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Gambizzato un immigrato a Forcella. Strategia della tensione della camorra in vista delle elezioni. E i media non ne parlano

16 Settembre 2010 5 min lettura

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Gambizzato un immigrato a Forcella. Strategia della tensione della camorra in vista delle elezioni. E i media non ne parlano

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Quella che possiamo definire una vera e propria “strategia della tensione” in piccolo, dalla sottile e sofisticata regia razzista, attuata da bande di giovani camorristi nei quartieri napoletani di Scampia, della Sanità e di Forcella, il 7 settembre ha registrato un preoccupante e significativo salto di qualità. 



Omar K. N., 40 anni, membro della importante etnia Niassene di Kaolack, in Senegal, una etnia di lingua wolof, di rango nobile e discendente da capi religiosi moderati, verso le 22.30 era impegnato in una conversazione al telefono cellulare nelle vicinanze del basso di un suo amico senegalese a Forcella, presso il quale era ospite, quando due giovani del quartiere gli hanno esploso contro quattro colpi di pistola. Due colpi hanno raggiunto Omar al gluteo ed al polpaccio. Uno dei proiettili gli ha causato la frattura della tibia. Attualmente l'uomo si trova ricoverato nell'ospedale Loreto Mare. 



La dinamica tipica dell'agguato si presterebbe alla classica lettura giornalistica dei fatti di camorra, con la gambizzazione, segno di un “avvertimento” o di una punizione per uno “sgarro”. I giovani che hanno sparato non sono arrivati in sella ad uno scooter, ma sono usciti dal portone di un palazzo situato di fronte al basso presso il quale è avvenuto l'agguato. Dopo aver colpito la vittima sono poi rientrati nello stesso portone. 



Facile immaginare che tutto il quartiere sappia chi sono e a chi “appartengono”. Il profilo penale dell'amico di Omar, conosciuto dal viceconsole del Senegal come persona corretta ed estranea a qualsiasi dinamica criminale, non aiuterà certo il lavoro degli inquirenti su questa vicenda. In attesa dei risultati delle indagini, non resta allora che farsi qualche domanda, magari mettendo in relazione questo grave episodio con alcune "stranezze" e fatti di violenza che sono avvenuti negli ultimi giorni. 



Lunedì 6 settembre, nei pressi del luogo dove è avvenuto l'agguato di ieri sera, è stata osservata la scena di due giovani in scooter che, armati di coltello, stavano per colpire un immigrato africano. L'accoltellamento non sarebbe avvenuto solo grazie all'intervento di un anziano napoletano, molto conosciuto nel quartiere, un certo A., che avrebbe minacciato i due giovani di ritorsioni se avessero fatto del male all'immigrato. Una settimana fa, sempre a Forcella, è stato accoltellato un giovane immigrato bengalese. Episodi che ricordano il 1998, quando i Giuliano decisero di cacciare gli immigrati di Santo Domingo, colpevoli di attirare l'attenzione delle forze dell'ordine, già a caccia di stranieri senza permessi di soggiorno. 



Sono all'ordine del giorno invece gli episodi di bullismo, nei quartieri della Sanità, di Forcella e nella zona di piazza Cavour. Immigrati e clochard presi a sputi e schiaffi dai giovani sugli scooter, fatti oggetto di gavettoni e persino lanci di secchi d'acqua dalle finestre. Per ricordare episodi del genere, nella quantità in cui stanno avvenendo, bisogna andare indietro al 2004-2005, quando tutto il centro storico di Napoli era completamente nelle mani delle gang di giovani camorristi. 



Intanto sul fronte di Scampia si registra una preoccupante escalation dei roghi illegali, soprattutto nella zona della discarica situata di fronte il campo rom di via Cupa Perillo. I rom del campo, esistente da circa venti anni, quasi tutti provenienti dalla ex Jugoslavia, pare abbiano deciso improvvisamente di mettere fine ad una pacifica convivenza con il quartiere, incendiando a diverse ore del giorno cataste di copertoni, rifiuti speciali ed altro materiale tossico. Il campo si trova proprio davanti le “case dei Puffi”, una delle zone a più alta densità criminale di Napoli e non è necessario essere napoletani, o chiamare la zingara, per capire che nessuno accenderebbe un rogo di pneumatici, visibile per kilometri, senza il consenso della camorra. I roghi, in particolare di pneumatici esausti, particolarmente visibili per il caratteristico ed abbondante fumo nero, stanno creando allarme sociale ed intolleranza verso i rom nel quartiere, grazie anche all'attenzione di comitati nati ad hoc, che effettuano opera di sciacallaggio politico sulla vicenda. Anche l'opera di questi comitati, alcuni dei quali sicuramente in buona fede, sarebbe ora al vaglio della magistatura inquirente dopo gli ultimi gravi fatti accaduti. 



Certo, anche senza andare fino a via Cupa Perillo, ci sarebbe da chiedersi quanto siano diventati stupidi i rom che appiccano i roghi, e perché non possono andare a farlo da un'altra parte, evitando di creare disagi ad un quartiere di migliaia di abitanti dove vivono anche loro. Nella giornata del 6 settembre, il comandante della polizia municipale di Napoli, il generale Luigi Sementa, ha reso noto alla stampa le gravi minacce subite dai vigili, accorsi a via Cupa Perillo, in seguito alla segnalazione di un rogo, nelle scorse settimane. Due moto di grossa cilindrata con a bordo uomini a volto coperto, hanno pronunciato in dialetto napoletano un minaccioso avvertimento: «Più voi cercate di fermarci, più daremo fuoco alla città». Questo episodio da sé smonterebbe l'ipotesi che ad appiccare i roghi siano solo i rom (o una parte di essi), a loro beneficio (quale sarebbe poi?). Ma a bruciare non sono solo i rifiuti situati nell'area adiacente il campo, in tutto il quartiere di Scampia, sono state incendiate le campane per la raccolta del vetro, atto che non è certamente imputabile ai rom e nemmeno ad una qualsiasi ipotesi di vantagio economico tratto dal "rogo" illegale. 



Nelle scorse settimane 150 rom residenti a via Cupa Perillo hanno sottoscritto un documento nel quale si chiede alla prefettura di applicare la misura della videosorveglianza del campo per arrestare gli autori dei roghi e gli sversatori abusivi. Il comitato di cittadini napoletani e rom, impegnato a mettere fine all'emergenza ed a individuare soluzioni dignitose per gli abitanti del campo, lamentano che la polizia non è intervenuta nemmeno dopo la segnalazione dei numeri di targa degli automezzi guidati da napoletani che hanno sversato rifiuti speciali davanti l'ingresso. Gli stessi rifiuti che poi hanno preso fuoco. 



Intanto si vocifera l'imminenza di un sgombero entro dicembre, entro la fine della proroga al prefetto dei poteri straordinari per la gestione della ”emergenza nomadi”, proclamata dal governo Berlusconi nel maggio 2008. E chissà se non ci siano degli interessi proprio sui suoli occupati dal campo nomadi. Sarebbe un remake di un film già visto. 



Lo svilupparsi di queste vicende, per le loro modalità, ricordano gli episodi accaduti nel 2007/2008 a Napoli, ed in Campania, quando a partire dalla crisi dei rifiuti, a colpi di "shock mediatici", si sono determinate le condizioni che hanno poi consentito la vittoria delle "destre" nelle istitiuzioni territoriali. In una delicata fase come quella attuale, con il governo in crisi ed un Berlusconi disperato e ricattato dalla Lega, c'è da prevedere che c'è chi farà di tutto per andare alle elezioni anticipate, mentre in Campania, regione strategica negli equilibri elettorali, Cosentino sta preparando le sue truppe per andare allo scontro interno al Pdl, con la bussola orientata verso le prossime elezioni amministrative a Napoli, in cui si giocherà una delle più delicate partite per il futuro degli assetti politici dell'intera regione. Sarà una campagna elettorale di fuoco! C'è da giurarci...



Emiliano Di Marco pacifista e antirazzista napoletano

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