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Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM): La Terra potrebbe superare la soglia di 1,5°C entro il 2027

17 Maggio 2023 3 min lettura

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Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM): La Terra potrebbe superare la soglia di 1,5°C entro il 2027

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Secondo uno studio dell’Organizzazione Mondiale Meteorologica (OMM), nei prossimi cinque anni la Terra sperimenterà nuovi record di temperatura e probabilmente il riscaldamento globale supererà gli 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, una soglia oltre la quale potrebbero esserci conseguenze disastrose a catena per il pianeta potenzialmente irreversibili.

Il rapporto, pubblicato il 17 maggio, ha rilevato una probabilità del 66% del superamento della soglia di 1,5°C in almeno un anno tra il 2023 e il 2027 (lo scorso anno per il quinquennio tra il 2022 e il 2026 la probabilità era del 50%). Per ogni anno dal 2023 al 2027, si prevede che la temperatura globale vicino alla superficie sarà tra 1,1°C e 1,8°C al di sopra della media preindustriale. Si tratterebbe di una marcata accelerazione dell'impatto umano sul sistema climatico globale che farebbe precipitare il mondo in un “territorio inesplorato”, ha avvertito l'agenzia delle Nazioni Unite. Con l’accordo sul clima di Parigi nel 2015, gli Stati si sono impegnati a cercare di contenere le temperature globali non oltre gli 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.

“Questo rapporto non significa che supereremo in modo permanente l'1,5°C indicato nell'accordo di Parigi, che si riferisce al riscaldamento a lungo termine per molti anni. Tuttavia, l’OMM lancia l'allarme sul fatto che supereremo il livello di 1,5°C su base temporanea e con frequenza crescente”, ha commentato il Segretario generale dell'OMM, Petteri Taalas. “Questo avrà ripercussioni di vasta portata per la salute, la sicurezza alimentare, la gestione dell'acqua e l'ambiente”.

Le temperature medie globali della superficie non hanno mai superato la soglia di 1,5 C. La media più alta degli anni precedenti è stata di 1,28°C al di sopra dei livelli preindustriali.

In molte aree del mondo sono state registrate nuove temperature record durante le ondate di calore dell'anno scorso, ma secondo il rapporto questi picchi potrebbero essere solo l'inizio, dato che la disgregazione del clima e l'impatto di un sistema meteorologico El Niño in via di sviluppo si combinano per creare ondate di calore in tutto il mondo.

El Niño fa parte di un sistema meteorologico oscillante che si sviluppa nel Pacifico. Negli ultimi tre anni, il mondo si è trovato nella fase opposta, nota come La Niña, che ha avuto un effetto frenante sull'aumento delle temperature in tutto il mondo. Con la fine della La Niña e lo sviluppo di un nuovo El Niño, c'è il 98% di probabilità che almeno uno dei prossimi cinque anni sia il più caldo mai registrato, hanno rilevato gli scienziati.

L'Artico si sta riscaldando molto più velocemente rispetto al resto del mondo e questo sembra avere un impatto sui sistemi meteorologici globali, compresa la corrente a getto, una banda di venti che soffia da ovest a est intorno al pianeta che negli ultimi anni ha sconvolto le temperature in tutto l'emisfero settentrionale. Lo abbiamo visto nel caso del vortice polare che ha causato decine di vittime negli Stati Uniti a fine 2022.

Secondo il rapporto, quest'anno è probabile che le precipitazioni diminuiscano in Amazzonia, America centrale, Australia e Indonesia. Si tratta di una notizia particolarmente negativa per l'Amazzonia: gli scienziati sono sempre più preoccupati che un circolo vizioso di riscaldamento e deforestazione possa trasformare la foresta pluviale in una savana con conseguenze disastrose per il pianeta che si affida alle foreste pluviali come enormi serbatoi di carbonio.

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Secondo il rapporto, nei prossimi cinque anni è probabile che si verifichino precipitazioni superiori alla media in Europa settentrionale, Alaska e Siberia settentrionale e nel Sahel.

A novembre i governi si riuniranno per l'annuale Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, COP28, nel corso della quale valuteranno i progressi fatti per rispettare gli obiettivi prefissati nell'accordo di Parigi. In questa occasione, osserva il Guardian, ci si accorgerà di essere ben lontani dal ridurre le emissioni di gas serra del 43% in questo decennio, obiettivo cruciale per avere buone probabilità di limitare l'aumento della temperatura a 1,5° C.

Immagine in anteprima: OMM via Twitter

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