Nel mondo una donna su tre subisce durante la sua vita violenza fisica o sessuale, commessa nella maggior parte dei casi dal partner
3 min letturaNel mondo una donna su tre ha subito violenza fisica o sessuale da parte di un partner maschile: un marito, un fidanzato, un compagno. I dati sono stati raccolti da uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il più grande finora mai realizzato.
A essere più esposte sono le giovani donne tra i 15 e i 24 anni: una su quattro tra quelle che hanno avuto una relazione ha già subito violenza da un partner prima di raggiungere i 25.
La violenza da parte di mariti o partner è la più diffusa a livello globale, e coinvolge circa 641 milioni di donne. Tuttavia, si legge nel report “il 6% delle donne a livello globale riferisce di essere stata violentata sessualmente da qualcuno che non era il marito o il partner. Dati gli alti livelli di stigma e la scarsità di denunce degli abusi sessuali, è probabile che la stima reale sia significativamente più alta”.
1 in 3 women & girls experience physical or sexual violence in their lifetime, in most cases by an intimate partner.
New @WHO study warns that violence frequently starts before women reach their mid-twenties. https://t.co/S2xluanSci pic.twitter.com/dobnG4gBm6
— United Nations (@UN) March 9, 2021
Lo studio dell’OMS ha analizzato i dati pubblicati tra il 2000 e il 2018 riguardanti gli episodi di violenza ad opera di sconosciuti o conoscenti e quelli ad opera di mariti o compagni, estendendo la ricerca a 161 paesi. I risultati, dunque, non comprendono l’impatto della pandemia di COVID-19: nel 2020 l’agenzia delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere ha parlato di “pandemia ombra” per definire l’intensificarsi di abusi fisici o psicologici sulle donne ad opera di partner, ex, parenti o conoscenti durante l’emergenza sanitaria.
Il rapporto si focalizza sulla violenza fisica e sessuale, ma nota che i numeri sarebbero decisamente maggiori se fossero inclusi altri tipi di abusi, come quelli online o le molestie sessuali.
https://twitter.com/DrTedros/status/1369350174703763463?s=20
La violenza, scrive l’OMS, “colpisce in maniera sproporzionata le donne che vivono in paesi a reddito basso e medio basso”. Circa il 37% delle donne che vivono nei paesi più poveri ha subito violenza fisica e/o sessuale da parte del partner nella sua vita. In alcuni paesi la stima sale a una donna su due.
Regioni come Oceania, Asia Meridionale e Africa Sub-Sahariana hanno l’incidenza maggiore di violenza da parte del partner tra le donne tra i 15 e i 49 anni: le percentuali variano tra il 33% e il 51%. In cinque paesi - Kiribati, Fiji, Papua Nuova Guinea, Bangladesh e isole Salomone – più della metà delle donne ha subito abusi almeno una volta da parte del partner.
Stime più basse si trovano in Europa (16-23%), Asia Centrale (18%), Asia Orientale (20%) e Sud-Est Asiatico (21%).
Secondo il Direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, «la violenza contro le donne è endemica in ogni paese e cultura, provoca danni a milioni di donne e le loro famiglie ed è stata esacerbata dalla pandemia di COVID-19». Ma a differenza dell’emergenza sanitaria, ha aggiunto, «la violenza contro le donne non può essere fermata da un vaccino. Possiamo combatterla solo con sforzi profondi e duraturi da parte di governi, comunità e individui volti a cambiare atteggiamenti dannosi, migliorare l'accesso alle opportunità e ai servizi per le donne e le ragazze e promuovere relazioni sane e reciprocamente rispettose».
The most powerful tool to #EndViolence is ourselves. We can all:
-Speak up to say that violence against women is never acceptable
-Teach our kids that violence against women is never acceptable.
-Treat the women in our lives with the respect and dignity they deserve— Tedros Adhanom Ghebreyesus (@DrTedros) March 9, 2021
Claudia García-Moreno, che guida il lavoro dell’OMS sulla violenza contro le donne, ha affermato che le stime emerse dal report dovrebbero suonare come un campanello d’allarme per i governi: «C’è un urgente bisogno di ridurre lo stigma riguardo questo tema, di istruire il personale medico a parlare con le sopravvissute e di smantellare le basi della disuguaglianza di genere». Si dovrebbe iniziare dalle scuole, rendendole dei luoghi sicuri, prevedendo lezioni di educazione sessuale e su come avere relazioni sane, basate sull’uguaglianza e sul rispetto reciproco. Secondo García-Moreno, una delle maggiori difficoltà è che la violenza viene spesso considerata come una questione femminile, mentre andrebbe trattata come un problema sociale, che coinvolge uomini e ragazzi.
La violenza, in tutte le sue forme, “può avere un impatto sulla salute della donna e sul suo benessere per il resto della sua vita”, si legge nel report, che spiega come sia associata a un maggiore rischio di sviluppare depressione, disturbi d’ansia, avere gravidanze indesiderate, contrarre malattie sessualmente trasmissibili e altri problemi di salute. “Ha un impatto sulla società nel suo insieme, e ha un costo enorme”.
Per l’OMS, prevenire la violenza richiede affrontare “le disuguaglianze sistemiche a livello economico e sociale, assicurare l’accesso all’istruzione e al lavoro sicuro, cambiare leggi e istituzioni discriminatorie dal punto di vista del genere”. Inoltre, tra le altre cose, vanno elaborate “strategie che assicurino che i servizi essenziali siano accessibili per le sopravvissute, che supportino le organizzazioni per i diritti delle donne” e che rafforzino la risposta giudiziaria ai casi di violenza.
Immagine via WHO