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“Siamo la voce delle donne che non ce l’hanno più”. Le donne francesi denunciano i femminicidi sui muri delle città

30 Marzo 2021 3 min lettura

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“Siamo la voce delle donne che non ce l’hanno più”. Le donne francesi denunciano i femminicidi sui muri delle città

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“Stop alle molestie per strada”. “Il consenso non è facoltativo”. “Basta femminicidio”. Negli ultimi due anni i muri delle strade di Parigi, Bordeaux, Grenoble, Lione e altre città francesi si sono riempiti di questi messaggi. A disseminarli - armate di secchi di colla, pennelli e fogli di carta formato A4, ognuno recante una lettera – sono state le attiviste di “Les Colleuses”, un collettivo femminista composto per lo più da donne con meno di trent’anni. Si muovono soprattutto la sera per attaccare i loro collage, cercando di non incappare nelle forze dell’ordine e in multe salate.

Una di loro, Camille Lextray, ha detto a Kim Willsher sul Guardian di aver iniziato a settembre del 2019, dopo il femminicidio di una ragazza di 21 anni di nome Salomé, uccisa di botte. Il compagno ha negato ogni coinvolgimento. «La polizia ha trovato il suo corpo sotto un mucchio di spazzatura», ha spiegato Lextray, raccontando che insieme alle altre attiviste hanno realizzato un collage per ricordarla nel giorno dell’anniversario della morte, su richiesta della madre.

A pensare all’idea dei collage per accendere i riflettori sui femminicidi è stata Marguerite Stern - che in precedenza faceva parte del gruppo delle Femen – in seguito alla morte nel 2019 di Julie Douib, una donna di 34 anni madre di due bambini, uccisa a colpi d’arma da fuoco da un ex partner abusante. In precedenza Douib aveva denunciato l’uomo cinque volte, ma non c’era stato nessun provvedimento.

Inizialmente, il collettivo attaccava per le strade i nomi delle donne uccise da compagni o ex. La pratica ha iniziato a diffondersi anche fuori dalla Francia, «in più di 15 paesi nel mondo», dice Lextray.

Il movimento si è poi spaccato l’anno scorso, dopo che Stern ha co-firmato un articolo in cui si difendeva l’idea del riconoscimento del solo sesso biologico e ha lasciato il gruppo. Lextray spiega che il collettivo ha allargato i suoi temi, «protestando contro la violenza nei confronti delle minoranze e delle donne, contro il razzismo, l’omofobia, la transfobia».

Leggi anche >> La morte di Sarah Everard e le proteste in UK contro la violenza strutturale sui corpi delle donne: “Uccisa dal sistema che avrebbe dovuto proteggerla”

Attaccare questi collage in giro per le strade secondo l’attivista significa «occupare lo spazio pubblico»: «È riprendere il controllo delle nostre vite ed è liberatorio. Niente più segreti, niente più vergogna, niente più silenzio. Abbiamo costruito la nostra piattaforma. Questo è il nostro megafono». Non a caso uno dei collage più diffusi recita: “Siamo la voce delle donne che non ce l’hanno più”.

In Francia si stima che circa 200 mila donne subiscano violenza domestica ogni anno, ma meno di una su cinque si rivolge alla polizia. Il problema è peggiorato con le misure per l’emergenza sanitaria di COVID-19: durante i primi tre mesi del lockdown dello scorso anno, una delle linee di supporto del governo per le vittime di violenza ha ricevuto 45.000 chiamate.

Il paese ha uno dei tassi più alti di femminicidi in Europa: nel 2019 sono state uccise 146 donne da partner o ex. Oltre il 40% aveva già subito violenza, e circa metà aveva sporto denuncia. Nel 2020 il numero di femmincidi è sceso a 90 – la cifra più bassa da 15 anni.

https://twitter.com/CollagesParis/status/1348607594278039554?s=20

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Secondo Caroline De Haas, fondatrice del collettivo femminista NousToutes, comunque, «quasi 100 decessi non sono un motivo per festeggiare». Il gruppo ha fatto un sondaggio su 100 mila donne – in maggioranza under 35 - in relazioni eterosessuali e ha scoperto che 8 su 10 hanno subito violenza fisica o psicologica durante il sesso, e più della metà hanno detto di essere state forzate ad avere rapporti sessuali almeno una volta. Secondo un’indagine europea del 2014, il 44% delle donne francesi ha subito violenza fisica o sessuale.

Alle proteste contro i numeri dei femminicidi del 2019, il governo Macron ha risposto approvando una nuove legislazione con misure d’emergenza, tra cui braccialetti elettronici per impedire agli abusanti di avvicinarsi alle vittime. Le norme sono entrate in vigore lo scorso luglio, e secondo i critici vengono implementate troppo lentamente.

De Haas si ritiene ottimista, e crede che le cose si stiano muovendo in qualche modo: «La società si sta muovendo. C’è una certa resistenza, ma quelli che si oppongono sono sempre più una minoranza».

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