D’Alema porta la notizia del rinvio e in piazza festeggiano i manifestanti
2 min letturaLa prima notizia dello slittamento a settembre del ddl intercettazioni la porta in piazza una fonte autorevole quanto inaspettata. Massimo D'Alema ha da poco terminato la conferenza stampa sulla relazione annuale del Copasir a palazzo San Macuto e si avvia verso la Camera. Davanti a Montecitorio viene intercettato da un drappello di manifestanti, tra blogger e Popolo Viola, che si stanno preparando al sit in programmato per protestare contro la "legge-bavaglio". Gli porgono un volantino, lui lo prende e poi spiega: "State tranquilli, tanto non ci sarà nessun bavaglio. Tutto rimandato a settembre. Per il momento".
Così, quello che era un sospetto, una speranza per le decine di persone accorse in piazza dopo una settimana di tam tam su internet, diventa un orizzonte concreto. E "rimandata a settembre" ("come gli studenti somari", sogghignano in tanti) diventa anche lo slogan di un pomeriggio passato davanti a Montecitorio a "vigilare".
E' una piazza Navona in seducesimi. Rispetto all'appuntamento del primo luglio, quella di ieri è stata una mobilitazione più ristretta, meno partecipata ma ugualmente vivace. E finalmente gioiosa, con le bottiglie di spumante in mano. Perché "abbiamo portato a casa un risultato importantissimo", spiega Franco Siddi, segretario della Federazione Nazionale della stampa che aveva convocato l'appuntamento di ieri.
Ancora una volta i giornalisti in piazza, insieme al "Comitato per la libertà e il diritto all'informazione", all'ordine dei giornalisti, alla Cgil, al Popolo Viola, all'Arci, insieme ai partiti d'opposizione. Sono diversi i parlamentari che fanno la spola tra la Camera e la piazza, dal leader dell'Idv Antonio Di Pietro ai parlamentari del Pd, Paola Concia, Vincenzo Vita, Sandra Zampa, Roberto Zaccaria. E poi, soprattutto, ci sono loro, i blogger che prima protestano e poi festeggiano perché la legge che avrebbe loro imposto l'obbligo di rettifica entro 48 ore viene rinviata. Ci sono i ragazzi di Valigia Blu e quelli di Libera, le agende Rosse e il popolo Viola di Roma e di Bari che leggono brani della Costituzione e poi si riuniscono in girotondo.
Siddi rivendica la "presenza doverosa dei giornalisti per una battaglia per la libertà di stampa". Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil esulta per "un rinvio che dimostra che se l'opinione pubblica si mobilita in questo modo qualcosa si riesce ad ottenere" e critica "insieme ai bavagli, anche i tagli che stanno mettendo in ginocchio il mondo della cultura e dell'editoria". Non basta però: "Perché ora vogliamo essere certi - conclude Fammoni - che non ci siano sorprese. In quel caso noi saremo pronti a riprendere la battaglia, fino ad arrivare a Strasburgo, alla corte dei diritti dell'uomo". Davanti a Montecitorio tutti sperano che non ce ne sia più bisogno.