L’estrema destra avanza in Germania: non più solo un voto di protesta
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di Ed Turner e Julian Hoerner
In Germania, la coalizione di governo formata da tre partiti e guidata da Olaf Scholz viene da un anno molto difficile. Come se ciò non bastasse, la situazione è peggiorata di recente con le elezioni statali in Baveria e Assia, due degli Stati federati più floridi del paese.
Queste elezioni sono state davvero importanti. I governi statali controllano aree significative della politica e sono rappresentati nella camera alta del parlamento tedesco (il Bundesrat), che ha diritto di veto su quasi il 40% della legislazione.
Sono state anche un test per tastare il polso politico del paese. Non è raro che le elezioni di metà mandato vadano male per i governi in carica, ma queste sono state particolarmente degne di nota per l'entità delle perdite subite dai partiti al potere.
I voti in più dell'estrema destra sono anche un segnale di preoccupante instabilità, in un paese verso cui molti vorrebbero guardare in cerca di una chiara leadership, in un momento di sfide così importanti in Europa e nel mondo, tra cui le guerre in corso e la crisi del costo della vita.
La sconfitta per i partiti della coalizione è stata completa. I socialdemocratici di Scholz (SPD) hanno ottenuto il peggior risultato nella storia tedesca del dopoguerra in entrambi gli Stati.
In Assia, uno Stato che storicamente è sempre stato un bastione socialdemocratico, la SPD ha ottenuto solo il 15,1% dei voti. In Baviera ha ottenuto solo l'8,4%. Gli alleati Verdi hanno perso terreno in entrambi gli Stati, così come il terzo membro della coalizione, il Partito Liberale Democratico.
Questa impopolarità si riflette anche nelle pessime valutazioni dei sondaggi nazionali. L'ultimo di Deutschlandtrend ha evidenziato che il 79% dei tedeschi è insoddisfatto del proprio governo.
L'AfD ha ottenuto il 14,67% dei voti in Baviera e il 18,4% in Assia. Questo dato è significativo perché il sostegno all'AfD è stato storicamente molto più debole in media in questi e in altri Stati occidentali. L'AfD è riconosciuta di solito come un fenomeno della Germania dell'Est, quindi questi ultimi risultati sono un duro colpo per chi sperava che il consenso all'AfD restasse confinato lì.
Intanto, nel settembre 2024 si terranno le elezioni in tre Stati orientali (Brandeburgo, Sassonia e Turingia), dove i sondaggi indicano percentuali di voto impressionanti per l'AfD.
È improbabile che si arrivi a una maggioranza dei seggi, ma le coalizioni "chiunque tranne l'AfD", che comprendono tutti i partiti dall'estrema sinistra ai cristiano-democratici, sarebbero difficili da formare e altrettanto difficili da tenere insieme. Rischierebbero anche di rafforzare la stessa narrazione dell'AfD, secondo cui i partiti tradizionali sono disposti a tutti pur di tenere l'estrema destra fuori dal governo.
Non è più solo un voto di protesta
Come nelle precedenti elezioni statali, l'AfD ha guadagnato in Baviera e in Assia mobilitando persone che di solito non votano. Inoltre, ha acquisito nuovi sostenitori soprattutto dal centrodestra, sottraendo voti ai partiti cristiano-democratici (CDU in Assia e CSU in Baviera), oltre che al liberale dell'FDP.
L'insoddisfazione verso gli altri partiti non spiega interamente l'affermazione dell'AfD, che ora attira un numero crescente di elettori mossi da "convinzione". I sostenitori dell'AfD percepiscono il partito come competente soprattutto in materia di richieste asilo e rifugiati. In Assia la pensa così il 17% di tutti gli elettori.
Il successo dell'AfD è anche la prova di un'ulteriore "normalizzazione" dell'estrema destra. In Baviera, l'85% dei sostenitori dell'AfD dichiara di non essere preoccupato del fatto che il partito sia considerato in parte "estremo", purché si concentri su questioni importanti per loro. Il tabù della Germania occidentale del dopoguerra contro il voto per l'estrema destra e è un ricordo sempre più lontano.
Grazie ai successi elettorali, la leadership dell'AfD non sembra aver sentito il bisogno di dare al partito un'immagine più "moderata", a differenza delle manovre (per quanto tattiche o poco sincere) dei partiti di estrema destra viste in Italia e in Francia.
Infatti, dalla sua fondazione nel 2013 AfD si è costantemente spostata dalle sue origini di partito liberal-conservatore "anti-euro" all'estrema destra. Alcuni candidati dell'AfD per le elezioni europee del prossimo anno hanno difeso pubblicamente gli estremisti del "movimento identitario", mentre alcuni membri diffondono tropi legati alla teoria cospirazionista della "grande sostituzione". Alcuni rappresentanti del partito sono persino monitorati dai servizi segreti interni tedeschi.
Lo scossone per Scholz
La relativa forza dei partiti dei Länder orientali nell'organizzazione nazionale dell'AfD (in particolare il ramo della Turingia, guidato dallo stravagante Björn Höcke) rende ancora meno probabile qualsiasi percorso di moderazione. Questo potrebbe impedire all'AfD di governare a livello nazionale o statale, ma la forte affermazione in Assia e Baviera è la prova di un ulteriore radicalizzazione in atto nella politica tedesca.
Le conseguenze immediate di queste recenti elezioni statali sono già evidenti. Scholz e il suo governo stanno cercando di inasprire la politica sull'immigrazione, attualmente considerata dal 44% degli elettori tedeschi come il "più grande problema politico" del paese, ben prima delle questioni ambientali e climatiche (18%) e del costo della vita (13%). Questo potrebbe essere un problema politico per i ministri Verdi, costretti a scontrarsi con gli umori di molti membri del partito.
Con le elezioni europee del prossimo giugno, la prospettiva di un'altra batosta non farà che accrescere il senso di caos e di litigiosità tra i partiti della coalizione di governo nazionale. I membri di quei partiti chiederanno ai rispettivi leader di differenziarsi ancora più nettamente dagli alleati della coalizione, nella speranza di respingere gli sfidanti.
Questo circolo vizioso potrebbe portare l'AfD a risultati ancora più forti alle elezioni europee (l'ultima volta ha ottenuto l'11% dei voti) - e alle future elezioni nazionali.
* Ed Turner è condirettore dell'Aston Centre for Europe, presso l'Aston University. Julian Hoerner insegna preso il Dipartimento di Scienze Politiche e Studi Internazionali dell'Università di Birmingham.
Questo articolo è una traduzione dell'originale pubblicato in inglese su The Conversation con licenza Creative Commons.