Fuori da qui Podcast Post

GameStop: i tanti Davide contro il Golia di Wall Street

29 Gennaio 2021 6 min lettura

GameStop: i tanti Davide contro il Golia di Wall Street

Iscriviti alla nostra Newsletter

5 min lettura

Quello che stupisce è che ci siano riusciti.

Decine di migliaia di persone “comuni”, senza particolari competenze di finanza e spesso con piccoli capitali, hanno battuto, per almeno un paio di giorni, gli ultra-specializzati e mai troppo amati operatori di Wall Street. È la più classica delle storie tra Davide (una moltitudine di Davide) e Golia, e ci interesserebbe anche se non coinvolgesse miliardi di dollari di guadagni (e perdite!).

Leggi anche >> GameStop: i Redditors vs Wall Street. Vi spiego perché è successo

Qualcosa sta cambiando in quello che è possibile realizzare. Fenomeni e azioni inimmaginabili fino a pochi anni fa diventano sempre più frequenti nella nostra attuale dimensione onlife [ndr, termine coniato da un gruppo di ricercatori coordinato dal Prof. Luciano Floridi nel 2015 durante la ricerca su cosa significhi essere umani nell’era digitale], in cui da una parte la realtà materiale e analogica e dall’altra quella virtuale e interattiva si compenetrano e non sono più distinguibili. La rete diventa spazio di collaborazione e coordinamento per azioni di dimensioni sempre più grandi. È piattaforma su cui un enorme numero di persone (che 50 anni fa non si sarebbe saputo nemmeno come mettere in comunicazione tra di loro) si organizza dal basso, in maniera emergente e senza una gerarchia prestabilita, e provoca onde sempre più alte che impattano tangibilmente la realtà. Richiama alla memoria il più classico degli avvertimenti sulle criptovalute: “Le monete virtuali, ad esempio i Bitcoin, non funzioneranno mai!”. Sono ancora qui dopo 12 anni, anzi si stanno chiaramente affermando (a valle di un forte e normale processo di selezione) e diffondendo anche in assenza di un soggetto o istituzione che li diriga.

Leggi anche >> Come ti spiego i Bitcoin al Cenone di Natale

Questa volta è toccato a GameStop (che indicheremo come GME).

Il tuono l’abbiamo sentito tutti il 27 gennaio 2021, quando il prezzo delle azioni della società GameStop è arrivato a toccare i 372$ (il 28/01, per un breve periodo sfiorerà i 470$). Una settimana prima il prezzo era intorno ai 39$. Per gran parte del 2020 il prezzo si attestata sotto i 5$ (il 3 Aprile 2020 arriva ad una delle sue quotazioni più basse a 2,80$) e mai sopra i 16$.

Facciamo due conti molto approssimativi. Chi avesse investito 100$ in GME nel 2020 avrebbe in media comprato circa 20 azioni. Rivendendole il 27 gennaio avrebbe ottenuto più di 7000$. E chi avesse investito la stessa cifra una settimana prima del 27 gennaio, avrebbe ottenuto circa 1000$. Con 900$ di ritorno in una settimana, a valle di un investimento di soli 100$. Soldi a pioggia (per ora) per la moltitudine di comuni Davide.

Se il tuono è recente, il lampo era già apparso da tempo, ma visibile solo da lontano. Anzi, i lampi.

Primo Flash
Robinhood app, è una piattaforma americana di trading per la compravendita di azioni e altri strumenti finanziari. La sua particolarità è che non applica commissioni sulla maggior parte delle transazioni. Una delle conseguenze di questo modello di business è che molte persone comuni (la nostra moltitudine di Davide) hanno potuto accedere ai mercati finanziari con più facilità. Con tutti i rischi connessi a una possibile esposizione verso investimenti o in alcuni casi scommesse ben oltre le possibilità del singolo.

Secondo Flash
Reddit è un social network o forum in cui gli utenti pubblicano e commentano post sugli argomenti più disparati. Una delle sue sottocategorie (subreddit) si chiama r/wallstreetbets (letteramente “scommesse di wall street”) e fino a venerdì 22 gennaio aveva circa 1,9 milioni di membri iscritti. Il 28 gennaio ne ha 4,4 milioni (1 milione in più del giorno prima). Da questo spazio digitale si diffonde la spinta ad acquistare azioni della GME (e di altre aziende). Gli utenti si influenzano e spingono l’uno con l’altro, il prezzo delle azioni inizia a salire rapidamente e questo attrae sempre più investitori. Attratti dai facili e veloci guadagni e anche dal gusto di vedere per un momento vacillare il Golia di Wall Street.

Terzo Flash
GME è un’azienda che non se la passa troppo bene. Gli analisti di Wall Street e di alcuni hedge fund (fondi comuni di investimento privati, amministrati da società di gestione professionale) sono certi che si trovi in condizioni talmente deboli che le azioni perderanno ancora valore. Scommettono su questo. Per farlo usano la così detta vendita allo scoperto (short selling), ovvero un'operazione finanziaria di tipo speculativo che consiste nella vendita di titoli non direttamente posseduti dal venditore, ma presi in prestito dietro il versamento di un corrispettivo. Come funziona: prendo in prestito un’azione da una banca e prometto di riconsegnargliela dopo un certo numero di giorni (diciamo un mese) pagando un interesse. Vendo subito quell’azione al valore di mercato attuale, diciamo 10 euro. La mia scommessa è che il prezzo di quell’azione in questo mese scenda, in modo che io la possa ricomprare, ad esempio a 6 euro, e quindi restituirla a fine mese alla banca che me l’aveva prestata, avendo guadagnato 4 euro (meno gli interessi). Al contrario, se il prezzo inizia a salire, le acque diventano per me movimentate. Se il prezzo va a 15 euro, vuol dire che perderò 5 euro (più gli interessi) per ricomprare l’azione e restituirla.

Bene. Diversi hedge fund avevano venduto allo scoperto. Quando il prezzo di GME inizia ad aumentare alcuni cominciano a ricomprare almeno parte delle azioni che avevano venduto allo scoperto per non rischiare una perdita ancora maggiore. Ovviamente anche queste operazioni spingono a loro volta al rialzo il prezzo delle azioni.

Difficile essere certi di come andrà a finire. Gli analisti ritengono che l’attuale prezzo delle azioni di GME non rispecchi il vero valore dell’azienda e quindi ritengono che crollerà. Il tempo di questa correzione è incerto, ma è una variabile cruciale per i moltissimi investitori, che siano Davide o Golia, che sperano di difendere sul filo di lana il proprio denaro e il proprio guadagno.

È solo la prima parte di una battaglia che si preannuncia più articolata e con ramificazioni profonde che riguardano la regolamentazione degli investimenti, le capacità di auto-coordinamento di una larga massa di attori, i modelli di business e il rapporto tra centralizzazione e decentralizzazione delle piattaforme digitali, oltre che la capacità di esplorare il ruolo di alcuni attori chiave che possono aver avuto un ruolo decisivo in certi momenti (ad esempio, un noto imprenditore americano, Ryan Cohen, la scorsa estate ha comprato una quota di GME ed è entrato nel suo board, o un altro notissimo imprenditore, Elon Musk, ha twittato più volte nelle ultime ore in difesa della comunità di r/wallstreetbets e contro le vendite allo scoperto).

Iscriviti alla nostra Newsletter


Come revocare il consenso: Puoi revocare il consenso all’invio della newsletter in ogni momento, utilizzando l’apposito link di cancellazione nella email o scrivendo a info@valigiablu.it. Per maggiori informazioni leggi l’informativa privacy su www.valigiablu.it.

Alcune prime riposte difensive sono arrivate dai tentativi di limitare le comunicazioni di r/wallstreetbets (con Discord che prima ha bannato la comunità dai suoi server, per poi riconsentire il loro utilizzo anche a seguito di una forte pressione da parte dell’opinione pubblica) e poi il 28 gennaio quando la Robinhood app ha deciso di restringere alcune tipologie di transazioni, tra cui GME, adducendo motivi di alta volatilità. Quest’azione ha portato alla presa di posizione di influenti membri politici americani di diversi schieramenti tra cui Rashida Tlaib, Alexandria Ocasio-Cortez e Ted Cruz. Lo stesso giorno un’azione collettiva (class-action) è stata presentata al tribunale di New York contestando che la Robinhood app avesse volutamente limitato la possibilità di fare trading sulla GME impedendo agli investitori di operare liberamente e quindi manipolando il mercato. Secondo alcuni giornali americani Robinhood sembrerebbe intenzionata a permettere di nuovo il trading su GME a partire dal 29 Gennaio anche se con alcune limitazioni.

La partita è ancora lunga. Non solo per GME, ma per capire a pieno le potenzialità e i rischi di uno spazio potenzialmente decentralizzato di relazioni in cui piattaforme, informazioni vere o fake e coordinamento emergente di masse possono dare luogo a modifiche (temporanee o meno) di equilibri di forze che davamo per scontati.

Immagine in anteprima: 13277467 © Milena Moiola - Dreamstime.com

Segnala un errore