L’innalzamento dei mari potrebbe provocare un esodo di massa su scala biblica. Da Londra a Los Angeles, da Bangkok a Buenos Aires, quasi un miliardo di persone potrebbe perdere la propria abitazione, poter vedere la propria nazione sparire. È l’allarme lanciato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Parlando al Consiglio di sicurezza dell’ONU, Guterres ha detto che l’aumento del livello del mare potrebbe essere un moltiplicatore di minacce con “implicazioni drammatiche” per la pace e la sicurezza globale.
Un significativo innalzamento del livello del mare è già inevitabile con gli attuali livelli di riscaldamento globale, ma le conseguenze di una mancata soluzione del problema sono “impensabili”, ha detto Guterres che ha aggiunto come sia necessario ridurre le emissioni di carbonio, affrontare problemi come la povertà che peggiorano l'impatto dell'innalzamento dei mari sulle comunità e sviluppare nuove leggi internazionali per proteggere coloro che sono rimasti senza casa e persino senza Stato: “I diritti umani delle persone non scompaiono perché scompaiono le loro case”.
Nel 2020, la commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite ha stabilito che è illegale per i governi rimpatriare le persone in paesi in cui le loro vite potrebbero essere minacciate dalla crisi climatica.
Un nuovo rapporto dell'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) ha mostrato che il livello dei mari si sta innalzando rapidamente e che l'oceano globale si è riscaldato più velocemente nell'ultimo secolo che negli ultimi 11.000 anni.
“L'innalzamento del livello del mare pone rischi per le economie, i mezzi di sussistenza, gli insediamenti, la salute, il benessere, la sicurezza alimentare e idrica e i valori culturali nel breve e lungo termine”, ha commentato il segretario generale dell’OMM, Petteri Taalas.
È probabile un innalzamento del livello del mare di circa 50 cm entro il 2100 ma, secondo l’OMM, nei prossimi 2.000 anni il livello dei mari potrebbe innalzarsi di 2-3 metri se il riscaldamento fosse limitato a 1,5° C, e di 2-6 metri se venisse limitato a 2° C. Di recente, l’ENEA ha detto che entro il 2100 il livello dei mar Mediterraneo potrebbe salire di 40 cm e colpire una quarantine di città costiere italiane: Venezia e le coste dell'Adriatico settentrionale, le zone di Cagliari e Oristano in Sardegna, La Spezia, tratti della Versilia, la foce del Tevere, le piane del Volturno e del Sele in Campania, le foci del Pescara, del Sangro e del Tronto in Abruzzo, le zone di Lesina e di Taranto in Puglia, parti del sudest della Sicilia.
Intanto, uno studio pubblicato su Nature Communications afferma che anche in uno “scenario di emissioni moderate”, il livello del mare continuerà ad aumentare almeno fino al 2150 e oltre. Limitare il riscaldamento a 2°C, conclude lo studio, “sarebbe insufficiente per rallentare il tasso di innalzamento del livello globale del mare”.