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“Tutti i popoli hanno la stessa tristezza: governanti avidi e sovrani” – la lettera d’addio dell’anarchico russo Dmitri Petrov, morto in Ucraina per resistere all’invasione di Putin

28 Aprile 2023 3 min lettura

“Tutti i popoli hanno la stessa tristezza: governanti avidi e sovrani” – la lettera d’addio dell’anarchico russo Dmitri Petrov, morto in Ucraina per resistere all’invasione di Putin

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Dmitri Petrov, anarchico russo fondatore del BOAK (Organizzazione dei Combattenti Anarco Comunisti) e del Comitato di Resistenza, è stato ucciso il 19 aprile mentre combatteva sul fronte ucraino contro le forze d'invasione russe. Il 27 aprile è stata diffusa una sua lettera, scritta in previsione di una possibile morte in battaglia. La traduzione in italiano è dal canale Telegram QuiSiamoInGuerra. Nell'aprile 2022, insieme ad altri anarchici era stato intervistato per Freedom News dal giornalista e documentarista Alexis Daloumis.

Petrov è stato un antropologo e ha lavorato presso l'Istituto di studi africani dell'Accademia delle scienze russa. È stato tra i responsabili del progetto "Hevale: The Revolution in Kurdistan", che "ha esplorato i temi della democrazia diretta, del genere e dell'economia cooperativa in Medio Oriente". Come ricordato dallo storico ucraino Taras Bilous, da militante anarchico Petrov si è battuto per l'ambiente, i diritti dei lavoratori, e contro le speculazioni edilizie, lottando inoltre in prima linea contro i neonazisti russi. Aveva preso parte alle proteste in Bolotnaya dopo le elezioni russe del 2011, quelle di Maidan in Ucraina nel 2014, e quelle in Bielorussia nel 2020.

Il mio nome è Dmitri Petrov, e se state leggendo queste righe, probabilmente sono morto nella lotta contro l'invasione di Putin in Ucraina.

Sono membro dell'organizzazione Anarco Comunista (BOAK), e lo rimarrò dopo la morte. È la nostra creatura nata dalla fede nella lotta organizzata. Siamo riusciti a portarla dall'altra parte dei confini.

Ho cercato con tutte le mie forze di contribuire alla vittoria contro la dittatura e alla rivoluzione sociale. E sono orgoglioso dei miei compagni che hanno combattuto e combattono in Russia e all'esterno.

Come anarchico, rivoluzionario e russo, ho ritenuto necessario partecipare alla lotta armata che il popolo ucraino sta opponendo agli occupanti di Putin. L'ho fatto per la giustizia, per la difesa della società ucraina e per liberare il mio paese, la Russia, dall'oppressione. Per il bene di tutte le persone che il vile sistema totalitario creato in Russia e Bielorussia priva di dignità e di possibilità di respirare liberamente.

Un'altra parte importante di questa guerra è l'affermazione dell'internazionalismo. Nei giorni in cui l'imperialismo letale risveglia un'ondata di nazionalismo e disprezzo verso i russi, io dico che non ci sono nazioni cattive. Tutti i popoli hanno la stessa tristezza: governanti avidi e sovrani.

Non è stata una decisione e un passo puramente individuale. È stata l'estensione della nostra strategia collettiva, finalizzata alla creazione di strutture sostenibili e all'opposizione guerrigliera ai regimi tirannici della nostra regione.

Miei cari amici, miei compagni e miei cari, mi scuso con tutti quelli a cui ho fatto del male andandomene. Apprezzo il loro calore. Ma credo che la lotta per la giustizia, contro l'oppressione e l'ingiustizia sia uno dei più meritevoli significati di cui un uomo possa riempire la propria vita. E questa lotta richiede sacrifici, fino al sacrificio totale.

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Il modo migliore per ricordarmi sarà che continuiate a lavorare attivamente, superando l'ambizione personale e i contrasti. Che continuiate a lottare per ottenere una società libera basata sull'uguaglianza e sulla solidarietà. Per me e per tutti i nostri compagni. Il rischio, le privazioni e le vittime sono i nostri fardelli. Ma siate sicuri che non saranno vani.

Vi abbraccio tutti.

Il vostro Ilya Leshius, «Seva», «Leon», Phil Kuznetsov.
Dmitri Petrov

(Immagine in anteprima via Telegram)

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