L’Unione Europea ha raggiunto un accordo per rivedere l’attuale mercato del carbonio (ETS) e istituire un fondo per agevolare le persone a basso reddito a passare a forme di trasporto e riscaldamento più pulite.
“Dopo 30 ore (effettive!) di negoziati abbiamo raggiunto un accordo su un nuovo sistema ETS e sulla creazione di un fondo sociale per il clima (SCF)”, ha twittato Esther de Lange, vicepresidente del Partito Popolare Europeo e importante legislatrice in materia di clima. “Abbiamo appena trovato un accordo sulla più grande legge sul clima mai negoziata in Europa", ha aggiunto l'eurodeputato tedesco Peter Liese, che ha guidato i negoziati sulla legge. La riforma del sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) è fondamentale per raggiungere l'obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
Introdotto nel 2004, il mercato del carbonio regola gli scambi di emissioni di decine di migliaia di industrie e centrali energetiche dell’UE, responsabili di quasi la metà delle emissioni complessive dei paesi membri. Il sistema fissa un tetto massimo complessivo di emissioni che questi enti possono emettere e consente alle aziende con più emissioni di acquistare delle quote da quelle meno inquinanti e così inquinare di più rispetto a quanto loro consentito, restando però sempre entro il limite stabilito dall’Unione Europea. Il tetto massimo viene ridotto di anno in anno. Se viene sforato, sono previste multe molto salate. Tuttavia, il sistema è stato aggirato dagli Stati membri in vari modi in questi anni.
I negoziatori UE hanno stabilito che i produttori di energia e i grandi inquinatori, coperti dal sistema ETS, dovranno ridurre le loro emissioni del 62% entro il 2030, l'1% in più di quanto inizialmente proposto dalla Commissione Europea. L'accordo prevede inoltre che tutti i ricavi generati dal mercato del carbonio "dovranno" essere spesi per l'azione a favore del clima.
I certificati di CO2 gratuiti, concessi all'industria per rimanere competitiva nei confronti dei rivali esterni all’Unione, saranno completamente eliminati entro il 2034, otto anni dopo l’entrata in vigore del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), un meccanismo di tassazione sulle importazioni di alcuni prodotti (come cemento, alluminio, fertilizzanti, produzione di energia elettrica, idrogeno, ferro e acciaio) provenienti da paesi che non hanno gli stessi standard ambientali dell’UE.
L'accordo raggiunto nei giorni scorsi prevede anche un mercato parallelo del carbonio per i combustibili fossili utilizzati per alimentare le automobili e riscaldare gli edifici a partire dal 2027. A tal proposito, per aiutare le famiglie a basso reddito in modo da non essere ingiustamente colpite dalla misura, è stato approvato un Fondo sociale per il clima del valore di 86,7 miliardi di euro per il periodo dal 2026 al 2032.
Nel caso in cui i prezzi del gas naturale superino i 106 euro per megawattora sull’hub di riferimento (nel caso dell’Unione Europea è il mercato di Amsterdam), l'avvio del nuovo sistema sarà ritardato di un anno, il 2028. L’accordo prevede anche che se i prezzi dei permessi ETS2 salgano oltre i 45 euro per tonnellata, fino al 2030 verranno rilasciati crediti aggiuntivi per abbassare i prezzi.