Boldrini, minacce, web, femminicidio e un chiarimento che non chiarisce
4 min letturaMi scuserà la Presidente Boldrini, ma io insisto, perché la sua intervista a Repubblica, al netto delle smentite, tocca argomenti che sento molto vicini.
Dopo le discussioni nate in Rete in seguito all'intervista, la Presidente della Camera ha pubblicato su facebook questo post che riporto:
Vorrei ringraziare tutte e tutti per i tanti attestati di solidarietà arrivati da parte di cittadini, associazioni, esponenti politici, sindacali, religiosi e rappresentanti istituzionali.
Desidero anche ribadire il senso dell'intervista con Concita De Gregorio, uscita ieri su Repubblica, in merito alle diffamazioni, alle minacce, alle intimidazioni che mi riguardano diffuse attraverso il web.Nell'intervista non parlo mai né di anarchia, né di censura, né della necessità di una nuova legge.
Anzi, proprio perché credo nel potenziale partecipativo e democratico della rete, ho voluto attivare ed utilizzo quotidianamente, da presidente della Camera, una pagina facebook ed un profilo twitter, che considero strumenti utili al confronto e al dialogo. Ci tengo, anche con questi mezzi, ad accorciare le distanze tra le istituzioni ed i cittadini. Ma le minacce, gli insulti, le intimidazioni, la violenza non sono mai accettabili, né dentro il web né fuori.
Nell'intervista, dunque, intendevo aprire un confronto sulla violenza contro le donne, che si manifesta anche attraverso internet. Un raffronto può servire. La pedopornografia, in rete, viene seguita e perseguita con attenzione e preoccupazione. Quello che di sconcio accade contro le donne viene, invece, spesso sottovalutato e ridotto a goliardata machista. È un problema che deve riguardare tutti, non solo noi donne. L'obiettivo è arginare la violenza. Sono certa che saprá condividerlo anche chi ha giustamente a cuore la libertá della rete.
Mi permetto di puntualizzare alcune cose, rivolgendomi direttamente alla Presidente Boldrini:
1) Ci sono volute quasi 36 ore per questo chiarimento? Come mai?
2) Non parla di anarchia. Verissimo. Ma, a mio avviso, e sottolineo a mio personalissimo avviso, il titolista ha sintetizzato bene il quadro che emergeva dalle sue parole. In ogni caso dice 'non parlo mai della necessità di una nuova legge'. Allora però io chiedo un chiarimento e una delucidazione su un passaggio specifico dell'intervista:
So bene che la questione del controllo del web è delicatissima. Non per questo non dobbiamo porcela
Cosa vuol dire esattamente che dobbiamo porci la questione del controllo del web?
3) Rimanendo sulla questione 'Non parlo della necessità di nuove leggi', nell'intervista a Concita de Gregorio lei dice (a questo punto le chiedo innanzitutto se conferma questo passaggio):
Se vogliamo cominciare a pensare alla rete come ad un luogo reale, dove persone reali spendono parole reali, esattamente come altrove. Cominciare a pensarci, discuterne quanto si deve, poi prendere delle decisioni misurate, sensate, efficaci. Senza avere paura dei tabù che sono tanti, a destra come a sinistra. La paura paralizza. La politica deve essere coraggiosa, deve agire.
Cosa intendeva esattamente con: '...prendere delle decisioni misurate, sensate, efficaci... la politica deve essere coraggiosa, deve agire'?
4) Le minacce contro le donne sul web. Lei su facebook dice:
Nell'intervista, dunque, intendevo aprire un confronto sulla violenza contro le donne che si manifesta anche attraverso internet. Un raffronto può servire. La pedopornografia, in rete, viene seguita e perseguita con attenzione e preoccupazione.
Può chiarirmi la sua proposta in merito alla questione che si evince da queste sue parole 'difendere le donne anche sul web', visto che cita 'la pedopornografia che viene seguita e perseguita...'?
Colgo l'occasione per far notare che mentre si discuteva delle minacce sul web nel giro di 24 ore sono state massacrate tre donne (a proposito di vita reale-Rete):
'Ilaria Leone 19 anni uccisa a Livorno dopo un tentativo di stupro; Alessandra Iacullo, trovata in un lago di sangue tra Ostia e Acilia sul litorale romano; e Chiara Di Vita, 27 anni.' (da La Repubblica)
5) Lei usa belle, bellissime parole sull'uso dei social network nella relazione con i cittadini. La riprendo nuovamente:
...proprio perché credo nel potenziale partecipativo e democratico della rete, ho voluto attivare ed utilizzo quotidianamente, da presidente della Camera, una pagina facebook ed un profilo twitter, che considero strumenti utili al confronto e al dialogo. Ci tengo, anche con questi mezzi, ad accorciare le distanze tra le istituzioni ed i cittadini.
Se è vero che ha voluto attivare e utilizzare quotidianamente la pagina facebook e il profilo twitter, potrebbe cortesemente rispondere alla domanda che due giorni fa le ho posto su twitter?
.@lauraboldrini ho letto l'intervista su Repubblica, mi piacerebbe entrare nel merito e capire sua proposta contro 'anarchia' del web grazie
— arianna ciccone (@_arianna) 03 maggio 2013
E che ora riformulo visto che lei ha tenuto a precisare che non ha usato espressione 'anarchia' del web: Qual è esattamente la sua proposta in merito alla violenza sulle donne in Rete?
6) Lei nell'intervista chiede di aprire una discussione. Le chiedo di essere più precisa nella risposta non per un vuoto puntiglio, ma perché chi ha provato ad accogliere il suo invito al confronto si è ritrovato a dover fronteggiare la critica di giustificare o minimizzare gli attacchi personali di cui è stata oggetto. Sono tra quelle persone che hanno salutato la sua nomina a Presidente della Camera quasi con un moto di felicità, questo però non mi impedisce di prendere posizioni anche critiche nei confronti di parole che mi sono apparse confuse e superficiali in merito alla questione Rete-vita reale. Tra gli argomenti 'contro' la discussione Fabio Chiusi ne ha individuati - e abilmente smontati - cinque. Io aggiungerei il sesto, visto che anche tra giornalisti 'importanti' si diceva: gli imbecilli (cioè noi che ci siamo posti la questione 'Rete') guardano il dito, quando la Presidente indicava la luna (e cioè la questione violenza sulla donne). Ora mi chiedo e le chiedo: il suo invito a discutere non riguardava esattamente la questione violenza, minacce, insulti alle donne nello specifico della Rete? Riporto nuovamente il passaggio conclusivo della sua intervista:
Se vogliamo cominciare a pensare alla rete come ad un luogo reale, dove persone reali spendono parole reali, esattamente come altrove. Cominciare a pensarci, discuterne quanto si deve, poi prendere delle decisioni misurate, sensate, efficaci. Senza avere paura dei tabù che sono tanti, a destra come a sinistra. La paura paralizza. La politica deve essere coraggiosa, deve agire.
No, perché se nemmeno questo passaggio lo riconosce come suo, siamo alla sconfessione non solo del titolo ma di una parte dell'articolo. Credo sia meglio per tutti un chiarimento anche da questo punto di vista.
Rinnovandole tutta la mia solidarietà per le minacce subite,
rimango in attesa di una sua risposta (anche in nome dell'uso di facebook e twitter strumenti utili al confronto e al dialogo).
Grazie e buon lavoro.
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