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Corea del Nord, è tempo di prendere sul serio Kim Jong-un e le sue minacce nucleari

25 Ottobre 2022 9 min lettura

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Corea del Nord, è tempo di prendere sul serio Kim Jong-un e le sue minacce nucleari

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di Sung-Yoon Lee*

Proseguono i lanci di missili balistici della Corea del Nord. L'ultimo aveva una gittata potenziale per raggiungere la terraferma statunitense

Aggiornamento 18 novembre 2022: La Corea del Nord ha lanciato un missile balistico intercontinentale verso il Giappone. Secondo i funzionari giapponesi, aveva una gittata potenzialmente in grado di colpire la terraferma statunitense. Gli Stati Uniti, il Giappone e la Corea del Sud hanno condannato la Corea del Nord per il lancio del missile, atterrato a circa 200 km a ovest dell'isola di Oshima-Oshima, nella prefettura settentrionale di Hokkaido. Non sono stati segnalati danni a navi o aerei.

"Abbiamo presentato una protesta decisa contro la Corea del Nord, che sta ripetendo le sue provocazioni con una frequenza senza precedenti", ha dichiarato il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, ai giornalisti presenti in Thailandia, dove sta partecipando al vertice della Cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec). "Abbiamo detto a Pyongyang che non possiamo assolutamente tollerare tali azioni", ha detto Kishida. "Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud devono coordinarsi strettamente per lavorare alla completa denuclearizzazione della Corea del Nord".

Il lancio di venerdì non fa che crescere i timori che la Corea del Nord abbia fatto progressi significativi nello sviluppo di armi in grado di inviare testate nucleari ovunque negli Stati Uniti. Nei giorni precedenti, Pyongyang aveva lanciato un altro missile balistico verso le sue acque orientali, secondo quanto riferito da funzionari della Corea del Sud, poche ore dopo aver minacciato una “risposta militare più dura” agli sforzi degli Stati Uniti per aumentare la loro presenza nella regione. Il missile ha volato per circa 240 chilometri e ha raggiunto un'altitudine di 47 chilometri. Poco prima del lancio, l'esercito sudcoreano e quello statunitense avevano inscenato un'esercitazione di difesa missilistica "pre-pianificata".

La Corea del Nord ha testato un numero record di missili quest'anno, compreso il possibile lancio fallito di missile balistico intercontinentale, mentre USA e Corea del Sud, alcune volte insieme al Giappone, hanno ampliato la portata e la scala delle loro esercitazioni militari congiunte. I leader dei tre paesi hanno tenuto colloqui trilaterali a margine del Vertice dell'Asia orientale in Cambogia la scorsa settimana e si sono impegnati a lavorare insieme per "rafforzare ulteriormente la deterrenza" nella regione. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha messo in guardia Pyongyang dal condurre un settimo test nucleare e ha ribadito che l'impegno degli USA nella difesa di Seoul e Tokyo è “sostenuto dall'intera gamma di a disposizione, compresa quella nucleare”.

La Corea del Nord ha condannato il vertice trilaterale. Il ministro degli Esteri, Choe Son Hui, ha affermato che quanto più gli Stati Uniti si impegnano a “rafforzare l'offerta di deterrenza estesa” ai loro alleati e quanto più “intensificano le attività militari provocatorie”, tanto più dura “sarà la reazione militare della Repubblica Democratica Popolare di Corea”.

La Corea del Nord lancia altri 25 missili. Uno è caduto nei pressi delle acque territoriali della Corea del Sud. L’Occidente non può ignorare la minaccia nucleare

Aggiornamento 3 novembre 2022: Il 2 novembre La Corea del Nord ha lanciato altri 25 missili di vario tipo nelle esercitazioni iniziate da circa un mese. Uno è atterrato vicino alle acque della Corea del Sud, in quella che il presidente Yoon Suk-yeol ha definito “un'invasione territoriale con un missile”. È la prima volta dal 1945 che le armi della Corea del Nord sono atterrate così vicino alla Corea del Sud, 26 km oltre la linea di demarcazione settentrionale.

La Corea del Nord continua a dire che questi lanci sono in risposta alle “più grandi esercitazioni mondiali congiunte” di Stati Uniti e Corea del Sud. L’anno scorso il presidente Kim Jong-un aveva presentato un piano quinquennale di nuovi armamenti che la Corea del Nord intendeva sviluppare per difendersi da una eventuale invasione. Tra queste, bombe nucleari più piccole per il campo di battaglia e i missili a corto raggio per trasportarle. 

Gli esperti si chiedono se l’obiettivo finale di Kim Jong-un sia alzare la posta per ottenere concessioni su sanzioni o accordi commerciali o se il rischio di una bomba nucleare sia reale.

Il direttore generale dell'AIEA, Rafael Grossi, ha dichiarato la scorsa settimana: “Tutti stanno trattenendo il fiato, perché un altro test nucleare sarebbe l'ennesima conferma di un programma che si sta muovendo a pieno ritmo, in un modo che è davvero, davvero preoccupante. Ulteriori test, naturalmente, stanno lì a significare che stanno perfezionando ill loro arsenale”. L’intensificarsi dei test e delle esercitazioni fa pensare sempre di più che le intenzioni sono serie, i pericoli reali e non c'è nulla di interno o esterno che possa fargli cambiare i suoi piani, scrive Patrick Wintour sul Guardian.

Intanto, fonti di intelligence statunitense declassificate accusano la Corea del Nord di rifornire di armamenti le forze russe in Ucraina. I funzionari statunitensi ritengono che le spedizioni della Corea del Nord - insieme agli altri armamenti che la Russia ha acquistato dall'Iran - siano un'ulteriore prova del fatto che anche gli arsenali di artiglieria convenzionale di Mosca si sono ridotti durante otto mesi di combattimenti. Secondo l'intelligence, la Corea del Nord sta cercando di nascondere le spedizioni facendo credere che le munizioni vengano inviate a paesi del Medio Oriente o del Nord Africa. Tutto questo non fa che aumentare la sensazione che sarà difficile continuare a tergiversare con la Corea del Nord, conclude Wintour. 

Mentre l'Occidente si preoccupa della possibilità che Vladimir Putin ricorra alle armi nucleari in Ucraina, c'è il rischio che non vengano prese altrettanto sul serio le minacce di un altro leader di uno Stato paria: quelle di Kim Jong-un, leader nordcoreano.

La nazione isolazionista dell'Asia orientale ha condotto sette esplosioni di missili con capacità nucleare nel corso di 15 giorni, dal 25 settembre al 9 ottobre 2022. Uno ha sorvolato il Giappone, precipitando nel Pacifico dopo aver volato per oltre 4500 chilometri, una distanza che mette a portata di tiro la base militare statunitense di Guam.

Poi, il 10 ottobre - 77° anniversario della fondazione del Partito comunista dei lavoratori della Corea del Nord - i media di Stato hanno annunciato che Kim ha supervisionato personalmente i test delle "unità operative nucleari tattiche" della sua nazione, che hanno mostrato la capacità di "colpire e spazzare via" gli obiettivi nemici.

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È vero, l'enorme arsenale nucleare della Russia rende le minacce di questa più credibili di quelle della Corea del Nord. Mosca ha i mezzi, la paura per la sconfitta in Ucraina potrebbe fornire il movente.

C'è poi un'altra ragione per cui le minacce nucleari di Kim possono sembrare meno nefaste, se non del tutto vuote. In Occidente il leader della Corea del Nord appare a molti come una sorta di figura ridicola: un dittatore narcisista e pasciuto, con un aspetto che molti trovano comico. Certo, nutre preoccupanti ambizioni verso gli arsenali nucleari e presiede uno Stato disperato, che deve fare i conti con una popolazione largamente affamata. Ma le sue occasionali minacce di bombardare il vicino meridionale - la Corea del Sud - sono accolte da molti come se fossero poco più di una buffonesca bellicosità. Si pensi, ad esempio, al discorso del 2017 alle Nazioni Unite dell'allora presidente Donald Trump, occasione in cui screditò Kim definendolo un "uomo-razzo impegnato in una missione suicida".

Ma da studioso di storia coreana che ha assistito alla minaccia del regime del Nord di destabilizzare la regione, credo che Kim debba essere preso sul serio. È seriamente intenzionato a portare a termine la missione del nonno e del padre di riunificare la penisola coreana. È il "compito nazionale supremo" della dinastia, e c'è poco spazio per pensare che Kim non ricorrerà a qualsiasi mezzo per realizzarlo.

Attacchi nucleari preventivi

Solo nel 2022, la Corea del Nord ha lanciato oltre 30 missili, tra cui sei missili balistici intercontinentali. Queste attività sono in "aperta violazione delle sanzioni delle Nazioni Unite", come dichiarato a settembre dal gruppo di esperti delle Nazioni unite sulla Corea del Nord.

Eppure non è stata approvata nessuna nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite in risposta a questa serie di violazioni. E dubito che ne verrà approvata una ora, mentre si profila un nuovo importante test nucleare. Tra i membri del Consiglio di sicurezza, Russia e Cina, che hanno appoggiato le precedenti sanzioni dell'ONU in seguito ai test missilistici e nucleari della Corea del Nord, difficilmente lo faranno anche questa volta, data la crescente spaccatura geopolitica con l'Occidente. Entrambi i paesi hanno bloccato attivamente simili iniziative da parte degli Stati Uniti, all'inizio dell'anno.

Peggio ancora, le recenti dichiarazioni di Putin e Kim hanno riportato in voga l'idea, un tempo impensabile, che una nazione possa bombardare preventivamente uno Stato vicino.

A settembre, la Corea del Nord ha promulgato una nuova "legge sulla politica statale delle armi nucleari". Con essa ha stabilito le condizioni per cui il paese potrebbe utilizzarle. In termini ampi e vaghi, la legge cita "l'avere la meglio in una guerra" e l'essere "inevitabilmente costretti e non poter fare a meno di usare le armi nucleari" come motivi per ricorrere all'arma definitiva.

Nel delineare un approccio piuttosto libero verso le armi nucleare, Kim ha inasprito la retorica e ha tentato di normalizzare il diritto di colpire per primi. Ha gettato le basi per utilizzare qualsiasi mossa "ostile" della Corea del Sud - che per il regime significa, in modo generico, qualsiasi cosa che vada dalle critiche alle violazioni dei diritti umani alla esercitazioni militari difensive congiunte con gli Stati Uniti - come pretesto per attacchi nucleari preventivi.

Kim sembra sostenere che è suo diritto usare le armi nucleari ogni volta che lo ritiene necessario. È una prospettiva davvero spaventosa.

Il ciclo dell’escalation

I recenti lanci di missili a capacità nucleare, che arrivano a poche settimane da una nuova dottrina nucleare e coincidono con l'escalation di Putin in Ucraina, mirano a mettere gli Stati Uniti in un angolo e a sfruttare la crescente spaccatura della Guerra fredda. Kim sta forgiando nuove norme nella politica della regione.

Può essere difficile accettare che la Corea del Nord - un piccolo attore economico rispetto a Stati Uniti, Cina, Russia, Giappone e Corea del Sud - abbia surclassato interlocutori più grandi di lei. Tuttavia, negli ultimi 30 anni di diplomazia nucleare, è stata la Corea del Nord a prendere in mano le redini della situazione, dalla proposta di colloqui, alla definizione dell'agenda, allo spostamento dell'ordine del giorno, fino alla decisione di abbandonare i negoziati.

Nel corso di questo processo, Pyongyang ha sottratto agli altri paesi miliardi di dollari americani in contanti, cibo, carburante e altri beni, mentre costruiva circa 50 bombe nucleari, missili intercontinentali e altre armi strategiche.

Solo dalle amministrazioni di Bill Clinton e George W. Bush, la Corea del Nord ha ricevuto aiuti per oltre 1,3 miliardi di dollari in cambio di ripetute false promesse di denuclearizzazione.

La strategia della Corea del Nord è sempre stata quella di combinare provocazioni calcolate, escalation graduale e una manovra di pace post-provocazione. Ma il gioco finale per Kim, come per suo padre e suo nonno prima di lui, rimane lo stesso: trionfare sulla Corea del Sud e incorporare il suo popolo e il suo territorio sotto la giurisdizione del Nord.

Per fare ciò, la Corea del Nord dovrà ripetere i suoi cicli di provocazioni e de-escalation, il tutto continuando ad accrescere l'arsenale militare, fino a diventare una chiara e incombente minaccia nucleare per il suolo statunitense e una insostenibile responsabilità per la regione. A quel punto, secondo la strategia, potrà spingere gli Stati Uniti a ritirare le forze presenti in Corea del Sud, rendendo il Sud vulnerabile alla sottomissione ai piani del Nord.

Kim Jong-un ha una strategia su larga scala

La riunificazione sotto le condizioni volute dalla Corea del Nord è al centro del piano di Kim. Per questo motivo, gli osservatori internazionali farebbero bene a concentrarsi sullo scopo delle provocazioni di Kim, piuttosto che sulla causa.

Chiedersi "Cosa ha spinto Kim a testare un'arma nucleare?" può portare alcuni nella stessa trappola della domanda "Cosa ha spinto Putin a invadere l'Ucraina?".

Entrambe le domande presuppongono che l'aggressore sia reattivo piuttosto che proattivo e ne ignorano le ambiziose intenzioni.

Kim Jong-un ha una strategia su larga scala. Finché la Corea del Sud esisterà come Stato coreano più ricco e democraticamente legittimo che funge da calamita per il suo popolo, lo spettro del modello tedesco di riunificazione - in cui la Germania più ricca assorbì quella più povera - aleggia minaccioso su Kim. E questo non può permetterlo.

Per questo i leader mondiali devono stare attenti: quando i tiranni narcisisti fanno minacce nucleari, queste hanno un significato pericoloso, anche quando sono pronunciate da despoti dall'aspetto insolitamente bizzarro.

* Sung-Yoon Lee è professore di studi coreani all'Università Tufts di Boston.

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Questo articolo è una traduzione dell'originale pubblicato in inglese su The Conversation con licenza Creative Commons.

(Immagine in anteprima: Kremlin.ru, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons)

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