe serio e oggettivo? No, è una generalizzazione, come quella di Umberto Eco. Ed è una generalizzazione che indugia sui consueti stereotipi, triti e ritriti, che dividono le persone in intelligenti e sceme sulla base dei mezzi di comunicazione utilizzati, dei luoghi frequentati (che hanno fatto di male i baristi?). Si leggono e si ascoltano stupidaggini clamorose su libri, giornali e nelle università, nessuno si sognerebbe di definire gli scrittori, i giornalisti e gli intellettuali come 'imbecilli' nella loro interezza.
p.s. chissà quanti lettori dei libri e degli articoli di Umberto Eco sono anche attivamente presenti sui social media...
p.s. 2 Certo tutto questo se le parole di Eco riportate dai giornali sono state davvero pronunciate, che con i "quote" dei giornali non si sa mai :D [EDIT giovedì 10 giugno, 12.43 - commento di Alessandra al post - Tengo comunque a chiarirvi che, visto che ero presente a Torino ieri, alla lectio magistralis, e sono dottoranda in semiotica e giornalista pubblicista (insomma: tengo il piede in due scarpe per non sbargliarmi) Eco non ha pronunciato queste parole nella sua lezione (che concludeva un convegno internazionale a tema complotto e complottismo) bensì dopo, nel breve incontro con i giornalisti. Forse un po' di contesto aiuta a inquadrare meglio.]
[EDIT giovedì 10 giugno, 14.11 - ecco il video con le dichiarazioni di Umberto Eco]
Più seriamente: ho chiesto all'università di Torino di mandarmi il video integrale: non mi fido delle estrapolazioni @ezekiel
— Simone Spetia (@simonespetia) 11 Giugno 2015