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Culattoni, invertiti, froci, frocetti, malati, deviati, ciarpame, aberrazioni genetiche

24 Ottobre 2011 2 min lettura

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Culattoni, invertiti, froci, frocetti, malati, deviati, ciarpame, aberrazioni genetiche

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Culattoni, invertiti, froci, frocetti, malati, deviati, ciarpame, aberrazioni genetiche: questi alcuni degli epiteti che la politica italiana ha usato, negli ultimi dieci anni, per designare le persone omosessuali e le loro unioni. 

Avevamo già affrontato la tematica con un reportage sulla manifestazione anti-omofobia, e torniamo a farlo oggi in occasione della videochat interattiva con Paola Concia, organizzata per stasera da Oilproject, che potrete seguire anche su questa pagina (a partire dalle 20:50). 
In un pdf scaricabile, abbiamo raccolto le dichiarazioni più memorabili di deputati, senatori, ministri e amministratori locali. 
All'interno del surreale campionario troverete: 
  • condanne di ordine morale e sociale, che associano il sentimento omosessuale a condotte errate o criminose quali l'evasione fiscale, la mancata solidarietà ai poveri, l'adulterio e l'uso di droghe
  • esplicite istigazioni alla violenza nei confronti degli omosessuali (dalla “pulizia etnica” ad opera della polizia fino a riti di uccisione apache che li eliminino facendo loro esplodere il cervello); 
  • la convinzione che gli omosessuali abbiano un'influenza corruttiva sui giovani, da cui dovrebbe conseguire il netto divieto per essi di ricoprire i ruoli di insegnante, istruttore sportivo, militare e, ovviamente, genitore (tanto da ritenere preferibile per un bambino la miseria all'affidamento); 
  • l'identificazione dell'omosessualità come una devianza o una malattia, addirittura trasmissibile, che richiede pertanto l'isolamento quando impossibile la cura; 
  • il riconoscimento dell'amore omosessuale come un fatto “contro-natura”, alla cui incapacità di procreare deve logicamente corrispondere un deficit anche dal punto di vista dei diritti, rispetto a quello eterosessuale; 
  • infine, dal punto di vista formale, il ricorso a espedienti retorici auto-assolutori, che ricalcano la famigerata formula razzistica: “Non sono razzista, ma...” (come l'uso, non attestato in queste pagine, dell'espressione “Ho anche un amico gay”). 
Abbiamo, invece, scelto di escludere da questo lavoro le pur numerose espressioni di dissenso nei confronti di argomenti specifici, come i Gay Pride e il diritto alle adozioni, quando non recanti giudizi, denominazioni ed opinioni esplicitamente avversi all'omosessualità in sé. 
Vorremmo aggiornare periodicamente il documento con le vostre segnalazioni: info@valigiablu.it
Sigismondo Baldovino
@valigiablu - riproduzione consigliata

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