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Documenti segreti svelano come gruppi criminali finanziano morte e terrore usando le più importanti banche mondiali. L’inchiesta collaborativa di BuzzFeed

22 Settembre 2020 7 min lettura

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Documenti segreti svelano come gruppi criminali finanziano morte e terrore usando le più importanti banche mondiali. L’inchiesta collaborativa di BuzzFeed

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Dal 1999 al 2017 circa duemila miliardi di dollari di transazioni sospette sono state consentite da alcune delle più grandi banche del mondo a gruppi criminali e terroristi, cartelli della droga, dittatori e oscure figure di potere. Questo è il contenuto dei file 'FinCEN': oltre 2000 suspicious Activity Reports (SARs) e altri documenti riservati del governo degli Stati Uniti di cui BuzzFeed News è venuto in possesso nel 2019 e che ha condiviso con l'International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ) e con più di 100 testate giornalistiche in 88 paesi.

Un lavoro giornalistico collettivo portato avanti negli ultimi 16 mesi da circa 400 giornalisti in tutto il mondo che ha reso possibile l'analisi di questa mole di documenti formati principalmente da segnalazioni di attività sospette (che non sono prove di illeciti o crimini) inviate dalle banche al FinCEN (Financial Crimes Enforcement Network), l'ufficio del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti con il compito di contrastare il riciclaggio di denaro sporco nazionale e internazionale – e il racconto di importanti storie ad essi collegati.

Un'analisi che ha richiesto migliaia di ore di immissione manuale dei dati, la creazione di specifici strumenti digitali per lavorare su questi documenti e l'utilizzo di  appositi software di verifica. Tramite la piattaforma di cooperazione dell'ICIJ, BuzzFeed News e le redazioni dei partner si sono divisi il materiale che è stato sottoposto a più cicli di convalida. Uno sforzo enorme che ha permesso di mappare più di 200 mila transazioni contenute nelle SAR.

Le segnalazioni di attività sospette sono composte da due parti: una serie di tabelle di dati (in giallo nell'immagine) e una descrizione (in blu). Le tabelle, spiega BuzzFeed News, indicano la quantità di denaro sospetta e le date dell'attività, oltre a informazioni dettagliate sulle persone e le organizzazioni coinvolte. La seconda parte, invece, è un resoconto delle circostanze che hanno spinto la banca a presentare la segnalazione.

Il quadro che emerge da questa inchiesta giornalistica, racconta ancora BuzzFeed News, rivela "la mancanza di consistenza delle salvaguardie bancarie e la facilità con cui i criminali le hanno sfruttate. Profitti da guerre mortali alla droga, fortune sottratte ai paesi in via di sviluppo e risparmi rubati tramite truffe sono stati tutti autorizzati a fluire dentro e fuori queste istituzioni finanziarie, nonostante gli avvertimenti dei dipendenti delle stesse banche". "Il riciclaggio di denaro – si legge ancora – è un crimine che ne rende possibili altri. Può accelerare la disuguaglianza economica, prosciugare i fondi pubblici, minare la democrazia e destabilizzare le nazioni – e le banche svolgono un ruolo chiave". Proprio i 'FinCEN Files' mostrano che anche dopo essere state indagate o multate per cattiva condotta finanziaria, banche come JPMorgan Chase, HSBC, Standard Chartered, Deutsche Bank e Bank of New York Mellon hanno continuato a trasferire denaro sospetto.

Come spiega la BBC, "le banche dovrebbero assicurarsi di non aiutare i clienti a riciclare denaro sporco o a spostarlo in modi illegali. Per legge, devono sapere chi sono i loro clienti: non è sufficiente presentare rapporti di attività sospette e continuare a prendere soldi sporchi aspettandosi che le autorità si occupino del problema".

Tra le vicende divenute pubbliche, HSBC – uno dei più grandi gruppi bancari al mondo – ha consentito a truffatori di spostare milioni di dollari di denaro rubato in tutto il mondo, anche dopo aver appreso dagli investigatori statunitensi che il piano era una truffa. JP Morgan – una delle più grandi banche statunitensi – ha permesso a una società il trasferimento di più di 1 miliardo di dollari tramite un conto a Londra senza sapere a chi era intestato. Solo in un secondo momento la banca ha scoperto che il proprietario sarebbe stato un mafioso tra i più ricercati dall'FBI. Bank of America, Citibank, JPMorgan Chase, American Express e altri hanno trattato milioni di dollari in transazioni per la famiglia di Viktor Khrapunov, l'ex sindaco di Almaty in Kazakistan, anche dopo che l'Interpol avevo emesso un avviso internazionale per il suo arresto.

Nei documenti in possesso dei giornalisti è emerso anche che uno dei più stretti collaboratori del presidente russo Vladimir Putin, tramite la Barclays Bank di Londra, è riuscito a evitare sanzioni che gli impedivano di utilizzare servizi finanziari in Occidente. Inoltre, la banca centrale degli Emirati Arabi Uniti non è riuscita a dare seguito agli avvertimenti su un'azienda locale che stava aiutando l'Iran a eludere le sanzioni. La Deutsche Bank – uno dei più grandi gruppi bancari mondiali – ha invece spostato somme di riciclatori di denaro sporco per la criminalità organizzata, terroristi e trafficanti di droga. Inoltre, per oltre dieci anni, Standard Chartered – società finanziaria internazionale – ha trasferito denaro per Arab Bank, dopo che i conti dei clienti presso la banca giordana erano stati utilizzati per finanziare il terrorismo.

L'Espresso (che ha collaborato all'inchiesta collettiva) scrive che "nei FinCEN Files più delicati compaiono tutti i miliardari russi più vicini al presidente russo Vladimir Putin, come Arkady, Igor e Boris Rotenberg, collegati a operazioni di sospetto riciclaggio per miliardi di dollari, che loro smentiscono. Le carte americane mostrano che una parte di questi soldi è finita in Italia, per comprare ville da favola e alberghi di lusso". "Ma di altri bonifici milionari, finora sconosciuti, hanno beneficiato personaggi legati a Donald Trump, come Michal Flynn, l'ex ministro che si è dimesso per il Russiagate, Paul Manafort, primo stratega della campagna elettorale del 2016, poi condannato per frode fiscale, e altri uomini del presidente". Il settimanale d'inchiesta racconta anche che nelle carte "spuntano anche conti bancari italiani, che interessano soprattutto orafi di Arezzo, imprese petrolifere liguri e aziende lombarde di materiali ferrosi".

In una nota dello scorso 1 settembre, il Financial Crimes Enforcement Network aveva dichiarato di essere "a conoscenza del fatto che vari media intendono pubblicare una serie di articoli basati su rapporti di attività sospette (SAR) divulgati illegalmente, nonché altri documenti governativi sensibili, risalenti a diversi anni fa. Come ha affermato in precedenza FinCEN, la divulgazione non autorizzata di SAR è un crimine che può avere un impatto sulla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, compromettere le indagini delle forze dell'ordine e minacciare la sicurezza e la sicurezza delle istituzioni e delle persone che presentano tali segnalazioni. La FinCEN ha deferito la questione al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e all'Ufficio dell'Ispettore Generale del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti".

Robert Mazur, ex agente speciale federale ed esperto di riciclaggio di denaro, ha invece detto a BuzzFeed News che rendere pubblico questo materiale «potrebbe migliorare la sicurezza nazionale, aiutare le indagini future e incoraggiare le istituzioni ad aderire in modo più coerente ai requisiti di presentazione della SAR», e «si spera convinca le persone che sono in una posizione di potere a correggere un apparente fallimento di sistema». La scorsa settimana,  FinCEN ha annunciato una serie di proposte per rivedere i suoi programmi di anti riciclaggio.

Molte delle banche citate nell'inchiesta non hanno rilasciato commenti. Atri istituti invece hanno riaffermato il loro impegno e l'integrità delle loro pratiche, racconta il Sole 24 Ore: "JP Morgan, che aveva firmato intese con il governo nel 2011, 2013 e 2014 per migliorare le proprie policy anti-riciclaggio, ha assicurato di avere adesso un “ruolo di leadership” e “innovativo” nell'indagare sul crimine finanziario e nel combatterlo. HSBC ha dichiarato come nel suo caso si tratterebbe di informazioni vecchie, precedenti al completamento e alla messa in pratica di accordi raggiunti nel 2012 con le authority americane per evitare incriminazioni legate alla finanza sporca in cambio di multe e riforme interne. Oggi 'HSBC è una istituzione molto più sicura', ha fatto sapere l'istituto". Ma, sottolinea BuzzFeed News, l'inchiesta svela una verità di fondo dell'era moderna: "Le reti attraverso le quali il denaro sporco attraversa il mondo sono diventate arterie vitali dell'economia globale. Rendono possibile un sistema finanziario ombra così ampio e così incontrollato da essere diventato un tutt'uno con la cosiddetta economia legittima. Le banche con nomi famosi hanno contribuito a renderlo tale".

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Negli ultimi anni, sono state diverse le inchieste giornalistiche collettive basate su documenti finanziari riservati e poi trapelati. Tre anni fa, nel 2017 i "Paradise Papers" hanno reso pubblici gli investimenti milionari in società offshore di importanti politici, sportivi, personaggi dello spettacolo, imprenditori, manager e anche reali. L'anno prima, i "Panama Papers" – inchiesta basata su 11,5 milioni di documenti forniti da una fonte anonima, provenienti dallo studio legale Mossack e Fonseca di Panama ritenuto una delle più grandi "fabbriche" al mondo di società offshore – hanno mostrato come persone benestanti usassero i regimi fiscali offshore a loro vantaggio. Nel 2015 "Swiss Leaks", tramite documenti della banca privata svizzera di HSBC, ha reso pubblico l'utilizzo delle leggi sul segreto bancario del paese da parte del gruppo bancario per aiutare clienti prestigiosi a evitare di pagare le tasse. Infine, nel 2014 l'inchiesta giornalistica "LuxLeaks" condotta da 80 giornalisti di 26 paesi ha mostrato come le grandi società utilizzassero segreti accordi fiscali in Lussemburgo per eludere miliardi di entrate tributarie.

Immagine anteprima via Icij

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