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Migliaia di bambini ucraini deportati in Russia. “È un crimine di guerra”

16 Febbraio 2023 5 min lettura

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Migliaia di bambini ucraini deportati in Russia. “È un crimine di guerra”

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Un programma sistematico portato avanti dal governo federale russo partito prima dell'inizio dell'invasione dell'Ucraina. Una rete che conta su almeno 43 strutture – situate dalla costa del mar Nero alla Siberia – coinvolte nella detenzione di migliaia di bambini ucraini. Lo denuncia il rapporto “Programma sistematico della Russia per la rieducazione e l'adozione dei bambini ucraini”, realizzato da alcuni ricercatori dell'Università di Yale in collaborazione con il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.

Per la maggior parte (41 strutture su 43) si tratta di campi estivi ricreativi preesistenti nella Crimea occupata dalla Russia e in Russia, in cui i bambini vengono portati per trascorrere apparenti vacanze. Almeno 11 si trovano a più di 800 chilometri dal confine tra Ucraina e Russia, inclusi due campi in Siberia e uno sulla costa orientale. I rimanenti due complessi sono un ospedale psichiatrico e un centro per famiglie.

«È un'enorme iniziativa logistica non avvenuta per caso», ha detto Nathaniel Raymond, direttore esecutivo dello Yale Humanitarian Research Lab (Yale HRL), commentando l'operazione che ha messo in luce – come riferito da Nation Public Radio (NPR) – una delle questioni più esplosive della guerra, che potrebbe costituire un crimine di guerra.

Migliaia di bambini ucraini, di età compresa tra quattro mesi e 17 anni, sarebbero stati condotti in Russia a partire dall'inizio di febbraio 2022. I primi trasferimenti includevano un gruppo di 500 presunti orfani “evacuati” dall'oblast di Donetsk a causa di una presunta minaccia di un'offensiva da parte delle forze armate ucraine. Alcuni di quei bambini sono stati successivamente adottati da famiglie russe. Gli spostamenti più recenti sarebbero avvenuti a gennaio 2023. Il numero totale di bambini coinvolti non si conosce ma, probabilmente, ammonta ad almeno 6.000, anche se si teme che sia significativamente superiore.

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Quel che emerge dalla ricerca è un quadro grave e preoccupante di un'operazione finalizzata a una rieducazione politica filo-russa e all'addestramento militare. Almeno 32 (78%) strutture identificate da Yale HRL sarebbero impegnate in sforzi sistematici di rieducazione che espongono i bambini ucraini a esperienze accademiche, culturali, patriottiche e/o a istruzione militare. I campi, approvati dalla Federazione Russa, sono pubblicizzati come “programmi di integrazione”.

Dall'indagine risulta che alcuni minori accolti in due strutture, presumibilmente orfani, siano stati affidati a famiglie che vivono in Russia. Venti bambini si troverebbero nell'oblast di Mosca, regolarmente iscritti alle scuole locali.

«In alcuni casi si procede con le adozioni, per altri [programmi] è previsto il ritorno dei bambini a casa ma non è successo - ha spiegato Raymond - altri ancora, sono campi di rieducazione».

Da parte russa non viene negato che bambini ucraini siano stati trasferiti (sebbene non sia stato detto quanti siano e dove si trovino), ma si insiste sul fatto che i campi siano parte di un vasto progetto umanitario, per orfani abbandonati e traumatizzati dalla guerra, ampiamente pubblicizzato sui social media.

Per Caitlin Howarth, direttrice delle operazioni presso il laboratorio di Yale, il governo russo sta gestendo l'intera operazione alla luce del sole per cercare di legittimare le proprie attività, dando loro una parvenza di normalità per giustificare il trasferimento, impossibile da nascondere, di tantissimi bambini.

Dalle ricerche effettuate emerge che il consenso dato dai genitori per la partecipazione dei propri figli ai campi è stato spesso estorto e regolarmente violato rispetto ai tempi di permanenza e alle modalità di ricongiungimento. In alcuni casi, nonostante i genitori si siano opposti, i minori sono stati inviati comunque nei campi. In altri, la capacità dei genitori di fornire liberamente il consenso può essere ritenuta dubbia a causa della guerra e dell'implicita minaccia delle forze di occupazione.

Il ritorno dei bambini a casa risulta sospeso in almeno quattro campi. In due, Artek e Medvezhonok, i rimpatri sono stati sospesi a tempo indeterminato, in base a quanto dichiarato dai genitori. Medvezhonok, tra le strutture più grandi identificate, è arrivata a ospitare fino a 300 bambini. Centinaia di minori ucraini provenienti da almeno altri due campi, Luchistyi e Orlyonok, sono stati trattenuti oltre la data prevista per il rientro. Yale HRL non è stato in grado di determinare quanti di questi bambini si siano riuniti successivamente alle loro famiglie. I genitori hanno inoltre raccontato di non aver ricevuto informazioni sullo stato dei loro figli o sulle ubicazioni, dopo le sospensioni dei rientri. Non si è a conoscenza di quanti bambini ucraini la Russia detenga attualmente e quanti siano stati restituiti alle famiglie.

Ad essere coinvolti in questa operazione, coordinata da Mosca, è il governo russo a tutti i livelli. Yale HRL ha identificato diverse decine di figure federali, regionali e locali direttamente impegnate a gestire e a giustificare politicamente il programma. Le attività dei funzionari implicati nell'operazione includono il coordinamento logistico (ad esempio, il trasporto di bambini), la raccolta fondi, quella dei rifornimenti, la gestione diretta dei campi e la promozione del programma in Russia e nelle aree occupate dell'Ucraina. Almeno 12 di queste persone non risultano incluse, nel momento in cui è stato pubblicato il rapporto, negli elenchi dei soggetti a cui sono state imposte sanzioni statunitensi e/o internazionali.

Fin dall'inizio del conflitto il governo ucraino e alti funzionari delle Nazioni Unite per i diritti umani hanno costantemente lanciato l'allarme sul possibile svolgimento di operazioni riguardanti bambini.

La preoccupazione è aumentata a maggio 2022, quando il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che ha semplificato e velocizzato l'adozione di bambini ucraini. Funzionari russi, inoltre, hanno annunciato l'estensione del sostegno del governo alle famiglie russe che adottano bambini ucraini, soprattutto a quelle che accoglieranno bambini portatori di handicap.

I ricercatori di Yale hanno iniziato a indagare sulle scomparse quando sono apparsi i primi post sui social media russi sui bambini lo scorso anno, nel periodo dell'annuncio del decreto sull'adozione.

La metodologia investigativa utilizzata per l'indagine ha incluso l'aggregazione e la verifica incrociata di più fonti per comprendere il sistema di ricollocamenti, campi, rieducazione, adozioni e affidamenti. Le strutture che presumibilmente ospitano bambini ucraini sono state identificate attraverso post sui social media, annunci e pubblicazioni del governo, diffusione di notizie.

In qualità di partner dell'Osservatorio sulle crisi del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, il laboratorio di Yale ha accesso a immagini satellitari non classificate della National Geospatial-Intelligence Agency.

«Puoi vedere persone, auto, certi tipi di attività», ha detto un ricercatore che ha voluto mantenere l'anonimato per proteggere la sicurezza del suo lavoro dagli hacker. «C'è una grande quantità di materiale relativo all'educazione patriottica a cui [i bambini] sono sottoposti mentre si trovano nei campi», ha proseguito. Le lezioni sono progettate per instillare lealtà alla Russia e promuovere la narrazione di Mosca sulla guerra.

La Russia non ha pubblicato un elenco di bambini ucraini evacuati e detenuti. Anche il numero dei minori adottati dalle famiglie russe a partire dal 24 febbraio 2022 è sconosciuto. Tuttavia i funzionari insistono che l'adozione è consentita solo per gli orfani, sebbene le prove raccolte dal team di Yale dimostrino il contrario.

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Secondo quanto dichiarato da Raymond il rapporto di Yale ha verificato che 37 bambini ucraini sono stati restituiti alle famiglie, mentre quelli che rimangono in Russia (migliaia) possono costituire un crimine di guerra.

«Fondamentalmente si tratta di custodia e controllo senza consenso di migliaia di bambini ucraini – aggiunge - Non solo è contro la legge, ma anche contro la comune decenza».

Immagine in anteprima Rasal Hague con licenza CC BY-SA 4.0

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