Sono passati quasi cinque mesi da quando le inondazioni hanno spazzato via il negozio di alimentari di Muhammad Fazal, nel sud del Pakistan. Oggi lo sta ricostruendo su fondamenta più alte e solide, nella speranza di essere più preparato la prossima volta che le inondazioni colpiranno il suo villaggio.
Fazal, 28 anni, che ha preso in prestito il denaro per i lavori di costruzione da un'organizzazione no-profit, si considera fortunato, nonostante la perdita di 400.000 rupie (1.495 dollari), mentre molti pakistani lottano per riprendersi dalla devastazione dello scorso settembre. Più di 1.700 persone sono state uccise e 8 milioni sono state sfollate a causa delle inondazioni, che hanno anche distrutto circa un milione di case e aziende in tutto il paese.
Circa cinque milioni di persone - soprattutto nel Sindh e nella provincia sudoccidentale del Balochistan - sono ancora esposte all'acqua delle inondazioni mesi dopo che le piogge monsoniche e lo scioglimento dei ghiacciai hanno causato il disastro.
A gennaio, a Ginevra, i donatori internazionali si sono impegnati a stanziare più di 9 miliardi di dollari per aiutare il Pakistan che, impantanato in una crisi economica sempre più profonda, deve affrontare una spesa di 16,3 miliardi di dollari per la ricostruzione.
Ora il paese del sud est asiatico intende utilizzare i fondi per implementare il suo Resilient Recovery, Rehabilitation, and Reconstruction Framework, soprannominato 4RF, una strategia di recupero che mira a costruire una resilienza e un adattamento climatico a lungo termine. Ciò significherà potenziare le difese contro le inondazioni per evitare che si ripetano perdite di vite umane, mezzi di sussistenza e infrastrutture: i funzionari governativi affermano che un'azione rapida è fondamentale in quanto gli impatti del cambiamento climatico si fanno sentire.