L’Etimacello: #Risarcire
1 min letturaStravedo. Sono folle d’amore per le parole. Innamorata pazza, dedita, devota. Così delicate, ironiche, salate. Mi sono detta: usiamole, amiamole, impieghiamole tutte nelle loro infinite sfaccettature, ammiriamole da ogni loro scintillante angolazione, stuzzichiamole, spremiamole, mastichiamole. Piangiamole e ridiamole a crepapelle.
Interveniamo di fronte al macello dell’etimologia. Dove il giornalismo è paralitico, dove tecnicismi e inglesismi pietrificano significati e radici, giochiamole: per restituir loro fluidità, valore, potenza. Dignità.
Come si risarcisce uno strappo del cuore? Come si rassetta un’esplosione di budella e caos? Una pezza non basta mica, per sistemare gli scampoli della nostra storia, per racimolare unità tra le crepe della nostra memoria. Ma allora un grande amore che si voglia far perdonare, mi chiedo io, che cosa può fare? Come può preparare di nuovo l’animo della sua amata, che sia una terra fertile o una nazione intera, per ottenere il perdono eterno e regnare con armonia e bellezza? Tre cose sono fondamentali: che sia il carnefice a chiedere il perdono, che la vittima scelga il risarcimento che preferisce, e che tale compenso venga realmente corrisposto. E se il mandante non ha mai chiesto perdono? E se le vittime non hanno voce in capitolo sul valore dei danni subiti né sulla quotazione dei mali arrecati? Come ci si comporta in questo caso? Si fa finta di niente, si accettano gli spiccioli calcolati da altre giustizie per noi, e si recita la farsa dell’assoluzione? Potrebbe entrare in gioco un’amnistia del dovere, una cauta clemenza della cittadinanza diligente, un caro condono da parte della parte lesa che non può più parlare - ma che deve rimettere l’offesa, dimenticandola. Potremmo aspettarci una misericordiosa indulgenza, una grazia disumana, un buono spesa per i buoni fruttiferi dei nostri burattinai. Oppure, semplicemente, alcune cose dentro di noi restano, sull’orlo dell’abisso, per sempre senza prezzo. Senza possibilità di recupero. Irrisarcibili.