“La comunità internazionale deve trovare una soluzione duratura alla terribile situazione dei Rohingya”
3 min letturaNel Bangladesh meridionale, giovedì 14 gennaio, un incendio ha distrutto centinaia di ripari di migliaia di persone all'interno del campo Nayapara che ospita profughi Rohingya, descritti come "la minoranza più perseguitata al mondo".
A fire broke out last night in Nayapara Camp
Volunteers and refugees were the first responders, then the fire dept. rushed in
Coordinated response ongoing w/ partners and authorities
0 casualty. Over 550 refugee shelters, 150 shops damaged. pic.twitter.com/VngtFQZI4L
— UNHCR in Bangladesh (@UNHCR_BGD) January 14, 2021
L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ha comunicato che più di 550 alloggi precari – che ospitavano almeno 3.500 persone – sono stati danneggiati o distrutti nell'incendio, così come 150 negozi. Un rifugiato di nome Mohammed Arakani ha detto che «E-block è completamente bruciato», riporta Reuters: «Non è rimasto niente. Non è stato salvato nulla. Tutto è bruciato. Tutti stanno piangendo. Hanno perso tutti i loro averi. Hanno perso tutto ... tutti i loro beni».
L'UNHCR ha informato inoltre che non risultano vittime e di star fornendo riparo, materiali, vestiti, pasti caldi per fronteggiare le temperature invernali e assistenza medica ai rifugiati rimasti sfollati nel campo nel distretto di Cox's Bazar, nel Bangladesh sud-orientale, al confine con il Myanmar. Le autorità stanno indagando sull'origine delle fiamme.
Questo incendio, spiega sul New York Times, è capitato in un momento in cui i funzionari in Bangladesh stanno cercando soluzioni a lungo termine per le centinaia di migliaia di rifugiati che negli ultimi anni hanno attraversato il confine dal Myanmar. I Rohingya sono un gruppo etnico, per la maggior parte di fede musulmana, che vive dal XII secolo a Myanmar, paese prevalentemente buddista. Da tempo vengono denunciate violente persecuzioni nei loro confronti da parte del paese. Le autorità di Myanmar hanno sempre negato tali accuse.
Proving once again astonishing resilience #Rohingya #refugees, with support from @UNHCR_BGD Bangladesh Gov't, UN agencies, partners & hundreds of refugee volunteers are rebuilding their homes and WASH facilities after yesterday's fire in Nyapara that affected some 3,500 refugees pic.twitter.com/W86dgLOMXU
— Marin Din Kajdomcaj (@MarinKajdomcaj) January 15, 2021
"Questo è un altro colpo devastante per i Rohingya che hanno sopportato per anni difficoltà indicibili. Il devastante incendio di oggi avrà tolto a molte famiglie rifugi e dignità, quel poco che era stato lasciato loro. È un altro terribile avvertimento che ci ricorda come i bambini bloccati nei campi di Cox's Bazar affrontino un futuro tetro con poca libertà di movimento, accesso inadeguato all'istruzione, povertà, gravi rischi di protezione e abusi, compresi i matrimoni precoci. Questo è il motivo per cui la comunità internazionale deve trovare una soluzione duratura alla difficile situazione dei Rohingya", ha dichiarato in una nota Onno van Manen, direttore di Save the Children in Bangladesh.
Lo scorso maggio, un altro incendio aveva distrutto più di 400 baracche e negozi in un vicino campo profughi di Kutupalang sempre a Cox’s Bazar. "Con una popolazione in aumento e la costruzione di nuove strutture di accoglienza nel tempo, – continua il New York Times – i funzionari del Bangladesh affermano che è diventato sempre più difficile per i vigili del fuoco spostarsi nelle aree dei bassifondi. Le autorità del paese dichiarano che stanno cercando di ridurre la popolazione in alcuni campi, con un piano per spostare 100mila persone in un'isola del Golfo del Bengala".
Here is a remote island called Bhasan Char. Hundreds of millions of dollars were spent on it. Built for #Rohingya #refugees apparently - though I am not convinced. pic.twitter.com/94sZa5Qh2l
— Shafiur Rahman (@shafiur) December 26, 2020
Nei primi giorni di dicembre il governo del Bangladesh ha iniziato a trasferire alcune migliaia di Rohingya, nonostante le proteste di diversi gruppi per i diritti umani che hanno denunciato che questa isola non è sicura e che alcuni dei trasferimenti sarebbero stati forzati.
Foto in anteprima via @UNHCR_BGD