Il giornalismo basato sui fatti, aperto a tutti, sostenuto dai lettori. Che spettacolo! 💪💙
5 min letturaBasata sui fatti, aperta a tutti, sostenuta dai lettori. È stato questo il claim che abbiamo scelto per la terza campagna di crowdfunding per sostenere l'edizione 2018 di Valigia Blu.
Basata sui fatti. Aperta a tutti. Sostenuta dai lettori.
Partecipa al crowdfunding per sostenere l'edizione 2018 di Valigia Blu > http://crowdfunding.valigiablu.itIn un mondo dove l’informazione è sempre più veloce e frammentata, frettolosa, contaminata da indiscrezioni, pregiudizi e manipolazioni, Valigia Blu fa qualcosa di diverso: giornalismo con l’aiuto dei lettori, partendo dai fatti e confrontandosi ogni giorno con chi ci segue. Per noi, fare informazione è servizio pubblico.Verifica, contesto, approfondimento sono le nostre principali attività giornalistiche. Crediamo in un modello di sostenibilità che dipende dalla community: siete voi a giudicare la qualità del nostro lavoro e decidere di dare un contributo se lo considerate utile alle vostre esigenze informative.Abbiamo scelto di non dipendere da pubblicità, click o traffico, ma di avere come unico obiettivo il giornalismo al servizio delle persone. Certi che la fiducia in ciò che facciamo sia un credito che negoziamo ogni giorno con chi ci segue.Per continuare a offrirvi qualità, contesto e strumenti che possano essere utili a comprendere e interpretare il mondo che viviamo, abbiamo bisogno di voi. Con una donazione potete finanziare un anno intero di buona informazione aperta a tutti. L’edizione 2018 di Valigia Blu dipende anche da voi!Arianna Ciccone
Pubblicato da Valigia Blu su Lunedì 23 ottobre 2017
Prima di decidere l'obiettivo chiaramente abbiamo discusso molto dentro Valigia Blu, io puntavo ad una cifra più modesta. E siccome dentro il gruppo vige quella che chiamano la "ciccocrazia" abbiamo votato e ho perso. E così dopo il primo anno con 300 donatori e 10mila euro raccolti e il secondo anno con poco più di 500 donatori e 15mila euro raggiunti, abbiamo osato: 30mila euro in due mesi. A meno di 6 giorni dalla chiusura del crowdfunding abbiamo raggiunto e superato l'obiettivo, e – dato a mio avviso più eclatante – 1156 persone hanno partecipato, donando da 1 euro fino a 600 euro (otto Gold Donor: Diego Piacentini, Marisandra Lizzi, Chris Potter, Lorena Bari, Toni Muzi Falconi, Eugenio Guarducci, Fabio Sangiovanni & Elisa Ielmini e infine una persona che preferisce rimanere anonima).
[La campagna di due mesi si è conclusa il 22 dicembre con 1248 sostenitori e 33.230 euro raccolti. Non si era mai visto fino ad oggi in Italia un crowdfunding giornalistico con questa partecipazione e questi risultati.]
Qualcosa è successo. Qualcosa di speciale.
E questi numeri, la partecipazione, il coinvolgimento, i messaggi che ci sono arrivati privatamente e pubblicamente ci raccontano molte cose. Provo a metterle insieme qui.
Un modello che non esiste, nato sul campo
Prima di tutto il modello di Valigia Blu. Non lo abbiamo pianificato, non è il frutto di sondaggi, ricerche di marketing, focus group. Il modello nasce sui social, a contatto con le persone, che ogni giorno ci seguono, ci leggono, ci criticano, si complimentano, si confrontano con noi, "costringendoci" ad essere sempre più scrupolosi, attenti, sensibili, a migliorarci e a metterci continuamente in discussione.
È sui social, e soprattutto su Facebook, il cuore delle nostre attività, con un confronto continuo, quotidiano con chi commenta, mette like, condivide... Quando siamo nati meno di 10 anni fa non sapevamo dove saremmo arrivati, cosa avremmo fatto, come saremmo cresciuti, quale sarebbe stata la nostra identità.
Una cosa però l'abbiamo attivata subito: la moderazione dei nostri spazi, della nostra casa digitale (le nostre linee guida sono racchiuse in un manifesto scritto per noi da Giovanna Zucconi i primi anni di Valigia Blu, e nelle netiquette pubblicate qualche anno fa).
Questa è stata l'impronta immediata che abbiamo dato al progetto: se vogliamo crescere insieme alla nostra community, dobbiamo garantire uno spazio di civile e costruttivo confronto. E non solo, dobbiamo avere la capacità e l'umiltà di metterci in discussione (non è facile, anzi), dobbiamo discutere con chi commenta i contenuti che condividiamo, dobbiamo apprezzare, curare e valorizzare il tempo che le persone dedicano a noi e alla nostra informazione. Non lo avevamo pianificato, lo abbiamo fatto e basta.
E ha funzionato: Valigia Blu è un luogo dove le persone si confrontano, discutono, anche aspramente, ma sempre nel merito dei contenuti, mai sul piano personale. Non è un luogo omologato, c'è un pluralismo di voci e di colori che rende sempre arricchente e interessante il dibattito e la pagina di Valigia Blu un luogo anche virtuoso di conflitto.
Come ha spiegato Daniele Del Gaudio nella sua ricerca "Informazione online, nicchie e dimensione dialogica, le conversazioni di Valigia Blu", presentata al Convegno 2017 della Società italiana di scienza politica (Sisp), "orientandoci sulla base dei quesiti appena ricordati, primariamente è possibile affermare che esistano forme di dissenso esplicito e motivato sulla pagina di Valigia Blu. L’analisi qui condotta, seppur non suscettibile di inferenze su tutto l’universo web trattando un caso di studio specifico, restituisce pertanto la conferma dell’esistenza di forme di commenti divergenti ovvero punti di vista differenti dalla linea editoriale espressa dalla pagina. Secondariamente, approfondendo ulteriormente, diversamente da quanto intuitivamente sostenibile, la presenza di questi ultimi non pare correlata né a un massiccio interventismo da parte dei gestori della pagina né alle diverse tematiche espresse nei diversi post analizzati, anche considerando i numeri contenuti. Colpisce quindi la costante quantità di commenti divergenti presenti, sostanzialmente in maniera omogenea".
Certo la nostra è una comunità contenuta, siamo in fondo un piccolo (ma onesto) blog collettivo. Quindi è chiaro che la moderazione e lo scambio sono più facilmente gestibili. Ma siamo anche pochi a farlo e anche in questo senso i risultati sono ancora più sorprendenti, e io rimango convinta che chi ha più risorse in termini economici e di personale avrebbe dovuto investire in questo tipo di attività. Non per calcolo, ma perché è semplicemente bello, utile, etico.
Man mano che Valigia Blu cresceva, si è fatta chiara una esigenza: contenuti di qualità (fra selezione, aggregazione, produzione; è un blog ma c'è un controllo editoriale molto severo) e l'impegno costante di alcuni di noi per garantire assiduità e cura necessitavano anche di un modello sostenibile. Abbiamo da sempre rinunciato alla pubblicità, non ci interessa il traffico. Crediamo in un giornalismo inteso come servizio pubblico, aperto a tutti (anche a chi non può permettersi di pagare, confidando sul principio che chi ha di più mette a disposizione di chi ha di meno), senza muri: la conoscenza, il sapere devono essere alla portata di tutti e devono girare il più possibile. Ecco perché per noi è stato naturale pensare a un modello sostenuto dai lettori. Le nostre metriche non sono i click, ma il feedback dei lettori: hanno apprezzato? Hanno ritenuto il nostro contenuto utile? Ci hanno fatto notare errori, ci hanno aiutato a migliorare quell'articolo, ad arricchire quell'approfondimento? Commenti, apprezzamenti, condivisioni... Queste sono le nostre uniche metriche.
Così ogni anno, da quando abbiamo preso coraggio, lanciamo la campagna di crowdfunding per sostenere l'"edizione" successiva di Valigia Blu. La campagna dura due mesi, e sono previste alcune ricompense (quest'anno: agendine, ebook, kindle, tazze). Dopo due mesi la campagna con le ricompense si chiude, ma la raccolta continua: chi vuole può continuare a donare tutto l'anno.
Un investimento su una promessa
La cosa stupefacente in questa dinamica tutta virtuosa dei social (che sì sono un bene e un male e questo dipende assolutamente da noi, da come li usiamo, da come li viviamo) è che la comunità che abbiamo costruito intorno a Valigia Blu si sta fidando di una promessa.
Le persone che hanno donato stanno facendo un investimento su una promessa. Una promessa di lavoro, di serietà e professionalità. Chi ha donato, lo ha fatto per rendere possibile l'edizione del 2018. Fidandosi in base a quanto ricevuto in termini di contenuti l'anno precedente.
Il significato di questo investimento è enorme, anche se Valigia Blu è un piccolo colibrì (consapevole di esserlo). E per noi la risposta che abbiamo ricevuto significa ancora di più responsabilità e impegno, sentiamo ancora più forte il dovere di rispondere a questa immensa dose di fiducia con serietà e professionalità. Il messaggio che queste 1156 persone ci stanno dando, e non solo a noi, è chiaro. Per coglierlo però bisogna mettersi in ascolto, con umiltà e riconoscenza.
Ringraziamo tutte le persone che hanno donato, che ci hanno sostenuto e ci sostengono, che hanno riposto nel nostro lavoro aspettative e fiducia e che ogni giorno si confrontano con noi. Grazie per questa incredibile storia che stiamo scrivendo insieme.