Bielorussia, oltre 100 giorni di protesta contro Lukashenko e la morte dell’attivista Roman Bondarenko
3 min letturaDa oltre 100 giorni in Bielorussia vanno avanti le contestazioni in seguito alla rielezione del presidente Alexander Lukashenko, al potere nel paese da 26 anni. Contestazioni che hanno visto una durissima repressione da parte dell’autorità, con migliaia di arresti e sanzioni da parte dell’Unione Europea.
La scorsa domenica, riporta l’organizzazione per i diritti umani Viasna, oltre 1.100 persone sono state fermate durante le proteste in piazza a Minsk, la capitale del paese. La manifestazione è stata scatenata dalla rabbia per la morte di un oppositore di Lukashenko, Roman Bondarenko, un artista di 31 anni deceduto in ospedale giovedì 12 novembre.
Secondo alcuni testimoni, l’uomo è stato fermato in piazza la sera di mercoledì, dopo uno scontro con degli agenti in borghese arrivati per rimuovere i nastri rossi e bianchi simbolo della protesta da un cortile. I movimenti di opposizione a Lukashenko ritengono che Bondarenko sia morto in seguito ai pestaggi da parte della polizia.
Il governo, dal canto suo, nega ogni responsabilità: il ministro degli Interni ha fatto sapere che l’uomo sarebbe morto in seguito a un alterco con altri civili, mentre la Commissione d’inchiesta governativa ha detto che Bondarenko era ubriaco quando si è scontrato con alcuni residenti che stavano togliendo i nastri. Quest’ultima circostanza è stata smentita dai media locali, che hanno citato fonti mediche ufficiali. Sempre secondo la Commissione d’inchiesta governativa, quando l’uomo è stato portato in commissariato era già ferito, e una volta lì le sue condizioni sono peggiorate ed è stata chiamata un’ambulanza.
Ales Bialiatski, a capo del centro per i diritti umani Viasna, ha detto che Bondarenko, arrestato da agenti in borghese, è stato picchiato brutalmente all’interno di un van. In seguito al pestaggio, «ha riportato ferite alla testa ed è stato portato al dipartimento di polizia già in gravi condizioni. L’ambulanza non è stata chiamata per diverse ore. I dottori non hanno potuto fare niente per salvargli la vita», ha aggiunto, chiedendo l’apertura di un’indagine penale sul caso.
L’Unione Europea ha espresso una “forte condanna” per la morte di Bondarenko, denunciandone l’omicidio e minacciando di mettere in atto ulteriori sanzioni nei confronti della Bielorussia. «Stando alle ricostruzioni, Bondarenko è morto a causa della violenza di poliziotti in borghese», ha detto il portavoce per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'UE Peter Stano, spiegando che la sua morte è il risultato «delle azioni delle autorità bielorusse, che non solo hanno esercitato direttamente e violentemente la repressione della propria popolazione, ma hanno anche creato un ambiente in cui tali atti violenti e illegali possono aver luogo». Stano ha poi aggiunto che l’UE è solidale «con tutti i bielorussi che hanno sofferto e continuano a soffrire per mano delle autorità bielorusse», e che dunque si aspetta che queste ultime «pongano fine a violenze e persecuzioni e rilascino immediatamente e incondizionatamente tutte le persone detenute arbitrariamente, compresi i prigionieri politici, e facciano piena luce in modo trasparente su tutti gli abusi e le violazioni dei diritti umani». L’UE ha già imposto sanzioni su oltre 55 persone per la repressione violenta e le intimidazioni poste in essere in Bielorussia. Tra gli alti funzionari sanzionati ci sono anche Lukashenko e suo figlio Viktor, consigliere per la sicurezza nazionale.
Durante la manifestazione di domenica, sono stati posti posto decine di fiori e candele sul luogo dove Bondarenko è stato fermato. In molti hanno modificato l’immagine del profilo su Telegram con una schermata nera, in segno di lutto. Svetlana Tikhanovskaya, candidata di opposizione alla presidenza alle elezioni di quest’estate che si trova in esilio in Lituania per paura di ritorsioni del regime, ha parlato del caso come della «morte di un uomo innocente» e ha chiesto che Bondarenko venisse ricordato con un minuto di silenzio in tutte le città del paese: «Facciamolo per un uomo che è stato ucciso perché voleva vivere in un paese libero».
Immagine in anteprima via BBC