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ProVita, 5 Stelle, leghisti e CasaPound: lo sciacallaggio politico sul caso di Bibbiano

2 Agosto 2019 20 min lettura

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ProVita, 5 Stelle, leghisti e CasaPound: lo sciacallaggio politico sul caso di Bibbiano

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20 min lettura

di Marco Nurra e Angelo Romano

Nelle ultime settimane come Valigia Blu abbiamo coperto il “caso Bibbiano”, ossia l’inchiesta “Angeli e Demoni” della Procura di Reggio Emilia riguardante casi di affidi familiari ad opera dei servizi sociali della provincia. Nell’articolo “Caso affidi di Bibbiano: cosa sappiamo dell’inchiesta della Procura di Reggio Emilia” abbiamo ricostruito tutto quello che si sa sull'inchiesta ancora in corso, a partire dall'ordinanza che ha confermato gli arresti.

Nel nostro secondo articolo “Abusi sui minori, affidi, ruolo degli psicologi. Come funziona in Italia e quali sono le criticità” siamo andati oltre la questione giudiziaria per riflettere sulle criticità del sistema di protezione dei minori da abbandoni, abusi e violenze. Abbiamo spiegato come funziona il meccanismo delle segnalazioni, quali sono i diversi approcci terapeutici e cosa prevede la legge sugli affidi.

Questo è il terzo pezzo che pubblichiamo su questa vicenda, una storia estremamente delicata che riguarda i diritti dei minori e che pone delle questioni rilevanti dal punto di vista etico e giornalistico. È una storia che è stata cavalcata dal sensazionalismo più becero e dalla propaganda politica, a volte creando caos informativo o diffondendo informazioni sbagliate. Come fa presente Flavia Perina su Linkiesta: “Quando un tema così delicato diventa questione di schieramento, un conflitto culturale e tra partiti, non c’è mai da aspettarsi niente di buono”. E a farne le spese sono proprio i minori. Per questo motivo, nel presente articolo analizziamo come il “caso Bibbiano” abbia rappresentato un’opportunità di propaganda e sciacallaggio politico per alcuni partiti e movimenti e come questa strumentalizzazione sia stata funzionale all’agenda politico-mediatica e agli interessi di questi soggetti.

Bibbiano, propaganda, M5S, Lega, CasaPound, ProLife, social

Come è possibile vedere dal grafico del volume di menzioni ed engagement sui social, le conversazioni online su questa vicenda attraversano due momenti chiave: tra il 27 giugno e l’1 luglio, quando i giornali pubblicano per la prima volta la notizia, e poi a partire del 17 luglio, con le proteste dell'estrema destra e la fiaccolata di solidarietà per le famiglie di Bibbiano.

Nel primo caso è soprattutto il Movimento 5 Stelle a costruire una "propaganda criminale", come scriveva Arianna Ciccone su Facebook, perché generalizza in modo scorretto il coinvolgimento dei sindaco PD di Bibbiano – al quale «viene contestato di aver violato le norme sull’affidamento dei locali dove si svolgevano le sedute terapeutiche, ma non è coinvolto nei crimini contro i minori», ha precisato il capo della Procura di Reggio Emilia Marco Mescolini – per definire tutto il PD "il partito di Bibbiano, il partito che toglie i bambini alle famiglie con l’elettroshock, per venderseli”, nonostante l’inchiesta non parli mai di elettroshock e, sempre il procuratore capo Mescolini abbia detto in conferenza stampa che «non si tratta minimamente di questo» e di non credere che «ci sia stata una copertura» politica. «Sotto inchiesta non c’è il sistema dei servizi: sotto inchiesta ci sono delle persone», ha aggiunto invitando a non generalizzare.

Nel secondo caso sono CasaPound, prima, con lo slogan "Parlateci di Bibbiano", e poi la Lega e i movimenti ultracattolici per la famiglia a utilizzare la vicenda per la propria propaganda.

La notizia sui media e il caos informativo

I primi giorni sono i più convulsi. La notizia degli "orrori di Bibbiano" rimbalza sui media in tutti i suoi aspetti più drammatici e morbosi sugli indagati, gli arresti, le ipotesi di reato, le tecniche utilizzate dai psicoterapeuti nei confronti dei bambini, le storie di bambini e famiglie. E per quanto le informazioni fossero ancora in stato embrionale e poco precise, trovano rapida diffusione in tutta la loro forza anche per la particolarità dei soggetti coinvolti: i bambini.

Il primo a lanciare la notizia il 27 giugno alle 10,19 è il sito 24Emilia che pubblica un articolo dal titolo “‘Affari con bimbi tolti ai genitori’: arrestato il sindaco di Bibbiano, 20 misure cautelari”.

Pochi minuti dopo esce Il Fatto Quotidiano. Nell’articolo si parla di 16 persone destinatarie dell’ordinanza di custodia cautelare, 26 indagati e 6 agli arresti domiciliari. Tra loro, il sindaco PD di Bibbiano, Andrea Carletti, una responsabile  e una coordinatrice del servizio sociale, una assistente sociale e due psicoterapeuti della onlus Hansel & Gretel di Moncalieri (Torino). Tra i reati contestati, la frode processuale, il depistaggio, l’abuso d’ufficio, il maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso.

Subito dopo, l’edizione bolognese di Repubblica parla della notizia collegandola al podcast/documentario ospitato sul sito “Veleno” di Pablo Trincia che ricostruisce come “sedici bambini tra i comuni di Massa Finalese e Mirandola furono allontanati per sempre dalle loro famiglie, accusate di far parte di una setta di satanisti pedofili”. 

L’articolo di Repubblica viene rilanciato dai social della casa editrice Einaudi (che ha pubblicato il libro di Trincia) per sottolineare che “una storia incredibile come quella che racconta Pablo Trincia in #Veleno non potrebbe succedere più oggi. E invece. Per fortuna però il libro esiste e sembra che gli inquirenti ne abbiano fatto buon uso”. Nei giorni immediatamente successivi, Einaudi tornerà sulla vicenda con altri tweet:

Nel giro di nemmeno un’ora dal primo lancio di 24Emilia, escono il Tgr Rai, Tg2, Il Resto del Carlino, il Corriere della Sera, la Gazzetta di Modena e La Stampa che puntano nei titoli e nei contenuti dei loro pezzi sul “lavaggio del cervello nei confronti dei bambini per strapparli alle loro famiglie” e sul ricorso all’elettroshock o alle scosse elettriche. La notizia inizia a entrare anche nel circuito dell’estrema destra, rilanciata dal sito "sovranista italiano" Primato Nazionale, legato al movimento neofascista CasaPound.

Nel loro insieme e nei termini fin qui descritti, gli articoli pubblicati contribuiscono a definire le coordinate entro cui si svolge poi la discussione sui social nelle ore immediatamente seguenti.

La propaganda del Movimento 5 Stelle

Su tutto questo si innesta uno status propagandistico su Facebook del vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, che pubblica una card raffigurante il sindaco PD di Bibbiano, Carletti (autosospesosi dal partito), con la scritta “arrestato” e sotto “affari con i bimbi tolti ai genitori”.

Di Maio introduce un’ulteriore narrazione e cioè quella del Partito Democratico (qui rappresentato dal sindaco Carletti) che lucrerebbe sui minori. «Un altro business, orribile, sui minori. (...) Quello che viene spacciato per un modello nazionale a cui ispirarsi sul tema della tutela dei minori abusati, il modello “Emilia” proposto dal PD, si rivela oggi come un sistema da incubo: bambini ”selezionati” e sottratti illegittimamente alle famiglie, per poi venire consegnati in una sorta di “affido horror” a personaggi discutibili, tra i quali titolari di sexy shop, pedofili, gente con problemi mentali». 

Nel post Di Maio parla di un «vero e proprio “sistema”», che coinvolge «autorevoli rappresentanti delle istituzioni. Medici, psicoterapeuti, servizi sociali, onlus autorizzate e politici a coprire tutto» e di «un giro di soldi, come sempre c’è in questi casi. Come accadde ai tempi del Forteto: un inferno per bambini che il potere dell’epoca agevolava considerandolo un “moderno” esperimento e contro cui il MoVimento 5 Stelle ha condotto tante battaglie e che io stesso ho commissariato, firmando l’atto nei confronti della cooperativa». 

Forteto era una comunità fondata nel 1977 da Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi. In base a quanto emerso dal processo e da quelle di tre commissioni di inchiesta regionale e nazionale, all'interno della struttura sono stati commessi abusi psicologici e sessuali nei confronti di minori e disabili dati in affidamento dal Tribunale dei minori alla comunità. Fiesoli è stato condannato dalla Corte di Appello di Firenze a 14 anni e 10 mesi e la cooperativa che gestiva le attività della comunità, operante nel comune di Vicchio, nella provincia di Firenze, è stata commissariata dal governo nel 2018.

La card pubblicata da Di Maio stava già circolando in ambiente M5S prima della pubblicazione del suo post su Facebook, come mostrano, ad esempio, i tweet delle euro-parlamentari Pignedoli e D’Amato. 

Poco dopo il blog delle stelle rilancia lo status di Di Maio in un post sul suo sito

seguito nel giro di pochi minuti dal sottosegretario dei Cinque Stelle alle Infrastrutture e Trasporti, Michele Dell’Orco

mentre inizia a essere rilanciata anche la correlazione tra Forteto e Bibbiano

La contrapposizione tra #Bibbiano e #RestiamoUmani

L’altro vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini arriva solo in un secondo momento sulla storia di Bibbiano, twittando un articolo del Tempo e proponendo l’attivazione di una commissione d’inchiesta sulle case famiglia in Italia. Proposta nei giorni successivi rilanciata dalla parlamentare di FDI Maria Teresa Bellucci e dal ministro della Famiglia, il leghista Lorenzo Fontana.

In quei giorni l’attenzione dell’opinione pubblica era concentrata sul salvataggio dei naufraghi nel Mediterraneo da parte della Sea Watch 3 e dello sbarco a Lampedusa “forzato” dalla capitana della nave Carola Rackete dopo 16 giorni ferma in mare in attesa che fosse autorizzato l’approdo in Italia. Sulla nave erano accorsi anche i parlamentari Orfini, Del Rio (PD) e Fratoianni (LeU).

In questa situazione, il riferimento di Di Maio al business dei minori da parte del PD, le responsabilità del sindaco di Bibbiano, Carletti, la presenza dei tre parlamentari di centro-sinistra sulla Sea Watch 3, l’attenzione mediatica da parte di giornalisti e intellettuali sulle sorti dei migranti vengono sovrapposti: l’hashtag #bibbiano viene contrapposto a #restiamoumani.

“Perché il PD invece che a Lampedusa non va a Bibbiano?”, 

è la domanda rivolta a Orfini,

Del Rio 

e Zingaretti

Anche Salvini in quei giorni era impegnato a twittare sulla vicenda della Sea Watch. E così alcuni utenti su Twitter iniziano a ritwittare i suoi tweet facendo riferimento a Bibbiano per sottolineare le responsabilità del Partito Democratico:

La narrazione del business sui minori e del silenzio dei media

Dal giorno dopo, il 28 giugno, e per tre giorni di seguito, la discussione sui social si avvita intorno a tre nuclei tematici: il business dei minori da parte del PD insinuato da Di Maio con il suo post su Facebook, la figura dell’assistente sociale Federica Anghinolfi (responsabile del servizio sociale dell’Unione della Val d’Enza e ritenuta dalla Procura una delle figure chiavi dell’indagine), indicata come “paladina delle famiglie arcobaleno” e responsabile dell'affidamento di un minore a due donne e, pertanto, la prova della "ideologia gender dietro la vicenda di Bibbiano", il presunto silenzio di intellettuali e media su Bibbiano perché troppo impegnati a parlare dello sbarco dei migranti a Lampedusa e della capitana di Sea Watch 3, Carola Rackete. Bibbiano diventa in pochi giorni – nota Leonardo Bianchi su Vice – “il simbolo di qualsiasi nefandezza, anche di cose che non c’entrano nulla”. 

L’attuale coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia, Guido Crosetto, twitta “C’è gente che fa finta di interessarsi ai poveri, ai derelitti, al volontariato e poi si vende i bambini…”, facendo implicito riferimento al PD, mentre il senatore leghista Alberto Bagnai rievoca le insinuazioni sulle “Ong taxi del mare” e il cosiddetto "business dei migranti", sollevato due anni fa in occasione dei salvataggi delle Ong in mare e delle inchieste – che ad oggi non hanno portato a nulla – del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro:

Su questo ha insistito anche il conduttore di Quarta Repubblica Mario Giordano

Sull’accostamento tra business dei migranti e dei minori ha fatto leva Il Giornale in un articolo del 28 giugno, secondo il quale una delle persone arrestate, l’assistente sociale Federica Anghinolfi, inneggiava su Facebook a favore della capitana di Sea Watch, Carola Rackete. Pezzo prontamente rilanciato dai social di Salvini

E proprio su Anghinolfi — prosegue ancora Bianchi nella sua ricostruzione su Vice — “si è concentrato il massimo della morbosità, in un crescendo di congetture che sono arrivate a delineare un complotto gender contro la ‘famiglia naturale’. L’assistente sociale è stata indicata come una “nota attivista del mondo LGBT” e “paladina delle famiglie arcobaleno” ed è responsabile “di aver indebitamente affidato una bambina a una coppia di due donne, a loro volta indagate per maltrattamenti”.

Tutto questo, nel suo insieme, ha dato la stura a commenti violenti, rilanciati da hashtag come #PDofili o da vignette come queste:

In questa cornice, i media mainstream e gli intellettuali – ritenuti vicini alla sinistra – sono stati criticati per aver deliberatamente taciuto su Bibbiano

seguendo una strategia del PD che avrebbe utilizzato la vicenda della Sea Watch per insabbiare quanto avvenuto a Bibbiano

In risposta a un tweet di Roberto Saviano sulla decisione di Carola Rackete di approdare al porto di Lampedusa, viene twittata una card che mostra Luciana Litizzetto, Laura Boldrini, Fabio Volo e lo stesso Saviano con una mano sulla bocca, a voler sottolineare il silenzio su Bibbiano, nonostante giornali e televisioni ne abbiano dato ampiamente conto.

"Parlateci Di Bibbiano": lo slogan creato da CasaPound che conquista partiti e movimenti di destra

Il 17 luglio fa irruzione sui social lo slogan “Parlateci di Bibbiano”, come parte di una campagna organizzata da CasaPound. Luca Marsella, consigliere di CasaPound di Ostia, è il primo a pubblicare su Facebook, alle 8,15 del mattino, la foto di uno striscione con la scritta “Parlateci di Bibbiano” nel quale le lettere “P” e “D” riprendono i colori del logo del Partito Democratico.

Avrete sentito in questi giorni parlare di un'inchiesta aberrante. In realtà sui giornali e nei tg se n’è parlato...

Pubblicato da Luca Marsella su Martedì 16 luglio 2019

La foto è accompagnata da uno status carico di retorica che accusa i media di aver oscurato e nascosto questa notizia. Nelle ore successive lo slogan viene utilizzato anche su Twitter sotto forma di hashtag e appaiono nuove foto di striscioni simili scattate durante la notte.

Smettete di nascondere, insabbiare, negare, accusare di strumentalizzare ciò che è successo a Bibbiano.In questi...

Pubblicato da Pier Paolo Mora su Mercoledì 17 luglio 2019

Da un’analisi realizzata dal Centro LaRiCA (Laboratorio di Ricerca sulla Comunicazione Avanzata) Università di Urbino Carlo Bo, utilizzando CrowdTangle come strumento di monitoraggio, emerge come tra i primi 20 post pubblici che appaiono nelle tre ore successive la maggior parte sia riconducibile direttamente a CasaPound, tra pagine ufficiali e pagine di membri del movimento.

Assieme a CasaPound ci sono anche le pagine di alcuni siti di notizie locali, una sezione di Fratelli d’Italia e gruppi NO-VAX come “I VACCINI -Gestire la salute a nostra insaputa” e “Denunciamo Giulia Grillo”. Quest’ultimo è uno dei molti gruppi dell’attivo no-vaxxer Mida Riva, anche noto come “Gente Sveglia”, e che già il 30 giugno 2019 aveva creato il gruppo “Liberi subito!!! Facciamo tornare a casa i bambini rapiti dallo stato”.

Prima ancora dell’esplosione del caso Bibbiano il tema dei bambini “rapiti dallo stato” era già centrale per alcuni gruppi Facebook italiani, come “BAMBINI SOTTRATTI DALL' INGIUSTIZIA” (creato il primo febbraio 2011), “GIU' LE MANI DAI BAMBINI!” (creato il 3 febbraio 2014) o “Rari e Rapiti” (creazione 20 aprile 2016) di Paolo Roat, aderente a Scientology.

I gruppi su questa tematica avevano promosso già prima del 17 luglio iniziative in solidarietà dei bambini “strappati” e dei genitori “violentati dalle istituzioni”, con messaggi contro lo stato e contro il sistema di affidi o in difesa delle vittime. Con lo slogan “Parlateci di Bibbiano” l’orientamento dei post si allinea immediatamente alla campagna lanciata da CasaPound e appaiono messaggi di denuncia carichi di panico morale su come la verità stia venendo insabbiata dai media con la complicità del PD e della sinistra.

Sempre grazie al lavoro del Centro LaRiCA dell'Università di Urbino, siamo in grado di osservare la distribuzione dei messaggi della campagna “Parlateci di Bibbiano” tra diverse tipologie di pagine: al primo posto sono situate pagine di partiti, sezioni locali o esponenti politici (38,7%); seguite da pagine/gruppi di “tipo politico” (30,6%), come “GIÙ LE MANI DA SALVINI” o “MATTEO RENZI INSIEME AL PD”, pagine/gruppi di cosiddetta controinformazione o informazione alternativa (11,5%), testate giornalistiche (10,3%), pagine personali di giornalisti o influencer (3,1%), gruppi complottisti (2,6%) e altri gruppi o pagine (3,2%).

È interessante vedere come “Parlateci di Bibbiano” sia stato velocemente utilizzato anche da altri partiti, che se ne sono appropriati sia in senso positivo che negativo. Il 55% delle conversazioni online che utilizzano lo slogan “Parlate di Bibbiano” avviene in pagine e gruppi con una specifica appartenenza a partiti politici, così distribuite:

  • Lega 35,8%;
  • CasaPound 17,2%;
  • Fratelli d’Italia 15,5%;
  • Movimento 5 Stelle 12,4%;
  • Partito Democratico 9,3%;
  • Popolo della Famiglia 8,8%;
  • Altri partiti o movimenti di destra 0,8%.

Partiti e movimenti, soprattutto a destra, hanno fatto proprio lo slogan lanciato da CasaPound, amplificandone la risonanza e utilizzandolo secondo i propri fini propagandistici. Nel grafico sottostante possiamo vedere l’evoluzione della campagna online e il volume dei messaggi secondo affiliazione politica nei 10 giorni successivi al suo inizio (sono presi in considerazione tutti i post che utilizzano l’espressione “Parlateci di Bibbiano”, anche sotto forma di hashtag #parlatecidibibbiano).

Grafico: Centro LaRiCA

Sono evidenti tre picchi nel grafico, il primo è quello riconducibile a CasaPound, nel giorno in cui viene lanciata la campagna degli striscioni, il secondo, dal 21 al 22 luglio, segna un’appropriazione dello slogan da parte della Lega con una presenza maggiore anche del Movimento 5 Stelle, mentre il 23 luglio si può distinguere bene come il Popolo della Famiglia sia quello che lo utilizza maggiormente. Sono quelli i giorni della discussione della legge contro l'omofobia in Emilia Romagna, quando Fratelli d'Italia presenta un’interpellanza per chiedere di qualificare i genitori affidatari in base all’orientamento sessuale, in pratica – commentava sempre Leonardo Bianchi in un'altro articolo su Bibbiano su Vice – per schedare le famiglie arcobaleno, e della discussione in commissione Giustizia del Senato del Ddl Pillon sull'affido condiviso dei figli e il loro mantenimento, conclusasi con il rinvio a una nuova data, sempre con relatore il senatore leghista "che dovrà riscrivere il testo del provvedimento mediando tra le diverse proposte".

Durante questo periodo la presenza di messaggi riconducibili a Fratelli d’Italia si mantiene pressoché costante registrando il proprio picco personale il 24 luglio. Il Partito Democratico, con messaggi critici verso la campagna di panico morale portata avanti dalle destre, mantiene una presenza di fondo.

L’intreccio giornaliero tra propaganda e agenda mediatica

Abbiamo visto come diversi partiti e movimenti abbiano strumentalizzato la vicenda di Bibbiano, piegandola ai propri interessi. Per avere un quadro completo delle ragioni e delle modalità con cui avviene quest'operazione di propaganda, è utile ricapitolare assieme quali erano i temi di dibattito pubblico di quei giorni e quali di questi si sono sovrapposti alle conversazioni pubbliche sull'inchiesta della Procura di Reggio Emilia.

Nella prima parte di questo articolo, abbiamo visto che la connotazione iniziale delle conversazioni sull’operazione “Angeli e Demoni”, a partire dal 27 giugno, si nutre delle informazioni false o confuse pubblicate dei media con toni complottistici - “l’elettroshock” o “rubano i bambini per darli ai gay” -, è caratterizzata dall’attacco costante al PD (anche con l’hashtag #PDofili) ed è spesso messa in relazione con le notizie di quei giorni sulla Sea-Watch 3 e sulla sua capitana Carola Rackete. La prima ondata di messaggi online accusa (anacronisticamente e contro ogni logica fattuale) la sinistra di aver creato il caso Rackete per insabbiare i fatti di Bibbiano. Il primo partito politico a cavalcare il caso in chiave propagandistica è Movimento 5 Stelle. Successivamente, in un’intervista al Corriere della Sera, Luigi Di Maio conierà addirittura il nomignolo “il partito di Bibbiano” per riferirsi al Partito Democratico. Salvini in quei giorni twitta una notizia del Giornale che metteva in relazione i fatti di Bibbiano con Rackete. Il caso Rackete è ancora troppo “fresco” per non continuare a strumentalizzarlo.

E sebbene i giornalisti abbiano coperto e continuino a occuparsi dell’inchiesta sin dal primo giorno, assistiamo paradossalmente a trasmissioni televisive che denunciano l'inesistente cortina di fumo su Bibbiano: il caso più emblematico è forse quello di Mario Giordano che, in prima serata su Rete 4, condanna il silenzio dei media e interpreta una sorta di performance indignata seguita dagli applausi del pubblico che lo accompagnano mentre, "addolorato", si accascia al suolo.

Con l’azione di CasaPound del 17 luglio, pochi giorni prima della fiaccolata di protesta del 20 luglio, invece, la conversazione online mantiene la spinta “anti-sinistra” iniziale ma sfuma il riferimento alla Sea Watch 3: i messaggi sono più incisivi e ci si concentra sulla presunta censura operata dai media e dalle “sinistre” al grido di “Parlateci di Bibbiano”. Anche Laura Pausini, il 18 luglio, e Nek, il 20 luglio, si lamentano della mancanza di copertura mediatica data alla vicenda e contribuiscono ad alimentare le lamentele sugli inesistenti insabbiamenti. Entrambi sono elogiati da Salvini: "Nel silenzio di tanti giornali e tg, la vergogna dei bimbi strappati alle famiglie urla vendetta. Onore a Nek e a Laura Pausini, chi tace su Bibbiano è complice!"

Sono giorni difficili per il segretario della Lega. Dopo l’ubriacatura mediatica sul caso Sea Watch 3, Matteo Salvini è alle prese con le notizie su Savoini e sulla trattativa per i fondi russi alla Lega. Sono i giorni in cui Conte riferisce in Parlamento sul caso Savoini.

Salvini ha mentito sul caso Russia >Salvini ha mentito. A sbugiardare il ministro dell'Interno e le sue versioni su...

Pubblicato da Valigia Blu su Mercoledì 24 luglio 2019

Ma alla vigilia della seduta di Conte, Salvini invece di andare in Parlamento a riferire sul caso Russia, decide di recarsi a Bibbiano per concedersi un bagno di folla. Tiene un comizio in piazza del Municipio durante il quale ripete di essere lì in veste di "papà" e di "ministro" e fa sapere che non avrà pace "finché l'ultimo bambino non sarà a casa". E esorta i tribunali dei minori ad andare nei campi rom invece di prendere di mira le famiglie italiane. Poi annuncia in tempi brevi una commissione d'inchiesta.

In quei giorni, come abbiamo visto prima, è la Lega a dominare la conversazione online su questo tema. Salvini si è appropriato in maniera decisa del messaggio "Parlateci di Bibbiano". Sempre in quei giorni, la Regione Piemonte, guidata dal centro-destra, espone lo striscione "Verità per Bibbiano" accanto a quello "Verità per Giulio Regeni". Tra i messaggi diffusi sui social in questi giorni spiccano gli appelli a condividere informazioni per combattere l'insabbiamento dei media.

In realtà, come abbiamo già scritto, di Bibbiano si sta parlando eccome sui media, tant’è che la protesta online raggiunge vette di surrealismo quando in molti, tra cui Jacopo Coghe, portavoce di ProVita & Famiglia e vicepresidente del Congresso Mondiale delle Famiglie, condividono un servizio del Tg2 su Bibbiano, accompagnando il video della televisione pubblica nazionale con frasi come “Queste immagini non le vedrete da nessuna parte” o “Condividi per rompere la cortina di silenzio”.

L’insistenza sul presunto silenzio dei media (che in realtà non c’è mai stato) è strumentale alla narrazione dei gruppi pro-life secondo i quali casi come quelli di Bibbiano sono emblematici di come sia in atto una distruzione della famiglia come cellula comunitaria per lasciare il campo a relazioni atomizzate. Da questo punto di vista gli articoli intorno alla figura dell’assistenza sociale Anghinolfi, indicata – come detto – quale “nota attivista LGBT” e responsabile dell’affidamento di una bambina a una coppia di due donne, e i riferimenti al presunto business del PD sui minori, hanno consentito di far quadrare il cerchio. 

È Diego Fusaro a rendere esplicita questa narrazione in un video pubblicato su Twitter ancora da Coghe. «Il silenzio su Bibbiano da parte di intellettuali e media non è che la conseguenza del nuovo ordine erotico che disgrega la famiglia per sostituirla con relazioni mercantili. Parlarne dovrebbe far emergere la realtà di distruzione della famiglia». 

Parole, quelle di Fusaro, che trovano eco in altre pronunciate nei giorni precedenti per esempio dal deputato di Forza Italia Galeazzo Bignami che aveva dichiarato che «nessuno mi toglie dalla testa che in fondo, dietro a tutto questo, ci sia la teoria gender. Vogliono i bambini senza famiglie, senza identità, come corpi eterei».

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ProVita aveva approfittato dell’inchiesta per criticare la norma contro l’omofobia che la Regione Emilia Romagna ha votato il 27 luglio dopo 39 ore di discussione. Secondo la onlus cattolica, con il provvedimento contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, “dopo lo scandalo sugli affidi di minori di Bibbiano chi proverà a denunciare anomalie o illeciti compiuti da una coppia omosessuale sarà accusato di omofobia”.

«In Emilia Romagna è stata approvata la Scalfarotto 2.0, una legge ideologica, che con il pretesto della lotta alle "discriminazioni", prevede corsie preferenziali per le persone LGBT nel mondo del lavoro, dello sport, la diffusione del gender nelle scuole e il controllo dei contenuti diffusi dai media. Il tutto nella regione di Bibbiano e dello scandalo affidi», ha dichiarato Pillon associando ancora una volta i fatti di Bibbiano ai diritti LGBT.

Come dicevamo all'inizio se veramente si hanno a cuore i diritti dei bambini è assolutamente necessario sottrarre il tema alla propaganda che manipola, inganna, distorce. Per dirla con Flavia Perina, "trasformare Bibbiano nello spartiacque tra un 'prima' che colpevolizzava falsamente le famiglie per favorire affidatari senza scrupoli e un 'dopo' nel quale la famiglia recupera un suo potere esclusivo sui bambini è un’operazione che danneggerà gli interessi e le vite di molti soggetti deboli, per i quali l’unica speranza contro le botte e la paura è appunto 'l’interferenza' di un soggetto pubblico, che sappia guardare e intervenire".

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