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Approfondito, indipendente, trasparente. I cittadini pagherebbero per un giornalismo così

7 Agosto 2015 8 min lettura

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Approfondito, indipendente, trasparente. I cittadini pagherebbero per un giornalismo così

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6 min lettura

di Dino Amenduni e Angelo Romano

Premessa metodologica e dati demografici

Questa indagine è stata svolta utilizzando il sito Surveymonkey.

Abbiamo raccolto mille questionari tra il 23 luglio e il primo agosto. L'indagine è stata pubblicata su questo sito ed è stata divulgata attraverso i social media, in particolare sugli account Facebook e Twitter di Valigia Blu.

Per tutte queste ragioni, i dati da noi raccolti non possono essere considerati significativi dal punto di vista statistico, in quanto il campionamento non è potuto avvenire in perfetta coerenza con le variabili socio-demografiche dei cittadini italiani. Inoltre, essendo stato promosso attraverso i canali social di Valigia Blu, possiamo ritenere che i dati che vi presentiamo raccontino bene gli orientamenti della nostra community attiva sui social media e sul sito, mentre sono meno attendibili da un punto di vista scientifico.

Fatti salvi i limiti della nostra indagine, vogliamo comunque condividere i risultati per stimolare una prima riflessione. La traccia del questionario è a disposizione di chiunque lo desideri e può essere utilizzata, interamente o in parte, per una ricerca più approfondita sui desideri dei cittadini.

Prima di entrare nel merito delle singole risposte, condividiamo i principali dati socio-demografici delle persone che hanno partecipato all'indagine.

Età

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Titolo di studio

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Condizione professionale

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Presenza sui social media

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Profili sui social media gestiti dai rispondenti
(possibili più opzioni di risposta)

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nb. chi ha risposto "altro" ha citato in particolare Pinterest, Tumblr e Periscope.

Domanda #1: quali sono le priorità del giornalismo?

I rispondenti dovevano ordinare sei variabili per ordine di priorità personale, attribuendo il valore 1 all'elemento di massima priorità e il valore 6 per l'elemento di priorità minima. Questa domanda serviva dunque a classificare le richieste dei rispondenti secondo una "classifica" di importanza (dal più al meno importante). La tabella illustra le risposte secondo l'ordine di priorità attribuito dagli utenti: le due principali richieste sono "giornalismo di approfondimento" e "giornalismo libero da influenze politiche". Il punteggio è il frutto di una media ponderata delle risposte, ma i dati dicono piuttosto chiaramente che quasi l'80% dei rispondenti stabilisce priorità massima a queste due categorie e che il 70% dei rispondenti inserisce queste due variabili nei primi due posti del proprio elenco di priorità.

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Domanda #2: da dove si attingono le notizie online?

I rispondenti dovevano indicare le proprie fonti di accesso all'informazione. In questo caso erano possibili più alternative di risposta. I social media sono la prima "porta" di accesso alle notizie, risultando più frequenti anche rispetto alle homepage dei siti di informazione. I motori di ricerca sono usati da quasi il 30% degli utenti, poco più del doppio di chi si informa attraverso flussi "privati" di conversazione. Tra gli utenti che hanno risposto "altro", le alternative di risposta più frequenti riguardano newsletter e feed RSS, ma anche la risposta "siti esteri" che pur essendo parzialmente impropria (in quanto appartenenti alla prima alternativa di risposta, "homepage dei siti di informazione) rappresenta comunque un elemento di riflessione: i siti esteri sono forse percepiti come qualcosa di profondamente 'diverso' rispetto all'informazione italiana?

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Domanda #3: ci si informa via computer o via smartphone?

Con questa domanda abbiamo cercato di comprendere quale fosse il "peso" dell'accesso alle informazioni da dispositivi mobili rispetto ai fissi. Le risposte mettono in luce due elementi molto netti. Da un lato la quota di rispondenti che non si informa attraverso smartphone e tablet si è rivelata marginale, inferiore al 10%. Allo stesso tempo quasi il 90% dei rispondenti dichiara di adottare una dieta "mista", con una tendenziale preferenza per l'accesso da postazione fissa. In sintesi, appare sbagliato concentrarsi su un'informazione "solo per computer" o "solo per smartphone", serve invece massima flessibilità nei meccanismi di distribuzione e di presentazione dei contenuti sulla base dei dispositivi usati dagli utenti.

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Domanda #4: quali sono le priorità rispetto alle tipologie di notizie?

Come per la domanda #1, il quesito richiedeva ai partecipanti un criterio di classificazione delle risposte per ordine di priorità, laddove il numero 1 rappresentava la priorità massima, il numero 6 la priorità minima. A differenza dei risultati della prima domanda, qui l'interpretazione del dato è meno univoco: se da un lato la richiesta di approfondimento (già emersa nella domanda 1) appare preponderante, allo stesso emerge un livellamento nelle risposte "fact-checking", "data journalism" e "opinioni", mentre live-blogging e video appaiono meno prioritari (entrambe le categorie superano il 50% di risposte con attribuzione di valore 5 o 6, cioè di priorità minima).


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Domanda #5: quali notizie vorresti fossero trattate di più?

In questa domanda, come nella successiva (speculare), i partecipanti potevano esprimere fino a tre risposte. In questo caso c'è chiaramente un tema "vincitore", cioè le notizie inerenti i diritti civili e sociali: esattamente la metà dei rispondenti inserisce questa alternativa nella propria personale terna. Sul "podio" ci sono anche storie riguardanti l'Unione Europea (immaginiamo in chiave economica, ma anche sociale) e approfondimenti sui temi della legalità. L'ordine completo delle risposte è disponibile nella tabella sottostante. Nella categoria 'altro' sono stati citati in particolare tre temi, in realtà trasversali a molte delle alternative di risposta proposte: politica estera, cultura, scienza. 

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Domanda #6: quali notizie vorresti fossero trattate di meno?

Lo schema della domanda è esattamente identico alla precedente, così come le alternative di risposte. In questo caso il dato appare ancora più univoco rispetto a ciò che emerso rispetto alle priorità positive, cioè ai temi che si desiderano in quantità maggiore. Secondo i rispondenti ci sono quattro topic di cui si potrebbe fare a meno: notizie di gossip, retroscena (o "politica di palazzo"), notizie di religione e notizie sulla televisione e sugli altri media. L'elenco completo è disponibile consultando la tabella sottostante. Nella categoria 'altro', comunque piuttosto marginale dal punto di vista percentuale, cultura e politica estera sono paradossalmente tra i temi più citati, insieme al calcio. 

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Domanda #7 + domanda #8: saresti disposto a investire denaro per sostenere un progetto editoriale coerente con i tuoi bisogni informativi attuali? E se sì, quanto?

La domanda 7, riguardante la disponibilità a investire denaro per sostenere un progetto editoriale coerente con i propri bisogni informativi, è stata posta in modo secco: sì o no. Poco più di due terzi dei rispondenti si è dichiarato favorevole a un investimento economico. A loro abbiamo chiesto di quantificare un impegno annuale di spesa, lasciando piena libertà di indicare una cifra, che è dunque stata scritta a mano, senza alternative di risposta né singole né in fasce di spesa. Abbiamo ricavato una media delle cifre indicate nel questionario: 154 euro a persona all'anno, poco meno di 13 euro al mese.  

 

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Domanda finale: Se potessi chiedere una sola cosa al giornalismo italiano, cosa chiederesti? 

Abbiamo concluso il questionario con una domanda aperta. I rispondenti hanno potuto scrivere liberamente la loro richiesta, in un massimo di 500 caratteri. Abbiamo riversato tutti gli scritti in un unico documento e abbiamo isolato le sei parole con il maggior numero di ricorrenze. A queste parole sono associate alcune frasi che abbiamo isolato come elemento di sintesi di tutti i contributi scritti. In alcuni casi, come potete osservare, più parole-chiave appaiono nella stessa frase, a ulteriore dimostrazione che "il giornalismo che vorreste" è da cercare proprio attorno a questi concetti.

1. 'Fatti' (sostantivo): 74 volte

Imparzialità politica; analisi dei fatti a 360 gradi; fonti certe e citate (cosa molto rara); non riportare il singolo fatto ma offrire uno storico completo della vicenda (causa-effetto) preciso ed essenziale; professionalità nello scrivere.

Saper lavorare con passione rispettando se stessi, il lettore, la verità dei fatti. Sacrificando se stessi piuttosto che i valori in cui si crede e l'etica professionale.

2. Indipendenza: 63 volte

Di essere indipendente e vivere il proprio ruolo con passione e lealtà nei confronti di chi legge. Di approfondire, di dare notizie e non di manipolare l'opinione pubblica. Informare su questioni internazionali non solo locali. Di fare emergere quello che è nascosto, di dare voce a chi non è mai interpellato. Di lasciar perdere il sensazionalismo ma rimanere vicini alla realtà ed essere giusti nel raccontare.

Integrità, onestà, indipendenza. Tutto il resto può venire fuori da una combinazione di questi tre fattori, e al contrario non potrà venir fuori niente di buono da un giornalismo che non abbia queste tre qualità.

3. Onestà: 57 volte

Onestà intellettuale. Abbandonare il sensazionalismo e raccontare solo cose vere, approfondite, con rispetto e professionalità.

Correttezza, onestà intellettuale, esposizione chiara dei fatti divisa dalle opinioni.

4. Serietà: 45 volte

Serietà, attendibilità, argomenti. Non rincorrere il gradimento del pubblico, ma informarmi. Cioè dirmi qualcosa che non so. Poi l'opinione me la faccio da me.

La serietà che significa affrancamento dalle logiche del Palazzo e notizie, verificate, fornite non per compiacere qualcuno, né per colpire altri. E che sparisca quella fastidiosa autoreferenzialità.

5. Professionalità: 42 volte

Professionalità, cioè non prendere in giro i lettori. Verificare le notizie, assumersi la responsabilità degli eventuali errori, evitare la corsa a chi arriva prima e a chi grida più forte.

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Professionalità, indipendenza, scrupoloso controllo delle fonti, etica della professione, anticonformismo, sguardo internazionale.

6. Verifica: 40 volte

Vorrei che pubblicasse notizie verificate, precise, senza indulgere a titoli d'effetto o a facili stereotipi, e senza scivolare nello sciacallaggio nei casi di cronaca nera.

Il rispetto per chi legge. Tante persone non verificano quello che gli viene venduto come certo e assoluto e questo le rende manipolabili. Vorrei che i giornalisti rispettassero i loro lettori e onorassero il loro compito. Essere giornalista non è poi così diverso dall'essere medico: entrambi possono cambiare per sempre tante vite.

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