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Le parole di Crosetto sulla “opposizione giudiziaria” all’ombra del rinvio a giudizio a Delmastro

30 Novembre 2023 5 min lettura

Le parole di Crosetto sulla “opposizione giudiziaria” all’ombra del rinvio a giudizio a Delmastro

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Crosetto ha riferito alla Camera sulle dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera

Aggiornamento del 1° dicembre 2023: Come annunciato ieri sera, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha risposto questa mattina a un’interpellanza alla Camera presentata da +Europa e relativa all’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Crosetto ha ribadito di avere “totale fiducia nei magistrati”, parlando di un tentativo di “mistificazione delle sue parole”:

Non ho detto che a me raccontano di incontri segreti, di cospirazioni. Do lettura di alcuni interventi pubblici che io reputo gravissimi sulla questione giustizia. Io ho totale fiducia nella magistratura ma so discernere, mi riferisco ad alcune cose pubbliche che ho sentito in cui qualcuno ha parlato di una magistratura che deve avere "una fisiologica funzione antimaggioritaria a tutela dei diritti".

Per Benedetto della Vedova, deputato firmatario dell’interpellanza, l’intervento di Crosetto non ha sciolto i dubbi sulle frasi dette durante l’intervista al Corriere. La deputata Chiara Brega (PD), ha invece sottolineato che le opposizioni avevano chiesto un’informativa da parte del ministro. Perciò per Brega la risposta di Crosetto non è stata “esaustiva”.
 


Ci sarebbero gruppi di magistrati contro il governo, ma il rinvio a giudizio di Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia del governo Meloni, è in regola. Si potrebbe riassumere così la polemica che ha tenuto banco questa settimana, e partita da un’intervista del Corriere della Sera rilasciata dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, il 26 novembre. Il condizionale, come vedrete, è d'obbligo.

Rispondendo a una domanda della giornalista Paola di Caro sui problemi nella “continuità di governo”, Crosetto ha dichiarato che il principale pericolo, da questo punto di vista, è “l’opposizione giudiziaria”. Incalzato, ha poi proseguito:

A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a “fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni”. Siccome ne abbiamo visto fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo paese, mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee.

Una frase grave, poiché lancia un’accusa esplicita, adombrando riunioni carbonare o giacobine di magistrati in doloso conflitto con l’esecutivo. Un simile conflitto richiederebbe di essere affrontato con la massima cautela, di mettere in moto tutte quelle forme di scrutinio possibili. Proprio perché nella tripartizione dei poteri quello giudiziario non è al di sopra della legge, né delle forme democratiche.

Ecco perché in parte colpisce la stessa intervista, formato che in Italia è all’insegna della collateralità. Si lascia parlare il politico, e se sgancia la "bomba" tutto procede come niente fosse. Al più ci si scansa per evitare danni collaterali. Non si chiede conto fino in fondo delle stesse affermazioni, non si fa il passo in più appena si palesa una potenziale, enorme notizia nelle parole dell’intervistato. Chi ha raccontato? Quali riunioni? A quale passato in particolare si riferisce Crosetto, quello recente e che riguarda anche esponenti del governo? Se c’è un conflitto così grave in corso, perché non attivarsi nelle sedi opportune? Perché allertare i cospiratori a mezzo stampa?

Domande che non vengono poste, sostituite dall’indotto delle ricostruzioni e dei retroscena. O soffocate in culla dai polemisti e dai commentatori che per lavoro danno ragione a chi governa. Il tutto mentre, negli stessi giorni dell’intervista e delle conseguenti polemiche ha aleggiato la decisione dei giudici sul rinvio a giudizio per Andrea Delmastro, indagato per rivelazione del segreto d’ufficio in relazione al caso Cospito. 

Il 24 novembre, invece, due giorni prima dell’intervista, è circolata la notizia sulla scorta revocata alla giudice Emanuela Attura. La scorta le era stata assegnata dopo le minacce ricevute da un boss dei Casamonica (“me la porto nella tomba”). Attura, però, è anche la giudice che ha chiesto l’imputazione coatta proprio per Delmastro, opponendosi così alla richiesta di archiviazione. Il quale è, notizia di questi giorni, è stato rinviato a giudizio.

Perché il vice presidente del Copasir Donzelli e il sottosegretario alla Giustizia Delmastro dovrebbero dimettersi

Già a luglio, dopo la decisone di Attura e la notizia sull’avviso di garanzia a Daniela Santanché, erano arrivate le “fonti di Palazzo Chigi” con parole molto simili a quelle di Crosetto:

Lecito domandarsi se una fascia della magistratura abbia scelto di svolgere un ruolo attivo di opposizione. E abbia deciso di inaugurare anzitempo la campagna per le elezioni europee.

Siamo quindi ben oltre le tre classiche coincidenze che servono per fare una prova. Ma il punto è anche questo: dovrebbe essere Crosetto a fornirle. Invece, dopo l’intervista, si è limitato a dire di essere uno che “cerca la verità”. Certo, si è reso disponibile per parlare in Commissione Antimafia e al Copasir e in Parlamento. Ma la prima ha già fatto sapere che non spetta a loro ascoltare il ministro: c’è poi la contraddizione di fondo nel rendersi disponibile per audizioni in commissioni con facoltà di sedute secretate, e al contempo rendersi disponibili a riferire in Parlamento (è atteso per il 6 dicembre, per riferire però su altro). 

Se Crosetto dispone di informazioni riservate, già l’intervista è problematica e avrebbe dovuto riferire prima alle Commissioni, o ad altri organi che garantiscono riservatezza, non certo al Parlamento. Se Crosetto non dispone di informazioni riservate, ha semplicemente fatto caciara: il che, dato il contesto e il suo ruolo, è grave. Se a luglio c’era una “opposizione giudiziaria” che passava per il caso Delmastro, dovrebbe esserci ora più che mai a novembre, proprio in virtù del rinvio a giudizio. Se invece questa “opposizione giudiziaria”, come si è affrettato a dichiarare subito Crosetto non è da intendersi collegata al rinvio a giudizio di Delmastro, allora non si vede perché si dovrebbe prendere sul serio qualunque potenziale e possibile pericolo futuro di questo tipo. 

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Di fatto, invece di una dignitosa trasparenza, abbiamo un messaggio frammentario, oscuro e iniziatico, e dei sacerdoti che laicamente cercano di interpretare gli uno, nessuno e centomila Crosetto di questi giorni. Ma intanto che si analizzano le mani agitate da questo o quel ministro, i sassi continuano a volare, colpendo magistrati. Oltre alla scorta ritirata ad Attura, va ricordato il recente caso della giudice Apostolico, che è stata oggetto di una campagna di delegittimazione in concerto tra maggioranza e media di destra, presa nel mucchio dei giudici che hanno fatto a brandelli l’insostenibile Decreto Cutro. 

Perciò è bene sottrarsi un attimo dall’analisi delle mani, guardare alle pietre scagliate, e sottolineare un fatto tutt’altro che secondario. Delmastro si deve dimettere, e da ben prima della notizia del rinvio a giudizio. Con lui deve dimettersi il vicepresidente del Copasir Donzelli, proprio in relazione alla condotta sul caso Cospito. Se alcuni esponenti del governo vogliono creare un clima di guerra istituzionale pur di difendere cerchi magici e fedelissimi, allora stanno prima di tutto certificando la debolezza della classe dirigente dell'estrema destra, e poi confermando quanto sia preoccupante l'idea di potere di quell'area politica.

Immagine in anteprima via Flickr

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