Una nuova ricerca pubblicata su Science avverte che l'attività umana e la siccità potrebbero aver degradato più di un terzo della Foresta Amazzonica - “il doppio rispetto alle stime precedenti”, riporta il Guardian. Aumentano così i timori che la Foresta Amazzonica stia scivolando sempre più verso un punto di non ritorno.
Gli incendi, la conversione a uso agricolo dei terreni, il disboscamento e la scarsità d'acqua hanno indebolito 2,5 milioni di chilometri quadrati di foresta, diventati “più secchi, più infiammabili e più vulnerabili di prima”, afferma lo studio. “Tra il 5,5% e il 38% di ciò che resta della più grande foresta tropicale del mondo è meno in grado di regolare il clima, generare precipitazioni, immagazzinare carbonio, fornire un habitat ad altre specie, offrire un sostentamento alle popolazioni locali e sostenersi come ecosistema vitale”, osservano gli autori della ricerca. Questo degrado si aggiunge al 17% della foresta originaria che è stata completamente disboscata nell'ultimo mezzo secolo.
“Anche in uno scenario ottimistico, quando non ci sarà più deforestazione, gli effetti del cambiamento climatico vedranno il degrado della foresta continuare, portando a ulteriori emissioni di carbonio”, ha commentato il dottor David Lapola, principale autore della ricerca. Tuttavia, prevenire l'avanzamento della deforestazione rimane fondamentale e potrebbe anche consentire di rivolgere maggiore attenzione ad altri fattori di degrado delle foreste.