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Gli attacchi dei droni alla centrale nucleare di Zaporižžja in Ucraina

9 Aprile 2024 4 min lettura

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Gli attacchi dei droni alla centrale nucleare di Zaporižžja in Ucraina

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Lo scorso 7 aprile c’è stato un attacco di tre droni contro uno dei sei reattori nucleari della centrale nucleare di Zaporižžja, vicina alle linee del fronte in Ucraina, attualmente sotto il controllo russo. Russia e Ucraina si sono accusate reciprocamente. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che gli attacchi sono una “provocazione molto pericolosa”. Il portavoce della Direzione principale dei servizi segreti ucraini, Andriy Yusov, ha affermato al sito web Ukrainska Pravda che “l'Ucraina non è stata coinvolta in alcuna provocazione armata sul sito”, e ha aggiunto che l’impianto è “occupato illegalmente dalla Russia”. Yusov ha accusato la Russia di aver messo in pericolo l'impianto nucleare, la popolazione civile e l'ambiente effettuando attacchi all'impianto stesso. Al momento nessuno è in grado di verificare le accuse reciproche.

In una dichiarazione su X, il direttore generale della Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), Rafael Mariano Grossi, ha confermato che ci sono stati almeno tre attacchi diretti contro le strutture di contenimento del reattore principale della centrale e ha messo in guardia contro ulteriori azioni del genere che “aumentano significativamente il rischio di un grave incidente nucleare”. Questo non può accadere, ha detto Grossi.

Si tratta del primo attacco di questo genere dal novembre 2022 quando la Russia ha preso il controllo della centrale, la più grande d’Europa. I sei reattori dell'impianto sono spenti da mesi, ma la centrale ha ancora bisogno di energia e di personale qualificato per far funzionare i sistemi di raffreddamento cruciali e altri dispositivi di sicurezza.

Cosa sappiamo sull’attacco alla centrale del 7 aprile

L’ente nucleare statale russo, Rosatom, ha dichiarato che l’Ucraina ha attaccato l'impianto per tre volte con i droni, ferendo prima tre persone vicino a una mensa, poi attaccando un'area di carico e infine la cupola sopra l’unità n. 6.

Secondo i funzionari presenti sull’impianto, non ci sono stati danni critici e vittime e i livelli di radiazioni nell'impianto erano normali dopo gli attacchi. Successivamente, però, Rosatom ha parlato di tre feriti nell’area vicina alla mensa del sito.

Gli esperti dell'AIEA si sono recati sui siti attaccati dai droni e hanno confermato quanto affermato da Rosatom. “La detonazione è coerente con le osservazioni dell'AIEA”, afferma l’Agenzia internazionale per l'energia atomica.

“Le truppe russe hanno attaccato quello che sembrava essere un drone in avvicinamento. A questo ha fatto seguito un'esplosione vicina all'edificio del reattore”, ha dichiarato l'AIEA. “Sebbene il team non abbia finora osservato alcun danno strutturale a sistemi, strutture e componenti importanti per la sicurezza nucleare o la protezione dell'impianto, ha riferito di aver osservato lievi bruciature superficiali alla sommità del tetto della cupola del reattore dell'Unità 6 e la rigatura di una lastra di cemento che sostiene i serbatoi di stoccaggio dell'acqua di reintegro primaria”.

L'AIEA non ha indicato direttamente i responsabili degli attacchi. Un funzionario dei servizi segreti ucraini ha negato la responsabilità dell'attacco, attribuendola ai russi. 

La centrale è stata coinvolta nel fuoco incrociato da quando è iniziata l’invasione russa in Ucraina e Mosca ha preso il controllo dell’impianto. Parte del personale ucraino ha continuato a lavorare a fianco dei russi per la sua gestione. Petro Kotin, capo dell'operatore nucleare ucraino Energoatom, ha dichiarato che inizialmente sono stati costretti a lavorare "sotto la minaccia delle armi" dalle truppe russe invasori. 

All’epoca l’AIEA aveva stabilito sette pilastri da seguire per evitare un grave incidente nucleare mentre i combattimenti infuriavano nei pressi del sito. I pilastri affermano che l’integrità fisica di tutte le strutture della centrale deve essere mantenuta; i sistemi di sicurezza e di monitoraggio radiologico devono essere funzionanti in modo continuativo; lo staff della centrale deve essere nelle condizioni di condurre le proprie attività e di prendere decisioni in autonomia, senza ingerenze indebite; deve essere garantita la fornitura di energia dall’esterno per tutte le strutture, così come la continuità nei trasporti e nelle forniture di materiale e strumenti da e per la centrale; deve essere predisposto un sistema di risposta all’eventuale crisi; e devono essere garantite comunicazioni regolari con gli enti regolatori, come appunto l’AIEA o l’agenzia di Stato nucleare ucraina, l’Energoatom. Quelle raccomandazioni valgono anche oggi poiché il sito è ancora pericolosamente vicino alle linee del fronte della guerra, ormai giunta al terzo anno. 

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Dopo la rottura della diga di Nova Kakhovka nel giugno 2023, che ha abbassato drasticamente il livello dell'acqua utilizzata per il raffreddamento della centrale, tutti i reattori della centrale sono stati messi in stato di "arresto a freddo", il che significa che la centrale è ora inattiva, riporta CNN.

Lo scorso luglio, il Presidente ucraino, Volodomyr Zelensky, aveva affermato che le truppe russe avevano piazzato “oggetti simili a esplosivi” sui tetti della centrale. Il Cremlino aveva negato queste accuse. Anche l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica non aveva rilevato alcuna evidenza dell’esistenza di ordigni esplosivi, e di non aver osservato movimentazioni particolari dell’esercito russo stanziato presso la centrale; ma ha anche aggiunto che per averne completa sicurezza sarebbe stato necessario garantire al proprio personale l’accesso ai tetti dei reattori 3 e 4 e ad alcuni locali delle sale turbine e del sistema di raffreddamento della centrale. 

Per tutta la durata della guerra, la Russia ha avvertito che i bombardamenti ucraini intorno alla centrale potrebbero portare a un incidente radioattivo. Sebbene i combattimenti intorno alla centrale rievochino il disastro nucleare di Chernobyl del 1986, gli esperti del settore affermano che non ci sono le condizioni per un incidente di quel tipo.

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