La bufala del premio Nobel Carlo Rubbia che nega il cambiamento climatico
3 min letturaIn questi giorni, dopo le manifestazioni sul clima, ha ripreso a girare il video di un intervento del fisico, premio Nobel, Carlo Rubbia (non un climatologo) in una seduta delle commissioni riunite "Ambiente e Territorio" di Camera e Senato del 2014.
Il video ha un titolo acchiappa-click – "Carlo Rubbia, Nobel per la fisica, smonta la bufala dei cambiamenti climatici" – che non sintetizza correttamente né rispecchia quello che viene detto. Rubbia, in questo video, non smonta nessuna bufala che riguardi il clima, anche se piacerebbe a chi è impegnato a diffondere disinformazione sul tema.
Tra le altre cose, Rubbia dice che dal 2000 al 2014 la temperatura della Terra non è aumentata, è diminuita. Non è vero. Che la temperatura della Terra abbia sostanzialmente smesso di aumentare, o sia addirittura diminuita, dalla fine degli anni '90 è una tesi ricorrente, ripetuta dai negazionisti, che ignora però i dati sulla tendenza più recente. E trascura anche il fatto che la gran parte dell'aumento della temperatura globale è finita negli oceani. Il 90% del riscaldamento che si è verificato negli ultimi 50 anni sul pianeta si è accumulato all'interno degli oceani, in particolare nella parte più superficiale fino a 700 metri di profondità. Dal 2000 a oggi le temperature registrate a livello della superficie marina e terrestre hanno mostrato un'anomalia positiva (cioè un aumento).
Quando si parla di riscaldamento globale, ciò a cui si deve prestare maggiore attenzione non sono le variazioni di temperatura da un anno all'altro, ma è soprattutto la tendenza nel medio e lungo periodo. Tendenza che, anche per il 2018, ha dimostrato un chiaro aumento della temperatura globale, che è ancora più accentuato in alcune regioni del pianeta, come l'Artico. Non è del resto un caso che i 10 anni più caldi finora registrati, da quando si raccolgono misurazioni strumentali, siano concentrati proprio nell'ultimo ventennio. Tra gli anni più caldi troviamo tutti gli anni dal 2013 al 2018.
Lo stesso Rubbia, subito dopo quell'affermazione, dice che «ci troviamo di fronte a una situazione drammatica, le emissioni di CO2 stanno aumentando». Nel resto dell'intervento parla di cosa è stato fatto o si può fare per ridurle e delle difficoltà a riguardo, di cosa hanno fatto gli USA, l'Europa, la Cina.
E quindi? Quindi Rubbia non smonta nessuna bufala. Dice perfino che «il cambiamento climatico del CO2 registra un aumento esponenziale» (così si legge nel resoconto stenografico dell'intervento). Il fisico fa forse un po' di confusione con le parole, perché dire «cambiamento climatico del CO2» non ha senso e comunque l'aumento non è "esponenziale". In ogni caso il suo intervento non dimostra che non si devono tagliare le emissioni antropiche di CO2 né che queste non sono la principale causa dell'attuale cambiamento climatico. Altrimenti, non avrebbe senso nemmeno porsi il problema della riduzione delle emissioni.
Il video di Carlo Rubbia gira in Rete, diffuso dai negazionisti, soltanto grazie a un titolo scorretto, che non rispecchia il contenuto e il senso dell'intervento del fisico. Molti si fermano a quello, pochi ascoltano l'intero discorso. Basta poco per fare disinformazione, è sufficiente un titolo inventato.
Il quotidiano Libero ha pubblicato sul proprio sito il testo dell'intervento di Rubbia introdotto da questo titolo: Cambiamento climatico, il premio Nobel Carlo Rubbia svela la più inquietante menzogna. La vera menzogna è chiamare questa roba "giornalismo", solo perché registrata in un tribunale e pubblicata da persone che possono esibire un tesserino. Ma questo non c'entra con il cambiamento climatico.
Nota finale: un Nobel può sbagliare? Sì, può fare affermazioni inesatte, imprecise, perfino sostenere scemenze, soprattutto in campi diversi dal proprio. Il Nobel non dà a chi lo riceve il dono dell'infallibilità, non è una patente di competenza su ogni argomento, è solo il riconoscimento per il contributo dato in uno specifico campo.
Foto in anteprima via La Stampa