Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA): “A Zaporizhzhia stiamo giocando con il fuoco, rischiamo qualcosa di catastrofico”
8 min letturaAggiornamento 13 settembre: Le attività della centrale nucleare di Zaporizhzhia sono state completamente interrotte come misura di sicurezza, ha comunicato domenica 11 settembre Energoatom, l'agenzia statale ucraina responsabile dell'impianto. Energoatom ha dichiarato di aver prima ripristinato una linea elettrica di emergenza, danneggiata dai bombardamenti, che ha permesso di spegnere l'ultimo reattore in funzione – l'unità elettrica n. 6 – in modo più sicuro.
Il rischio di ulteriori danni alla linea "resta elevato", il che costringerebbe l'impianto ad essere "alimentato da generatori diesel, la cui durata è limitata dalle risorse tecnologiche e dalla quantità di carburante diesel disponibile". La scorsa settimana, l'Ucraina aveva invitato i residenti delle aree occupate dai russi intorno alla centrale a evacuare la zona per la propria sicurezza.
L'osservatorio delle Nazioni Unite sul nucleare ha affermato che sono in corso negoziazioni tra Russia e Ucraina per porre fine agli scontri intorno alla centrale.
“L'attuale situazione” nella centrale nucleare di Zaporizhzhia “è insostenibile”. È quanto afferma il rapporto di 52 pagine diffuso ieri dall’Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) dopo la missione per valutare lo stato dell’impianto, situato in un’area da settimane al centro di bombardamenti per i quali Russia e Ucraina si accusano a vicenda. Il rapporto non ha attribuito le responsabilità dei danni rilevati dagli ispettori.
Dalla scorsa settimana gli osservatori dell'AIEA – un team di 14 persone, tra cui il direttore generale Rafael Mariano Grossi – hanno visitato l'impianto di Zaporizhzhia tra i continui bombardamenti nell'area. Il 3 settembre, durante un bombardamento, agli ispettori è stato chiesto di mettersi al riparo al livello del suolo dell’edificio amministrativo.
Per settimane, i combattimenti intorno al grande impianto hanno sollevato il timore di un incidente nucleare. Il mese scorso è stato danneggiato un impianto di stoccaggio del combustibile secco esaurito e, negli ultimi giorni, si sono verificati un incendio e la perdita di energia elettrica esterna all'impianto. All’inizio della settimana, nuovi bombardamenti hanno provocato un incendio che ha nuovamente portato alla disconnessione dell'impianto dalla rete elettrica nazionale ucraina.
Secondo quanto affermato da Dmytro Orlov, il sindaco ucraino che opera al di fuori del territorio controllato dai russi, martedì scorso a Enerhodar, la città che circonda l'impianto, si sono sentite delle esplosioni e la corrente è stata interrotta. Mosca ha ripetuto le sue accuse di lunga data che le forze ucraine hanno bombardato l'impianto. Kiev sostiene che è la Russia a inscenare tali incidenti, per minare il sostegno internazionale all'Ucraina e come possibile pretesto per tagliare l'impianto dalla rete elettrica ucraina e prenderne la produzione.
Le forze russe sono presenti militarmente all'interno o nelle vicinanze dell'impianto da quando lo hanno sequestrato a marzo, sebbene sia ancora gestito dal personale ucraino.
L’AIEA è estremamente “preoccupata per la situazione della ZNPP - questo non è cambiato”, si legge nel rapporto. “Sebbene i bombardamenti in corso non abbiano ancora innescato un'emergenza nucleare, continuano a rappresentare una minaccia costante per la sicurezza nucleare, con un potenziale impatto sulle funzioni di sicurezza critiche che potrebbe portare a conseguenze radiologiche di grande rilevanza per la sicurezza”.
“Stiamo giocando con il fuoco e potrebbe accadere qualcosa di molto, molto catastrofico. Per questo motivo, nel nostro rapporto, proponiamo l'istituzione di una zona di protezione per la sicurezza nucleare limitata al perimetro e all'impianto stesso”, ha aggiunto Grossi. Il direttore generale dell’AIEA ha spiegato che quattro esperti hanno lasciato l'impianto come previsto, mentre altri due sono rimasti “per mantenere una presenza continua dell'AIEA nel sito, consentendo all'Agenzia di osservare la situazione e fornire valutazioni indipendenti”.
L’ONU ha chiesto la creazione di una zona di sicurezza intorno alla centrale nucleare, il ritiro delle truppe di occupazione russe e l'accordo con le forze ucraine a non entrare, ottenendo un’apertura del presidente ucraino, Volodymyr Zelenskiy. La Russia ha preso tempo. Finora ha sempre respinto l’ipotesi della smilitarizzazione.
Cosa hanno visto gli ispettori
I danni all’impianto, la presenza dei militari e delle attrezzature russe, e la situazione di stress in cui lavora il personale ucraino all’interno della centrale sono i principali aspetti segnalati nel rapporto. In alcuni momenti tutti i "7 pilastri" sulla sicurezza sono risultati compromessi.
Il team dell’AIEA ha osservato diversi danni nei pressi del reattore, alcuni dei quali già riparati o in via di riparazione, altri per i quali sono necessari ulteriori lavori. I danni riguardano in particolare: un serbatoio dell'olio di lubrificazione della turbina; i tetti di vari edifici, come l'edificio per il veicolo di trasporto del combustibile esaurito; l'edificio speciale che ospita il combustibile nucleare fresco e l'impianto di stoccaggio dei rifiuti radioattivi solidi; il nuovo edificio per la formazione; l'edificio in cui si trova la stazione di allarme centrale del sistema di protezione fisica; il container in cui si trova il sistema di monitoraggio delle radiazioni, in prossimità dell'impianto di stoccaggio del combustibile esaurito secco. “Gli ispettori sono stati informati che i livelli di radiazioni nell’area sono rimasti nella norma”, scrive il rapporto.
In vari punti dell’impianto è stata notata la presenza di personale, veicoli ed equipaggiamenti militari russi, tra cui diversi camion militari al piano terra delle sale turbine dell'Unità 1 e dell'Unità 2 e veicoli militari posizionati sotto il cavalcavia che collega le unità del reattore. Il team ha anche osservato la presenza di un gruppo di esperti dell'ente nucleare russo Rosenergoatom. Il personale e i dirigenti dell'impianto ucraino hanno spiegato al team che il ruolo di questo gruppo di esperti era quello di fornire consulenza in materia di sicurezza nucleare, protezione e operazioni alla gestione della centrale nucleare.
Tuttavia, il personale operativo ucraino non ha accesso illimitato ad alcune aree come i bacini di raffreddamento a spruzzo, i tetti degli edifici e le strutture nell'area della presa d'acqua. L'accesso all'area dei bacini di raffreddamento deve essere concesso dal personale militare del sito. Queste restrizioni, ha riferito Il Direttore generale della centrale agli ispettori, potrebbero limitare l'accesso del personale operativo ad alcuni siti dell'impianto in caso di emergenza e, quindi, compromettere l'efficacia del normale funzionamento e della risposta all'emergenza. Inoltre, il personale e i dirigenti dell'impianto ucraino hanno riferito che il 40% delle posizioni nell'area della protezione fisica non sono al momento occupate, il che ha aumentato in modo significativo il carico di lavoro del personale esistente per garantire la continuità della protezione fisica nel sito.
Le raccomandazioni dell’AIEA
L'AIEA ha chiesto “misure provvisorie” urgenti “per prevenire un incidente nucleare”. Nel rapporto sono indicate sette raccomandazioni, tra queste l’istituzione di una zona di protezione per la sicurezza nucleare intorno alla centrale, la cessazione delle attività militari che possono influire sui sistemi di alimentazione, la garanzia che siano ristabilite le catene di approvvigionamento, le funzioni di risposta alle emergenze e un ambiente lavorativo adeguato. Come altri organi delle Nazioni Unite, l’agenzia, tuttavia, ha un potere limitato e necessita del consenso delle parti che ne fanno parte, spiega il New York Times.
1) Interrompere immediatamente i bombardamenti “sul sito e nelle sue vicinanze per evitare ulteriori danni all'impianto e alle strutture associate, per la sicurezza del personale operativo e per mantenere l'integrità fisica a sostegno di un funzionamento sicuro e protetto. A tal fine è necessario che tutte le parti interessate acconsentano all'istituzione di una zona di protezione per la sicurezza nucleare intorno alla centrale nucleare di ZNPP”.
2) Garantire il funzionamento dei sistemi di sicurezza “e di garantire il funzionamento continuo dei sistemi di sicurezza e di protezione e l'operatività dei sistemi e delle attrezzature della centrale nucleare di ZNPP. Ciò richiede la rimozione dei veicoli dalle aree che potrebbero interferire con il funzionamento dei sistemi e delle apparecchiature di sicurezza e protezione”.
3) Ristabilire un ambiente lavorativo adeguato “compreso il sostegno alle famiglie e per il personale operativo”. Inoltre, il personale – che ha la responsabilità primaria della sicurezza nucleare – “dovrebbe essere messo nelle condizioni di adempiere alla sua missione con linee chiare di responsabilità e autorità”.
4) Far cessare le attività militari che possono influire sui sistemi di alimentazione. "Raccomandazione 4: l'AIEA raccomanda che la ridondanza della linea di alimentazione fuori sito, così come è stata progettata, sia ristabilita e disponibile in qualsiasi momento e che cessino tutte le attività militari che possono influire sui sistemi di alimentazione”.
5) Garantire le catene di approvvigionamento efficaci “per la continuità della sicurezza nucleare dell'impianto in tutte le condizioni, compresi corridoi di trasporto sicuri, approfittando del programma di assistenza e supporto dell'AIEA”.
6) Ristabilire le funzioni di risposta alle emergenze “e la preparazione attraverso una formazione regolare, catene decisionali chiare e mezzi di comunicazione e supporto logistico prontamente disponibili”.
7) Garantire una comunicazione costante e affidabile. “Fin dall'inizio del conflitto, si è assistito a una mancanza di mezzi e canali di comunicazione. Questa carenza critica non fa che rendere problematico il funzionamento sicuro dell'impianto con un’adeguata supervisione normativa e una risposta efficace a livello locale, regionale, nazionale e internazionale a qualsiasi evento di sicurezza o protezione nucleare”. L'AIEA raccomanda di garantire mezzi e canali di comunicazione affidabili, compresa la connettività internet e/o satellitare, con tutte le organizzazioni esterne necessarie per il funzionamento sicuro dell'impianto”.
Le Nazioni Unite chiedono la smilitarizzazione dell’area intorno alla centrale
Intervenuto in una sessione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il segretario generale dell'ONU, António Guterres, ha fatto proprie le raccomandazioni dell’AIEA e ha chiesto la smilitarizzazione dell’area intorno alla centrale nucleare, il ritiro delle truppe di occupazione russe e l'accordo con le forze ucraine a non entrare.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskiy, ha detto di essere pronto a sostenere la proposta del direttore dell’AIEA Grossi di creare una zona demilitarizzata intorno all'impianto e ha chiesto maggiori dettagli sul piano. “Se il contenuto di questa proposta è quello di smilitarizzare il territorio della centrale nucleare - e questo è logico, dato che è stata la presenza militare russa a mettere la centrale di Zaporizhzhia sull'orlo di una catastrofe radioattiva - allora possiamo appoggiare tale zona di protezione smilitarizzata", ha dichiarato.
L'ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Vasily Nebenzya, ha attribuito la responsabilità dei recenti bombardamenti sull'impianto all'Ucraina e ha detto che le forze russe stanno proteggendo l'impianto. Non ha risposto, tuttavia, alla richiesta di creazione di una zona di sicurezza – proposta finora respinta da Mosca – riservandosi di leggere prima il rapporto dell'AIEA.
L’appello dell’Ucraina per aprire un passaggio sicuro per i civili che vogliono fuggire dall’area intorno a Zaporizhzhia
Intanto, l’Ucraina ha lanciato un appello a Mosca affinché consenta un passaggio sicuro ai civili che cercano di lasciare le vicinanze della centrale nucleare di Zaporizhzhia. I funzionari militari ucraini hanno accusato le forze russe di lanciare missili dai terreni della centrale a Nikopol, appena al di là del fiume Dnipro, usando la vulnerabilità dell'impianto come copertura.
“La gente si sta rivolgendo a noi in massa per chiedere aiuto. Stanno cercando di lasciare questo territorio pericoloso”, ha dichiarato la vice prima ministra ucraina, Iryna Vereshchuk. “Ci appelliamo ancora una volta alla Federazione Russa chiedendo di fornire un corridoio umanitario per l'evacuazione di donne, bambini e anziani”.
Le autorità hanno iniziato a distribuire pillole di iodio alle persone che vivono nel raggio di circa 60 chilometri dall'impianto per proteggersi dal cancro alla tiroide indotto dalle radiazioni in caso di catastrofe. Quest'area, dove si stima che vivano circa 400mila persone sia in territorio ucraino che in quello occupato dai russi, è la più a rischio in caso di fuga accidentale di radiazioni.
Ad aprile, un corridoio umanitario, organizzato dalla Croce Rossa e dalle Nazioni Unite, ha permesso l'evacuazione dei civili dalla città portuale di Mariupol che, all'epoca, era sotto l'assedio delle forze russe. I civili sono stati inizialmente portati a Zaporizhzhia.
Immagine in anteprima: rapporto missione ONU sulla sicurezza delle centrali nucleari in Ucraina via AIEA